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Libros antiguos y modernos

Alexius Meinong, Emanuele Coccia

Teoria dell'oggetto

Quodlibet, 2019

14,25 € 15,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italia)

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Detalles

Año de publicación
2019
ISBN
9788822903785
Autor
Alexius Meinong
Páginas
144
Serial
Saggi (19)
Editores
Quodlibet
Formato
218×142×13
Curador
Emanuele Coccia
Materia
Filosofia occidentale: dal 1800 in poi
Conservación
Nuevo
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa blanda
Condiciones
Nuevo

Descripción

L'oggetto, di cui questo libro ci presenta la teoria, è giusto il contrario di quanto siamo abituati a pensare con questo termine: non qualcosa che ci sta prepotentemente davanti, ma «ciò che è indifferente all'esistenza», un coacervo di creature kafkiane, «prive di patria» e essenzialmente impresentabili, come il quadrato rotondo o la montagna dorata. Con un gesto inappariscente ma deciso, Meinong dischiude, cioè, alla contemplazione filosofica un ambito dell'essere che non è quello della realtà, sovranamente indifferente all'essere e al non-essere: il fuori-essere. E, con altrettanta discreta eleganza, mostra così che la filosofia è innanzitutto invenzione di concetti (è questa la lezione che saprà trarne Gilles Deleuze). Questo suddito malinconico «della vecchia Austria. patria fidata della nostra gioventù e del nostro lavoro», è, in realtà, un implacabile agrimensore dell'inesistente, l'inventore di una scienza che — come scrive non senza ironia nella sua autopresentazione — «elabora i suoi concetti senza limitarsi al caso particolare della loro esistenza». Per questo, più che lo spirito del suo maestro Brentano, è quello del giovane Musil che sembra di percepire in queste pagine. Nel 1908 per un attimo i loro destini si incrociarono: mentre il giovane neolaureato stava per decidersi ad abbandonare la filosofia per la letteratura, Meinong lo invitò a proseguire con lui a Graz i suoi studi. «Pare che il mio sviluppo naturale» scriveva Musil ancora trent'anni dopo «avrebbe dovuto essere il seguente: accettare l'offerta di Meinong di conseguire la docenza a Graz». (Giorgio Agamben)
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