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Grabados

PETRINI, PAOLO.

Campagna Felice o Terra di Lavoro Meridionale delineate già dal Magini e nuovamente ampliata secondo lo Stato Presente.

792,00 € 880,00 €

Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico

(Rosignano Solvay, Italia)

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Detalles

Grabadores
PETRINI, PAOLO.
Materia
Cartografia italiana - (Campania)

Descripción

Data in Luce da Petrini dalla Sue Stampe in Napoli, 1790 circa. Incisione in rame all’acquaforte, cartiglio e confini in colore d’epoca, cm 40,5 x 54 (alla lastra) più margini, stampata su pesante carta coeva. Rara. La Terra di Lavoro (o Campania Felice da Campania felix”) è una fertile regione pianeggiante (già chiamata da Plinio “Laboriae” o “Campi Laborini”) che si estende lungo il piede dell’Appennino Campano, tra i Monti Aurunci a nord e la parte settentrionale dei Campi Flegrei a sud. La sua estensione rappresentava in gran parte i territori della antica Campania e le aree meridionali del Lazio, come il Principato di Capua, il Ducato di Napoli, il Ducato di Gaeta e il Ducato di Sorrento. Con l'avvento di Ruggero II e la conquista del Mezzogiorno, i suddetti territori entrarono a far parte della Terra di Lavoro. I principali elementi idrografici sono costituiti dal fiume Volturno e dalle opere di canalizzazione realizzate a scopo di bonifica. Vi sono praticati una redditizia agricoltura intensiva (frutticoltura, orticoltura, tabacco, viticoltura) e l’allevamento di bovini e bufali. Caserta, Capua, Maddaloni e Marcianise ne sono i centri maggiori. Paolo Petrini fu editore, incisore e libraio attivo in Napoli tra il 1692 e il 1748. Realizzò una raffinata veduta della città di Napoli pubblicata intorno al 1698 (che suscitò viva eco anche nell’editoria straniera), trasse stampe dai dipinti del Lanfranco e di Luca Giordano e realizzò ritratti di uomini illustri napoletani (fra questi sono note due incisioni, quella per l’entrata di Filippo V e quella del Cardinale Barberini). Fu autore dell’ “Atlante Partenopeo” (intorno al 1700) e di altre due opere, una sui “Palazzi” (1713) e una sulle “Chiese” di Napoli (1718), ristampate con aggiornamenti nel corso del XVIII secolo. Ma soprattutto fu autore di mappe e carte geografiche che realizzò con varianti dalle carte del Magini, del Sanson e del De Fer. Tutta la sua opera è estremamente rara e apprezzata da studiosi e collezionisti. Alcune pieghe della carta, ampi margini laterali, nell’insieme buono stato di conservazione. .