LIBRO Prima edizione. Ottimo esemplare (minimi restauri conservativi al dorso, leggero e sporadico foxing), davvero rarissimo a trovarsi in brossura originale. «La Tavolozza è allegria ardente e spensierata; la nota mesta vi suona di rado e, se vi suona, ha una dolcezza serena, di quella dolce serenità che splende negli occhi dei fanciulli i quali offrono poca presa alle ugne della sventura» (F. Fontana, introduzione all’ed. Casanova, 1883, p. IX). -- Decisiva opera prima di Praga, stampata a proprie spese con grandissima eleganza, Tavolozza raccoglie cinquanta poesie scritte durante le sue peregrinazioni in Europa tra il 1857 e il 1862: in Svizzera, Germania, Olanda, ma soprattutto a Parigi, dove avrà modo di entrare in contatto con le esperienze più recenti della letteratura francese, che tanta influenza ebbero sulla sua produzione (si pensi solo al ruolo fondamentale di Baudelaire). -- Pietra miliare del movimento, le poesie di questo folgorante esordio poetico vanno a comporre «un volume ricco e vario, dove è possibile rintracciare echi diversi della nostra tradizione letteraria, ma soprattutto rilevante per le novità di contenuto e forma: a ben vedere le date, egli inaugura le tematiche proprie della scapigliatura, con la ricerca di argomenti audaci e provocatori, la volontà di liberazione anarchica, la polemica anticlericale e antifemminile, l’esaltazione del piacere dei sensi, la parodia della letteratura sentimentale di stampo romantico» (Spera, Letteratura del disagio, p. 150). -- Nonostante la giovane età al momento della composizione, emergono chiaramente alcuni elementi che caratterizzeranno l’intera poetica di Praga, su tutti il forte legame con la pittura, testimoniato dal titolo stesso dell’opera — «giovanissimo combinò con i quadri liriche di colori e con le liriche quadri di paesaggi, dove ogni elemento della natura, grande o piccolo o anche minimo, era attentamente scrutato», scrive Farinelli (La scapigliatura, p. 122) — e un esibito ribellismo, presente fin dal primo componimento «Per cominciare», una sorta di dichiarazione d’intenti in versi: «la poesia proemiale della prima raccolta praghiana è un atto di fede in una poesia dall’ispirazione pura e autonoma rispetto ai valori (o, meglio, ai disvalori) di quella società borghese interessata soltanto ai “biglietti di banca” (cfr. v. 56) e dunque costituzionalmente incapace di comprendere l’intima ispirazione dell’artista, anzi sempre pronta a deriderlo nei suoi slanci sentimentali e ideali» (Carnero, La poesia scapigliata, p. 69). -- Non comune, solamente una decina di esemplari nell’Opac Sbn. Farinelli, «La Scapigliatura», pp. 122-23, 124; Ferrini, Invito a conoscere la Scapigliatura, p. 98; F.Spera, La letteratura del disagio: Scapigliatura e dintorni, in G.Barberi Squarotti (diretta da), Storia della civiltà letteraria italiana, vol. V, Il secondo Ottocento e il Novecento, UTET, Totino 1994, p. 150.
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