Grabados
Bartolomeo Coriolano (Bologna ca. 1599 - Bologna ca. 1676)
La caduta dei giganti, 1641
9000,00 €
Il Bulino Antiche Stampe s.r.l.
(Milano, Italia)
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Detalles
Descripción
misure: mm 855 x 613
Incisore italiano, apprese l'arte xilografica dal padre Cristoforo originario di Norimberga ma attivo a Bologna. Si perfeziona nel disegno presso la Scuola di Guido Reni e si farà sensibile traduttore di molte sue opere. La sua produzione si caratterizza sia per una eleganza contenuta e raffinata sia, nei chiaroscuri, per il complesso impiego di più tavole. Predilige toni sobri (per lo più blu-grigio, verde e rossastro-bruno). Caratteristico, e peraltro non privo d'efficacia, è l'intaglio a tratti larghi e incrociati.
Rara e straordinaria composizione realizzata su quattro fogli giuntati, ognuno stampato con tre lastre. E' considerata "per dimensione e complessità, il più ambizioso progetto di collaborazione" fra Coriolano e Reni. Come ricorda N. Takahatake il presente stato è conosciuto in solo due altri esemplari, uno a Londra presso il British Museum (W5.31) e una Cambridge Massachusetts presso il Fog Art Museum (1985.52.2072). Il presente esemplare è tuttavia un'ulteriore variante poiché non riporta la data 1647 nello stemma in alto a destra. Il soggetto è di traduzione da un dipinto di Guido Reni del quale si conoscono tre versioni, la seconda datata 1638 è servita come modello a Coriolano. Si conservano inoltre almeno tre disegni preparatori (Vienna, Albertina; Firenze, Uffizi n 12488, Londra Royal Collection n 3461). L'impeto, la rabbia e la dinamicità invadono la composizione: Zeus in alto al centro fa capolino dalle nudi, seduto su un'aquila stringe fra le mani fasci di fulmini, da una alta rupe i giganti dai corpi plastici e scultorei cadono a terra inermi dopo aver di scalare la montagna per raggiungere gli dei (Ovidio, Metamorfosi). Il tratto largo e continuo, il gioco dei chiaroscuri rende maestosa e intensa la scena. Iscrizioni in lastra in alto a destra entro uno stemma: Victoriam/iovis/arces gigantum/superimpositis montibus/fabricatas/fulmine deijcientis/Guido Rhenus/Iterun auxit/Barthol. Coriolanus/Eq/Incidit, & interum/evulgavit, a sinistra: TERRA PARENS/Quondam celestibus/Invida regnis./Calud Gigantoni; in basso a sinistra: G. R. In./Barthol. Coriolanus Eques/Sculp. es Form. Bonon./1641.
La composizione, secondo la critica, ha una complicata storia di varianti e pubblicazioni successive. Si conoscono due versioni, A e B, riconoscibili per la presenza della dedica e dello stemma al Duca di Modena nei due fogli superiori e per l'aggiunta di due giganti e delle teste delle allegorie dei venti. Si conoscono varianti e stati, riconoscibili per il numero di tavole impiegate, la presenza della data 1647 apportata tramite timbro in alto a destra e la forma dello stemma dei Coriolano. Impressione stampata con tre lastre per ogni foglio, nella versione B con aggiunti due giganti fra le rocce e due teste personificazione dei venti, lo stemma nobiliare di Coriolano in basso a destra e con lo stemma e la Dedica al duca di Modena in alto sostituiti da altre iscrizioni da un liuto e da un clarinetto. Stato II/III, con lo stemma dei Coriolano in basso a destra modificato nella forma e dimensione, non tocca per esempio la linea di contorno inferiore, e con inchiostro grigio applicato a mano per nascondere i segni bianchi incrociati. Manca tuttavia la data 1647 nello stemma in alto a destra il che rende tale esemplare un'altra variante rispetto a tutte quelle pubblicate da Takahatake.
Buono stato di conservazione, qualche restauro e qualche integrazione. Esemplare controfondato in epoca moderna con carta giappone.
Filigrana: giglio nel cerchio, sormontato da corona, simil Briquet , carta italiana (metà XVI secolo)
Bibliografia: Bartsch XII.114.12; Print Quarterly, vol XXVII, no.2, p.119, n 69; catalogo n 19, versione B II/III
Stato di conservazione: Buone