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Grabados

ZALTIERI Bolognino

CASTRVM PREATORIVM

1565

1200,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1565
Formato
520 X 325
Grabadores
ZALTIERI Bolognino

Descripción

Bulino, 1565/70 circa, firmato in basso a sinistra: Bolognini Zalterij Formis. Da un soggetto di Pirro Ligorio. Iscritto in alto a destra: CASTRVM PREATORIVM. In alto a sinistra CASTRO PRAETORIANO. Esemplare nel primo stato di due per Huelsen e Rubach, che descrivono una ristampa con data 1597 a cura di Donato Rascicotti. Si tratta della rarissima replica veneziana – copia in controparte - della ricostruzione dei Castra Praetoria, fatta incidere da Bolognino Zaltieri sul modello di Pirro Ligorio, pubblicato a Roma da Michele Tramezzini nel 1553. L’opera dello Zaltieri è probabilmente realizzata allo scadere del privilegio decennale sia della Serenissima che dello Stato Pontificio, concesso a Michele Tramezzini. La tavola, rarissima, viene descritta dal solo Huelsen. Magnifica prova, ricca di toni impressa su carta vergata coeva con filigrana “pellegrino nel cerchio” (cfr. Woodward nn. 4-7), rifilata al rame e con margini coevi aggiunti, in ottimo stato di conservazione. “Fu Pirro Ligorio dai reperti scavati nel 1553 ad accorgersi per primo che il recinto era il Castrum Praetorium, le caserme dell’imperatore Tiberio. I Pretoriani erano stati istituiti da Augusto come guardia permanente dell’imperatore. Tiberio concentrò le truppe in un unico accampamento stabile, edificando appunto i Castra Praetoria tra il 21 e il 23 d.C. nella parte nord-orientale della città. L’incisione venne inizialmente proposta per i tipi di Francesco e Michele Tramezzino (1553), successivamente per i tipi di Bolognini Zalterij attivo a Venezia dal 1558 al 1570, e, infine, da Claude Duchet su disegno di Ambrogio Brambilla (1581),” (cfr. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. ' Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla metà del XVII secolo. Diverso percorso ebbero alcune lastre stampate da Antonio Salamanca nel suo primo periodo; attraverso il figlio Francesco, confluirono nella tipografia romana di Nicolas van Aelst. Altri editori che contribuirono allo Speculum furono i fratelli Michele e Francesco Tramezzino (autori di numerose lastre che confluirono in parte nella tipografia Lafreri), To. Engraving, c. 1565/70, signed lower left: Bolognini Zalterij Formis. After a subject by Pirro Ligorio. Inscribed at upper right: CASTRVM PREATORIVM. Upper left CASTRO PRAETORIANO. Example in the first state of two for Huelsen and Rubach, who describe a reprint with date 1597 by Donato Rascicotti. This is the very rare Venetian replica - copied in counterpart - of the reconstruction of the Castra Praetoria, engraved by Bolognino Zaltieri on the model by Pirro Ligorio, published in Rome by Michele Tramezzini in 1553. Zaltieri's work was probably done when the ten-year privilege of both the Serenissima and the Papal States, granted to Michele Tramezzini, expired. This very rare work is only described by Huelsen. Magnificent proof, richly toned imprinted on contemporary laid paper with "pilgrim in the circle" watermark (see Woodward nos. 4-7), trimmed to copperplate and with contemporary margins added, in excellent condition. “It was Pirro Ligorio from the findings excavated in 1553 who first noticed that the enclosure was the Castrum Praetorium, the barracks of Emperor Tiberius. The Praetorians had been established by Augustus as the emperor's permanent guard. Tiberius concentrated the troops in a single stable encampment, building precisely the Castra Praetoria between 21 and 23 CE in the northeastern part of the city. The engraving was first proposed by Francesco and Michele Tramezzino (1553), later by Bolognini Zalterij active in Venice from 1558 to 1570, and, finally, by Claude Duchet, engraved by Ambrogio Brambilla (1581)” (translation from C. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro de Nobili; the stock flowed into the De Rossi typography passing through the hands of publishers such as Marcello Clodio, Claudio Arbotti and Giovan Battista de Cavalleris. The remaining third of plates in the Lafreri division was divided and split among different publishers, some of them French: curious to see how some plates were reprinted in Paris by Francois Jollain in the mid-17th century. Different way had some plates printed by Antonio Salamanca in his early period; through his son Francesco, they goes to Nicolas van Aelst's. Other editors who contributed to the Speculum were the brothers Michele and Francesco Tramezzino (authors of numerous plates that flowed in part to the Lafreri printing house), Tommaso Barlacchi, and Mario Cartaro, who was the executor of Lafreri's will, and printed some derivative plates. All the best engravers of the time - such as Nicola Bea. Cfr.
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