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Grabados

PIRANESI Giovan Battista

A. Pons Aelius absque recentibus ornamentis. B. Reliquiae Sepulchri Aely Hadriani Imp. Sine operibus, quae hodie Castra Sanc

1762

900,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1762
Lugar de impresión
Roma
Formato
400 X 220
Grabadores
PIRANESI Giovan Battista
Descripción
Focillon 474; Wilton-Ely 605

Descripción

Acquaforte, 1762, firmata in lastra in basso a destra. Della serie Il Campo Marzio dell’Antica Roma. Magnifica prova, dalla prima edizione dell'opera, impressa su carta vergata coeva con tipica filigrana del "doppio cerchio e giglio con lettere CB" (ove presente), con ampli margini, in ottimo stato di conservazione.Sebbene pubblicata solo nel 1762 questa fondamentale opera, che appare come una delle più complesse del Piranesi, veniva già annunciata dall’artista nelle Antichità Romane, delle quali, secondo il Focillon, può essere considerata come il quinto tomo. La vicende del Campo Marzio si intrecciano con l’amicizia con lo scozzese Robert Adam, al quale l’opera è dedicata. Adam era giunto a Roma nel 1755 e ben presto aveva conosciuto Piranesi, forse per mezzo del comune amico Charles-Louis Clerisseau, trovando nella comune passione archeologica la base di una reciproca stima, che continuò anche dopo il ritorno dell’architetto Londra. Fu proprio Adam che, durante le ricognizioni dei resti dei monumenti del Campo Marzio, suggerì al Piranesi l’idea di realizzare una mappa dell’intera area, che inizialmente doveva essere inclusa nelle Antichità, e poi finì per costituire la base di un progetto ben più ambizioso, dando alla luce questa importante opera. Negli scritti iniziali l’autore annuncia lo scopo di questo lavoro, affermando la volontà di voler tracciare la storia di questa vasta area compresa tra il Tevere ed i colli, cercando di ricostruirne la conformazione ed il volto. Egli sottolinea la difficoltà di tale lavoro di ricostruzione, poiché l’antico Campo Marzio ha coinciso con l’area più intensamente popolata e riedificata della città dal medioevo all’epoca attuale, non nascondendo il margine di ipoteticità insito nell’opera. Il risultato è che l’attendibilità dei risultati rimane quanto mai problematica, sia per la pionieristica ricerca archeologica del tempo, sia per la carica visionaria che porta l’artista e l’architetto a superare di slancio i limiti della realtà storica progettando il passato in funzione del presente, portando il genio artistico a prevalere di gran lunga sull’archeologo, conferendo senso e vigore a tutta l’opera. A fantastic view from Il Campo Marzio dell'Antica Roma. A fine impression from the early roman edition, printed on contemporary laid paper with "double encircled fleur de lys" watermark, wide margins, in very good conditions.Altought published in 1762, the genesis of this ambitious work extended back into the previous decade.Significantly, as an exercise in speculative archaeology executed with contemporary architects in mind, the work originated in the highly productive relationship between Piranesi and Robert Adam. Not only was the folio dedicated to the British architect, but much of its material was assembled during Adam's studies with Piranesi in Rome between 1755 and 1757. According to the considerable dedicatory preface, the author's objective was to examine the customs and environment of a vanished society through the study of its architectural remains.The end product was a remakable series of hypothetical reconstructions, presented in plan, elevation, and perspective, in which Piranesi's imaginative faculties were stretched to the full.Il Campo Marzio opens with 33 pages of learned discussion of literary authorities with parallel text in Latin and Italian. There follows a group of maps showing, stage by stage, the evolution of this site from primitive beginnings in the marshy site bounded by the curve of the Tiber to a densely monumental townscape of the utmost complexity and grandeur. The climax is provided by the virtual fantasy of the Ichnographia, a vast six-plate purportedly representing the Campus Martius under the empire. The Ichnographia is supported by 37 plates of vedute and detailed surveys in which Piranesi presented the raw material on which this speculative act was based, often using the cramatic technique of isolating monumental fragments from the accretions of the medieval townscape.To conclude Il Campo Marzio, Piranesi added for the first time in his antiquarian reconstructions a series of aerial perspective of selected parts of the Ichnographia, including one on the book's second title page. (J. Wilton Ely). Cfr. Focillon 474; Wilton-Ely 605
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