Grabados
Mariano Fortuny y Marsal (Reus 1838 - Roma 1874)
Étude d'homme couchè
1000,00 €
Il Bulino Antiche Stampe s.r.l.
(Milano, Italia)
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Detalles
Descripción
misure: mm 110 x 170
Pittore e incisore spagnolo, collezionista e antiquario. Di umili origini restò presto orfano ma ebbe i primi insegnamenti dal nonno modellatore di figure in terracotta. Tentò la fortuna trasferendosi nel 1853 presso l'Escuela de Bellas Artes di Barcellona e grazie alle sue doti artistiche vinse il premio Roma nel 1857 che gli permise di proseguire gli studi a Roma. Qui giunse nel 1858 e iniziò a frequentare gli artisti spagnoli, subì l’influsso delle opere di Domenico Morelli e strinse amicizia con il pittore Attilio Simonetti (1843–1925) che lo portò alla scoperta degli artisti napoletani. Simonetti divenne suo allievo e divise con lui lo studio romano. Con lo scoppiare della guerra ispano-marocchina, Fortuny fu chiamato in Marocco per rappresentare e immortalare i momenti più salienti del combattimento tra il 1860 e il 1861. Durante tale soggiorno Fortuny prese ispirazione per molti suoi dipinti sia raffigurando con occhio documentario scorci o tipi pittoreschi sia rielaborando poi in studio in chiave raffinata e decadente certi altri soggetti più esotici e aderenti al gusto orientalista allora di gran moda. Nel 1862 tornò nuovamente in Italia, viaggiando tra Firenze e Napoli dove incontrò l'amico pittore Domenico Morelli, per poi tornare a Roma e aprire un nuovo studio in Via della Purificazione. Artista perennemente in viaggio fra l’Italia, la Spagna e Londra e Parigi dove divenne sodale dei migliori artisti del suo tempo, fu apprezzato e ricercato a livello internazionale per il suo gusto chiaro e cosmopolita. Sposò nel 1867 Cecilia de Madrazo y Garreta figlia del Direttore del Prado e nipote di un noto pittore spagnolo. Fortuny, il più internazionale e cosmopolita dei pittori spagnoli dell’Ottocento, si è dedicato all’incisione proponendo originali soggetti di genere spagnoleggiante o orientalista. La sua opera tradisce la profonda conoscenza dei maestri del passato quali Goya e Rembrandt. Fortuny impiega un segno minuto che si contraddistingue, nella maggior parte delle lastre, per la ricerca di violenti effetti di luce su ambienti in ombra. Le lastre, come la vita stessa dell’autore, sono state soggette a continui rimaneggiamenti oggi ben ricostruiti nel catalogo ragionato basato sullo studio degli esemplari conservati nei musei pubblici. Si possono perciò oggi ben identificare le varie tirature; le prove di lavoro, le tirature coeve e quelle postume fino al 1916 nonché le varie carte impiegate dall’autore.
In questa stampa, la numero 27 del catalogo, come indicato anche dal numero inciso in alto a destra, viene rappresentato un uomo sofferente. Egli è sdraiato su un fianco con il braccio destro teso e il sinistro quasi a coprire il volto emaciato dal dolore, straziato e nella rappresentazione quasi grottesco. Altro titolo del soggetto è El apestado, a suggerire la condizione di malattia inguaribile e isolamento sociale. Il corpo è seminudo, le gambe sono coperte da un tessuto riccamente panneggiato. Forti contrasti chiaroscurali, soprattutto sullo sfondo scuro tracciato con linee veloci e incisive, esaltano la figura e la sua posizione. Pensando alla posa e alla struttura della scena, questa opera può essere messa in relazione con il Cristo Morto di Baldung Grien 1570 ca. (MET New York)
Impressione eccellente dal tratto deciso, su carta vergellata avorio. Esemplare appartenente alla seconda tiratura (1878) senza titolo ma con numero e timbro riproducente la firma dell'artista in basso a destra. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame.
Bibliografia: Vives i Pique/Cuenca Garcia, Mariano Fortuny Marsal/Mariano Fortuny Madrazo, Electa, 1994, n.27, pag.137.
Stato di conservazione: ottime