
Libros antiguos y modernos
Statera Gianni
Storia di una utopia. Ascesa e declino dei movimenti studenteschi europei
Rizzoli, 1973
5,00 €
Barbacane Libri
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Detalles
Año de publicación
1973
Lugar de impresión
Milano
Autor
Statera Gianni
Páginas
pp. 243
Editores
Rizzoli
Formato
cm 22 x 14,5
Materia
politica, storia
Descripción
cart. edit. con sovraccoperta
Sobrecubierta
Sí
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa dura
Descripción
Stato di conservazione: BUONO, sovraccoperta con qualche segno d'uso e del tempo, leggero ingiallimento, qualche raro segno e sottolineatura. I edizione. Collana Politica e sociologia.
Una "nuova era ideologica" sembrò preannunciarsi con l’esplosione della contestazione studentesca nel 1968. Dopo un decennio in cui aveva predominato il credo della "fine dell’ideologia", molti intellettuali, coinvolti emozionalmente nella contestazione, salutarono nelle idee agitate dagli studenti la resurrezione della spinta ideologica, della purezza "negativa", della motivazione alla riflessione socio-politica fresca e incontaminata dal sistema e dalla stessa esigenza di procedere lungo linee strategiche variamente compromissorie nella elaborazione dell’attacco ideologico al sistema da parte delle forze politiche della sinistra. Gli studenti divennero subito i giovani tout court; e i giovani furono "scoperti", esaltati, additati a esempio paradigmatico, sicché, inconsapevolmente, si giunse a riproporre i temi di antiche mistiche giovanilistiche. Oggi, a mente distesa, si può tentare un più meditato bilancio della protesta studentesca, ripercorrendone le fasi, analizzandone le "idee-guida", valutandone le conseguenze sociali, politiche e culturali, almeno nei tre paesi europei in cui essa è esplosa con maggiore violenza: la Francia, la Germania Occidentale e l’Italia. In questo contesto si può riprendere anche l’idea della "nuova era ideologica", spogliandola tuttavia di gran parte delle facili suggestioni che reca con sé e inquadrandola in un tentativo di dar conto delle ragioni della improvvisa esplosione contestativa e del rapido e inglorioso declino della protesta studentesca.
(dall'Introduzione dell'autore, p. 7)
Una "nuova era ideologica" sembrò preannunciarsi con l’esplosione della contestazione studentesca nel 1968. Dopo un decennio in cui aveva predominato il credo della "fine dell’ideologia", molti intellettuali, coinvolti emozionalmente nella contestazione, salutarono nelle idee agitate dagli studenti la resurrezione della spinta ideologica, della purezza "negativa", della motivazione alla riflessione socio-politica fresca e incontaminata dal sistema e dalla stessa esigenza di procedere lungo linee strategiche variamente compromissorie nella elaborazione dell’attacco ideologico al sistema da parte delle forze politiche della sinistra. Gli studenti divennero subito i giovani tout court; e i giovani furono "scoperti", esaltati, additati a esempio paradigmatico, sicché, inconsapevolmente, si giunse a riproporre i temi di antiche mistiche giovanilistiche. Oggi, a mente distesa, si può tentare un più meditato bilancio della protesta studentesca, ripercorrendone le fasi, analizzandone le "idee-guida", valutandone le conseguenze sociali, politiche e culturali, almeno nei tre paesi europei in cui essa è esplosa con maggiore violenza: la Francia, la Germania Occidentale e l’Italia. In questo contesto si può riprendere anche l’idea della "nuova era ideologica", spogliandola tuttavia di gran parte delle facili suggestioni che reca con sé e inquadrandola in un tentativo di dar conto delle ragioni della improvvisa esplosione contestativa e del rapido e inglorioso declino della protesta studentesca.
(dall'Introduzione dell'autore, p. 7)