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Libros antiguos y modernos

Feyjoo Montenegro, Benito Jerónimo

Theatro critico universal, o discursos varios en todo genero de materias, para desegnano de errores comunes. Segue: Suplemento - Illustracion apologetica al I, e II tomo del Theatro critico donde se notan mas de quatrocientos descuidos al autor del antitheatro. Segue: Justa repulsa de iniquas acusaciones. Carta en que manifestando las imposturas, que contra el theatro critico.

en la imprenta de los herederos de Francisco del H, 1743

1400,00 €

Xodo Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1743
Autor
Feyjoo Montenegro, Benito Jerónimo
Editores
en la imprenta de los herederos de Francisco del H
Sobrecubierta
No
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición
No

Descripción

11 volumi in-8°, pp. 3956, prefazioni ed indici n.n., affascinanti legature coeve in pergamena floscia con chiusuara a doppio fermaglio con piccolo bottone. L'insieme è formato da volumi di diverse edizioni, dalla seconda alla quinta. L'ultimo volume, il de Justa ha una lacuna al margine esterno della pergamena del piatto superiore. Nell'insieme opera in perfette condizioni in affascinante e curiosa legatura strettamente coeva. Opera curiosa che quando uscì ebbe un grandissimo successo. Sottomise a esame critico ogni aspetto dell'attività umana: letteratura, filosofia, storia, scienze mediche e naturali, politica, credenze e superstizioni formando l'oggetto dei 118 discorsi adunati nel Teatro crítico universal e delle 163 dissertazioni raccolte nelle Cartas eruditas y curiosas. Questa somma di conoscenze diverse, che non si lasciano disciplinare entro uno schema preciso, converge verso una chiara e trasparente razionalità che dissolve le nebbie di un pensiero stagnante. I principî del metodo scientifico sono applicati anche ai miracoli e alle più diffuse credenze (Duendes y espíritus familiares, Purgatorio de San Patricio, La campana de Velilla, ecc.) per depurare la bellezza della religione dai vani delirî della plebe incolta (Carta sobre la multitud de milagros). Autodidatta, conoscendo la cultura straniera, il F. ebbe piena coscienza della miseria intellettuale della sua nazione: se oppugna l'esagerata autocritica che nega ogni attività, combatte la passione nazionale quando si rinserri in un'auto-esaltazione (Amor de la Patria y pasión nacional), e pur riconoscendo i valori nazionali (Glonas de España), accetta quelli che vengono dal di fuori (Antipatía de franceses y españoles). Perciò combatte arditamente il marasma scientifico e filosofico del tempo suo (De lo que conviene quitar en las Sumulas; De lo que conviene quitar y poner en la Lógica y Metafísica; De lo que sobra y falta en la Física, ecc.). Nel disdegno di ogni regola e nella sistematica rivendicazione della libertà nella scienza e nell'arte, ci sono accenti di novità che avranno eco più tardi: così in estetica è l'affermazione che c'è un'indefinibile individuale (el no sé que) che sfugge a ogni categoria. L'eloquenza è per lui naturalezza e non arte (Cartas, II, 6); la lingua non sta nel vocabolario ma nel pensiero che essa traduce, e quindi nella libera scelta delle parole in armonia con l'ispirazione (Introducción de voces nuevas). Abbattendo molti idoli e rovinando molte fame usurpate, il F. ebbe numerosissimi oppositori e difensori, che ne diffusero il nome anche fuori di Spagna e ne resero più efficace l'opera in favore del rinnovamento della cultura.