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Grabados

SIGNORINI Telemaco

Novelluccia inconcludente

1875

400,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1875
Formato
113 X 125
Grabadores
SIGNORINI Telemaco

Descripción

Acquaforte, 1875, priva di firma. L’opera è una delle 3 acqueforti di Signorini preparate per le Fornicazioni di Fra Mazzapicchio edite per cura di Diego Martelli fiorentino ed illustrate da Telemaco Signorini. Si tratta di un delizioso libro d’artista, impresso in soli 100 esemplari. Raccolta di prose erotiche attribuite al francescano padre Didaco di San Friano (Borgo San Frediano, a Firenze), ornate da tre splendide acqueforti del macchiaiolo e impressionista Telemaco Signorini. Assieme ai «Primi passi» (1871) e alle «Storielline» (1876), sempre a petto delle prose di Martelli, questo libro compone un trittico che è ritenuto tra le migliori prove del Signorini incisore. “[…] forse il meglio della sua opera grafica […] il Signorini lo diede nelle illustrazioni delle tre raccolte di novelle veristiche di Diego Martelli […] Costretto a dir tutto in breve spazio, qui il Signorini vi riuscì senza disperdere le sue forze; e il segno aderì più strettamente al soggetto propostogli dall’amico Diego, che d’altra parte lo riportava in un clima ben confacente alle sue tendenze e ai suoi umori. Di questo gruppo, l’acquaforte che illustra la prima novella delle ‘Fornicazioni di Fra Mazzapicchio’, quella che dà il titolo al libro, vale per l’efficacia della rappresentazione e per un tocco magro e conclusivo, che superano l’evidente ispirazione letteraria” (cfr. L. Vitali, L’incisione italiana dell’Ottocento, in “Domus” del 29 maggio 1930, pp. 31ss.) Telemaco Signorini nasce a Firenze il 18 Agosto del 1835 e, nonostante prediliga gli studi letterari, suo padre, un modesto pittore della corte del Granduca, lo avvia allo studio della pittura e fu lui il suo insegnante. Dopo aver frequentato i corsi di disegno dal nudo all'Accademia di Belle Arti fiorentina, e dopo aver dipinto dal vero con Odorado Borrani e Vincenzo Cabianca, inizia a frequentare il Caffè Michelangelo, accostandosi ai pittori che in quegli anni stavano teorizzando la pittura di macchia, ossia i Macchiaioli. Durante un viaggio a Parigi conosce personalmente l'anziano Camille Corot, interessandosi alla sua pittura di paesaggi e Constant Troyon; tornato a Firenze, con l'amico Diego Martelli, consolida l'amicizia con Silvestro Lega e Odoardo Borrani, insieme ai quali dipinge nei dintorni di Pergentina, divenendo il maggior rappresentante dei Macchiaioli. Bellissima prova, impressa su carta coeva, rifilata ed applicata sulla pagina del volume, con testo descrittivo al verso. Dimensioni 60x82 mm, il foglio 113x125 mm. In ottimo stato di conservazione Etching, 1875, unsigned. The work is one of 3 etchings by Signorini prepared for the Fornicazioni di Fra Mazzapicchio published by Diego Martelli of Florence and illustrated by Telemaco Signorini. ' This is a delightful artist's book, printed in only 100 copies. It is a collection of erotic prose attributed to the Franciscan priest Didaco di San Friano (Borgo San Frediano, in Florence), adorned with three splendid etchings by the Macchiaioli and Impressionist Telemaco Signorini. Together with "Primi passi" (1871) and "Storielline" (1876), this book makes up a triptych that is considered among Signorini's best etchings. "[.] Forse il meglio della sua opera grafica [.] il Signorini lo dà lo di illustrazioni delle tre raccolte di novelle veristiche di Diego Martelli [.] Costretto a dir tutto in breve spazio, qui il Signorini vi riuscì senza disperdere le sue forze; e il segno aderì più strettamente al soggetto propostogli dall’amico Diego, che d’altra parte lo riportava in un clima ben confacente alle sue tendenze e ai suoi umori. Di questo gruppo, l’acquaforte che illustra la prima novella delle ‘Fornicazioni di Fra Mazzapicchio’, quella che dà il titolo al libro, vale per l’efficacia della rappresentazione e per un tocco magro e conclusivo, che superano l’evidente ispirazione letteraria” (cfr. L. Vitali, L’incisione italiana dell’Ottocento, in “Domus” del 29 maggio 1930, pp. 31ss.) Cfr.
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