Bulino, circa 1550, firmato in basso a destra: Ant. lafrerij formis. Copia in controparte dell’incisione attribuita ad Enea Vico, pubblicata dalla tipografia di Antonio Salamanca. https://www.antiquarius.it/it/lafreri-speculum-romanae-magnificentiae/13902-colonna-antonina-e-panorama-di-roma.html Esemplare di stato unico per Alberti, nel secondo stato di due, con l’imprint di Lafreri, per Rubach, che descrive un primo stato della lastra, conservato alla BAV (Cicognara XII, 3886, fol. 12). Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “balestra nel cerchio” (cfr. Woodward, nn. 205-213), rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione. Iscrizione sul basamento della Colonna: «COL. ANTONINI». “Questa stampa è l’esatta controparte della stampa di Salamanca e del suo paesaggio, che è un collage di edifici romani: Castel sant’Angelo, le mura, i ponti sul Tevere, l’Isola Tiberina, San Pietro in Montorio… la lupa, la personificazione del Tevere. L’obelisco è spostato in avanti perché la colonna sembri superarlo in altezza. L’esemplare qui riprodotto può essere considerato, anche se in controparte, derivante dall’incisione di Enea Vico, l’autore dall’esame dello stile grafico, potrebbe essere Nicolas Beatrizet. ' ' Di grande effetto è la resa dello sfondo con i ponti in prospettiva dal ponte Santa Maria a Ponte Sisto”. (cfr. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). Peculiarità di questa incisione è che, in basso a destra, poco sopra l’imprint dell’editore, compare l’attributo figurato dell’ala di uccello; tale attributo è presente anche nell’incisione speculare edita da Salamanca e che ha indotto alcuni studiosi ad attribuire la tavola lafreriana ad un fantomatico Maestro dell’ala di uccello. L’attribuzione al Beatrizet di Marigliani, sebbene non suffragata da nessun altro studioso, sembra assolutamente plausibile. Lo stile grafico ricorda altre incisioni del lorenese, di qualità addirittura superiore al prototipo del Vico. La stampa è attribuita ancora ad Enea Vico nel catalogo dell'Istituto Centrale per la Grafica ' https://www.calcografica.it/stampe/inventario.php?id=S-FC70348 L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. La lastra figura nell'Indice del Lafreri ai nn. 141 e 206/207, descritta come Colonna Antonina con fragmenti di uno degli Obselischi ch’erano nel Mausoleo di Augusto. Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le man. Engraving, ca. 1550, signed lower right: Ant. lafrerij formis. Counterpart copy of engraving attributed to Enea Vico, published by Antonio Salamanca's printing house. https://www.antiquarius.it/it/lafreri-speculum-romanae-magnificentiae/13902-colonna-antonina-e-panorama-di-roma.html Example of the only state know by Alberti, of the second state of two, with Lafreri's imprint, according Rubach, who describes a first state of the plate, preserved at the BAV (Cicognara XII, 3886, fol. 12). Magnificent proof, rich in tone, impressed on contemporary laid paper with "crossbow in the circle" watermark (cf. Woodward, nos. 205-213), trimmed to copperplate, in excellent condition. Inscription on the base of the column: "COL. ANTONINI". “This print is the exact counterpart of the Salamanca print and its landscape, which is a collage of Roman buildings: Castel sant'Angelo, the walls, the bridges over the Tiber, Tiber Island, San Pietro in Montorio.the she-wolf, the personification of the Tiber. The obelisk is moved forward so that the column appears to surpass it in height. The example reproduced here can be considered, although in counterpart, to be derived from the engraving of Enea Vico, the author from examination of the graphic style, could be Nicolas Beatrizet. ' ' Of great effect is the rendering of the background with the bridges in perspective from Ponte Santa Maria to Ponte Sisto” (translation from C. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). A peculiarity of this engraving is that, in the lower right-hand corner, just above the publisher's imprint, appears the figurative attribute of the bird's wing; this attribute is also present in the mirror engraving published by Salamanca and has led some scholars to attribute the plate to a phantom Master of the Bird's Wing. The attribution to Beatrizet by Margliani, although not supported by any other scholar, seems entirely plausible. The graphic style is reminiscent of other engravings by the artist, of even higher quality than Vico's prototype. The print is still attributed to Enea Vico in the catalog of the Istituto Centrale per la Grafica ' https://www.calcografica.it/stampe/inventario.php?id=S-FC70348 The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro de Nobili; the stock flowed into the De Rossi typography passing through the hands of publishers such as Marcello Clodio, Claudio Arbotti and Giovan Battista de Cavalleris. The remaining third of plates in the Lafreri division was divided and split among different publishers, some of them French: curious to see. Cfr.