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Grabados

VICO Enea

Andreas Alciatus Mediolanensis

1566

300,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1566
Formato
160 X 225
Grabadores
VICO Enea
Materia
Ritratti

Descripción

Ritratto del giurista Andrea Alciato (Milano, 1492 – Pavia, 1550), un protagonista ed un riformatore della cultura giuridica europea. Il ritratto appartiene alla famosa serie ' Illustrium iureconsultorum imagines quae inveniri potuerunt ad vivam effigiem expressae. Ex Musaeo Marci Mantuae Benavidij Patavini iureconsulti clarissimi ' pubblicata a Roma da Antonio Lafreri nel 1566. Si tratta di una importante raccolta di ritratti di 47 famosi avvocati italiani della collezione di Marco Mantova Benavides. Le prime 24 furono pubblicate nel 1566 da Antoine Lafréry; le restanti 23 furono pubblicate nel 1570 da Bolognino Zaltieri. Le tavole pubblicate da Lafréry sono attribuite a Enea Vico per motivi stilistici e indiziari. Assomigliano a serie prodotte da Vico negli anni '40 del secolo ed è molto probabile che, come quelle, anche queste siano state incise alcuni anni prima della pubblicazione da parte di Lafreri nel 1566. Scrive Alessia Alberti: “Il frontespizio, anche qui architettonico, assume una precisa valenza allegorica e rinvia, tramite le figure di Fortezza (a sinistra, con una colonna), Giustizia (in alto, con spada e bilancia) e Prudenza (a destra, con specchio e serpente), al tema della virtù. A questo fanno seguito, senza soluzione di continuità, ventiquattro tavole calcografiche con le effigi a piena pagina dei giureconsulti organizzate secondo un criterio di tipo cronologico. L’attenzione è concentrata sui volti e la sola componente testuale risiede nelle lapidarie didascalie poste nel margine inferiore, con il nome, in qualche caso la provenienza, seguiti dalla data del floruit e dal numero della tavola. Questo taglio della pagina contribuisce a conferire alla serie un’apprezzabile uniformità, malgrado l’eterogeneità dei modelli – probabilmente dipinti, a loro volta ispirati a svariate fonti in pittura, scultura, medaglie – che a quel tempo erano conservati nella collezione privata dell’autore di questo libro, il giurista padovano Marco Mantova Benavides (1489-1582), e che successivamente sono andati dispersi. La scelta di non inserire anche testi tipografici è forse da leggere qui in relazione a un’opera sullo stesso argomento che Mantova Benavides aveva pubblicato qualche tempo prima, ' Epitoma Virorum Illustrium qui vel scripserunt, vel iurisprudentiam docuerunt in Scholis et quo tempore etiam floruerunt, ' Padova, Grazioso Percacino, 1555, una rassegna più ampia ma priva di corredo iconografico, di cui l’impressione lafreriana ha illustrato una selezione di personaggi. Restano ancora da definire i contorni del rapporto tra l’autore del libro Mantova Benavides e l’editore Lafréry. I loro nomi infatti risultano già in precedenza associati a un’incisione edita a Roma nel 1553 da Lafréry, raffigurante il colossale Ercole in scultura eretto da Bartolomeo Ammannati nel cortile del palazzo Mantova Benavides a Padova. È plausibile che il tramite e l’innesco per la collaborazione tra i due possa essere stato l’incisore Enea Vico – cui è attribuibile il bulino dell’Ercole Benavides –, che risulta legato tanto al collezionista padovano quanto a Lafréry. […] Dopo la morte di Lafréry i rami di questa serie sono stati assegnati a Stefano Duchet, che li ha ceduti nel 1581 a Paolo Graziani («27 Pezi de Jurij consulti»); sono stati quindi acquistati da Pietro De Nobili (1585), il cui nome compare sul frontespizio nelle edizioni tarde. Questa serie di ritratti ha conosciuto una fortuna immediata e sono diversi gli esempi che si contano di una recezione in pittura, nelle stampe e nell’editoria libraria”. Bulino, privo di firma ed indicazioni editoriali. Esemplare nel primo stato di due, avanti l’indirizzo di Pietro de Nobili. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, alcune ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione. Bibliografia Alessia Alberti, ' La Raccolta Lafreriana di Ritratti della Biblioteca Trivulziana ' (TRI. The portrait belongs to the famous series ' Illustrium iureconsultorum imagines quae inveniri potuerunt ad vivam effigiem expressae. Ex Musaeo Marci Mantuae Benavidij Patavini iureconsulti clarissimi ' published in Rome by Antonio Lafreri in 1566, depicting 47 famous Italian lawyers from the collection of Marco Mantova Benavides. The first 24 were published in 1566 by Antoine Lafréry; the remaining 23 were published in 1570 by Bolognino Zaltieri. The plates published by Lafréry are attributed to Enea Vico on stylistic and circumstantial grounds. They resemble series produced by Vico in the 1540s and it is quite possible that, like those, these were also engraved some years before they were published by Lafréry. Alessia Alberti writes: "The frontispiece, also architectural here, takes on a precise allegorical value and refers, through the figures of Fortitude (on the left, with a column), Justice (above, with sword and scales) and Prudence (on the right, with mirror and snake), to the theme of virtue. This is followed seamlessly by twenty-four intaglio plates with full-page effigies of the jurists organized chronologically. The focus is on the faces and the only textual component resides in the lapidary captions placed in the lower margin, with the name, in some cases the provenance, followed by the date of the floruit and the number of the plate. This cutting of the page contributes to the series' appreciable uniformity, despite the heterogeneity of the models-probably paintings, themselves inspired by a variety of sources in painting, sculpture, and medals-which at that time were kept in the private collection of the author of this book, the Paduan jurist Marco Mantova Benavides (1489-1582), and which were subsequently dispersed. The decision not to include typographical texts as well is perhaps to be read here in relation to a work on the same subject that Mantua Benavides had published some time earlier, ' Epitoma Virorum Illustrium qui vel scripserunt, vel iurisprudentiam docuerunt in Scholis et quo tempore etiam floruerunt, (Padua, Grazioso Percacino, 1555), a more extensive but unaccompanied review of iconographic material, of which the Lafreri’s collection illustrated a selection. The relationship between the book's author Mantua Benavides and the publisher Lafréry remain to be defined. Their names in fact appear to have been previously associated with an engraving published in Rome in 1553 by Lafréry, depicting the colossal Hercules in sculpture erected by Bartolomeo Ammannati in the courtyard of the Mantova Benavides palace in Padua. It is plausible that the conduit and trigger for the collaboration between the two may have been the engraver Enea Vico - to whom the engraving of the Benavides Hercules is attributable - who appears to be as closely related to the Paduan collector as to Lafréry. [.] After Lafréry's death, the paltes of this series were assigned to Stefano Duchet, who gave them in 1581 to Paolo Graziani ("27 Pezi de Jurij consulti"); they were then acquired by Pietro De Nobili (1585), whose name appears on the title page in late editions”. Engraving, lacking signature and publishing details. Example in the first state of two, before Pietro de Nobili's address. Magnificent proof, richly toned, impressed on contemporary laid paper, some oxidation, otherwise in excellent condition. Bibliografia Alessia Alberti, ' La Raccolta Lafreriana di Ritratti della Biblioteca Trivulziana ' (TRIV. B 498), pp. 108-112. Cfr.
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