






















Libros antiguos y modernos
Attilio Borgognoni, Giovanni Titta Rosa
SCALATORI. LE PIÙ AUDACI IMPRESE ALPINISTICHE DA WHYMPER AL SESTO GRADO RACCONTATE DAI PROTAGONISTI. EDIZIONE ILLUSTRATA (10 disegni nel testo 88 tavole in rotocalcografia fuori testo)
Ulrico Hoepli, 1939
29,99 €
Studio Maglione Maria Luisa
(Napoli, Italia)
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Detalles
Descripción
Il criterio che ha guidato i raccoglitori è stato perciò quello di scegliere delle narrazioni, edite in libri e riviste, o inedite e alcune scritte o rifatte appositamente per questo libro dove l'interesse umano fosse predominante. Sicché questa non è, nel significato comune cui è legato quel che di letterario la parola di solito comporta, un'antologia; piuttosto, e anzitutto, è un documento di vita: di alta, drammatica vita. Sport tipicamente moderno, non ce n'è un altro possiamo dirlo senza tema d'essere smentiti che impegni così integralmente e a fondo tutto l'uomo come l'alpinismo: muscoli, nervi, cervello; cuore, coraggio, volontà; il fisico e il morale, educati all'ardimento come a una comune regola di vita, e tesi al grado più alto. Chi non ne fosse ancora convinto, scorra queste pagine. Si può aggiungere anzi che l'alpinismo, via via che s'è sviluppato fino a raggiungere il massimo limite consentito alle facoltà morali e fisiche dell'uomo moderno, si è svolto su questa linea: la preparazione fisica più completa, l'ardimento più intrepido. È una freccia ci sia consentita l'immagine che raddoppiava la propria velocità come più s'allontanava dall'arco dal quale era stata scagliata. E non che, s'intende, il coraggio e la resistenza fisica dei primi pionieri fossero minori, e le difficoltà da essi vinte e superate richiedessero un più modesto impegno. Pionieri come Whymper, come Mummery, come Lammer, come Guido Rey, come Sella scrittori fra i migliori anche fuori della letteratura alpinistica sono stati tutti grandi scalatori, e giustamente sono considerati i padri dell'alpinismo, nè c'è arrampicatore d'oggi che non li veneri. Ma i problemi ch'essi si potevano porre e risolvere erano necessariamente limitati all'epoca in cui vissero, ai mezzi di cui dovevano disporre, alla tecnica di cui potevano servirsi; epoca, mezzi e tecnica che tanto è stato rapido il cammino dell'alpinismo in meno d'un secolo oggi costituiscono quasi la sua preistoria. Luminosa preistoria, che perciò in questo libro ha, crediamo per la prima volta, l'alto posto che le spetta. Essa si può chiamare anche l'epoca romantica dell'alpinismo; e non è difficile scorgere il suo riflesso nelle pagine impetuose di Lammer, nel quieto e grave humour di quelle di Mummery, nell'etica serietà delle pagine di Whymper, come nella limpida prosa di Guido Rey; per i quali la montagna, prima di essere palestra di fisica vigoria, stato mezzo di elevazione spirituale e di cimento morale. Tuttavia, di questo significato superiore dell'alpinismo non sono improntati meno i capitoli della seconda parte del libro, e molti della terza. Ma vi si avverte un mutamento graduale; e se, ad esempio, i Gugliermina hanno ancor vivo il senso eroico della montagna, e perciò pagine che possono qua e là ricordare un Lammer, tale senso è come smorzato, senza più quell'impeto o quel dèmone ottocentesco e nietzschiano. Mutano i tempi, i problemi alpinistici si pongono e risolvono già con altra tecnica; e muta l'animo. La montagna è vista e sentita diversamente; con un realismo descrittivo e nitido, come in Mazzotti; con un umorismo familiare, quasi di amichevole conversazione, come in Chabod; con la pacata semplicità d'un Comici. Siamo nella cosiddetta epoca del sesto grado; una scalata somiglia quasi a un problema di algebra; prevalgono il calcolo, le bilanciate misure, le precisazioni vicine all'ordine scientifico. Ma, se è mutato lo spirito, l'alpinismo nuovo non diventa, come potrebbe parere a qualcuno, puro tecnicismo, acrobazia; l'animo vi partecipa in modo diverso, ma con una tensione così acuta e totale delle proprie risorse da stupire non soltanto i profani; da stupire che lo scalatore possa aver raggiunto un così maturo equilibrio di sé, tale capacità di freddo coraggio e di meditata, calcolatissima forza. Leggete, nella terza parte di questo libro, le pagine di un Peters, di uno Schmid, di un Soldà, d'un Welzenbach, di un Cassin, di uno Zapparoli, d'un Rivetti, d'un Faè e di molti altri che non stiamo qui, superfluamente ad elencare; nella loro calma dizione, quasi nella voluta freddezza e, a volte, noncuranza, con cui descrivono momenti di dramma e di tragedia, tra ardui bivacchi, disperate tormente, situazioni intenibili e pur tenute quasi coi denti, sentirete una vibrazione dell'animo tesa all'estremo, anche se spesso significata con parole comuni e quasi indifferenti. E il modo con cui preferibilmente si esprime il moderno, anzi l'attuale eroismo della montagna, nè eroismo è parola eccessiva, o amplificante. A chi poi volesse osservare che non tutte le narrazioni di queste imprese hanno raggiunta l'arte, diremo che 'non ci siamo preoccupati troppo di questo; non abbiamo esitato cioè a mettere, accanto ad alpinisti scrittori, dei puri alpinisti, scrittori solo per caso o per un'occasione da noi stessi a volte provocata. Non abbiamo quindi misurate queste pagine col metro dell'estetica, sebbene tutte siano significanti e, nel loro limite, compiute. Quello che ci ha guidato è stato, più che un criterio letterario, d'altronde non contraddetto, il criterio di concretare i momenti, le fasi, le tappe culminanti della storia dell'alpinismo, in modo che il suo panoramico tracciato fosse illustrato sempre da una narrazione tipica, e diremmo esemplare. Esemplare appunto d'una fase, d'una tappa, d'un momento; in una specie di ideale catena di cime, di cui ogni racconto fosse un aspetto essenziale o particolarmente importante. Questo libro dunque sottintende anche una storia dell'alpininismo, che non è stata ancora scritta; e le note introduttive a ciascun capitolo, a legarle l'una con l'altra, hanno, nel limite imposto dalla struttura del libro, precisamente questo scopo: far vedere rapidamente anche lo svolgimento di questa storia. Allo stesso scopo contribuisce la parte illustrativa; e solo per eccezione abbiamo dato luogo a tavole soltanto belle in sé, da appagare l'occhio e far fantasticare o ammirare il lettore.
Presentiamo dunque al lettore italiano un libro organico, utile, e, diciamolo senza modestia, bello: bello come sono belle le cose vere, dove l'uomo si rivela schietto e intero, animato da una passione alta e disinteressata, in situazioni e momenti che per ciascuno furono i più arrischiati e intensi della propria vita.
Descrizione bibliografica
Titolo: Scalatori. Le più audaci imprese alpinistiche da Whymper al sesto Grado raccontate dai protagonisti. 10 disegni nel testo 88 tavole in rotocalcografia fuori testo
Curatori: Attilio Borgognoni, Giovanni Titta Rosa
Editore: Milano: Ulrico Hoepli, 1939
Lunghezza: 380 pagine; 24 cm, illustrato b/n
ISBN: 8820340909, 9788820340902
Soggetti: Arrampicata Alpinismo Scalate Ascensioni Montagna Collezionismo vintage Novecento Anni Dieci Venti Trenta Scalatori Biografie Memorie Illustrazioni Fotografie Pionieri Cime Vette Conquiste Scalata Edward Whymper Pareti Cervino Mummery Colle del Leone Vittorio Sella Ascensione invernale Escursionismo Attività all'aperto Arrampicate Eugenio Lammer Cadute Canalone Penhall Guido Rey Punta Bianca Abate J. Henry Messa Gugliermina Picco Luigi Amedeo Cresta Brouillard Angelo Calegari Fletschhorn Gaetano Polvara Grépon Guide Fasana Avventure Salite Dru Alfredo Corti Emil Solleder Civetta Rivetti Hirondelles Amilcare Crétier Vierge Dames Anglaises Fritz Herrmann Willi Welzenbach Nord Grands Charmoz Toni Schmid Domenico Rudatis Campanile Brabante Rudolph Peters Grandes Jorasses Renato Chabod Corsa Leopoldo Gasparotto Caduta Mazzotti Est Emilio Comici Muraglia Cima Lavaredo Vie Spigolo giallo Furio Bianchet Sesto grado Gasperi Nini Pietrasanta Ovest Aiguille Noire Ernani Faè Limiti Ettore Zapparoli Solitaria Nordend Gino Soldà Marmolada Giuseppe Pirovano Italiani Eiger Riccardo Cassin Pizzo Badile Direttissima Anderl Heckmair Kasparek Bibliografia Riferimento Antologie Raccolte Consultazione Anneddotica Racconti Da collezione Ottocento Primati Ossigeno Stile alpino Abbigliamento Storica Monte Bianco Rosa Murailles Antoine Carrel Bersaglieri Versante Amé Gorret Ours Cordata Loria Crepaccio Tramonto Dufour Natura Sport Alta quota Ottomila Capanna Vallot Campo base Tende Bonin Perruchon Chamonix Rocciatori Tecnica moderna Ghiaccio Ghiacciai Neve Strapiombo Mischabel Baita Homatten Dente Gigante Verte du Fiorelli Valmasino Dentro Leschaux Bernina Rosso Scerscen Paul Preuss Paesaggio Guglia Passaggi Gradi Difficoltà Cinque Torri Morti Dispersi Acclimatazione Dent d'Hérens Sestogradista Rifugio Tissi Dimai Dülfer Discesa Corda doppia Tetto Andrich Zancristoforo Tofana Roces Peuterey F.lli Gabriele Boccalatte Deffeyes Binel Grivola Scivolo Discese Edmondo De Amicis Montanaia Trentino Alto Adige Svizzera Italia Austria Val d'Aosta Gola Macugnaga Pan di Zucchero Torre Trieste Esposito Tizzoni Estate Inverno Walker Tentativi Hinterstoisser Tragedie Sandri Menti Disegni Clima Condizioni meteo Catastrofi Patriarcale Abisso Tyndall Compagni Valanga Morteratsc Valanghe Alpe Staffel Alvise Benedetti Enzo Bich Maurizio Lino Bonola Augusto Boulaz Loulou Bramani Vitale Brocherel Joseph Burgener Romano Battista Remo Chenoz Alfonso Conforto Umberto Croz Michele Alberto Detassis Bruno Douglas Francis Folatti Cesare Franchetti Carlo Fumagalli Gaja Gustavo Gaspard Antonio Gervasutti Giusto Hadow Haringer Rudi Harrer Heini Hudson Charles Lambert Raymond Lettenbauer Lorria Aimé Maquignaz Ange Matteoda Sergio Merkl Molteni Mario Perruquet Jean Baptiste Ponti Ratti Ravelli Franz Scotti Taugwalder Ugo Valsecchi Varale Mary Vörg Ludwig Attilio Zanutti Bollettino Club Giovinezza Sacco Escursionisti Zeitschrift Deutschen Oesterreichischen Alpenvereins Bergsteiger Herausgegeben Alpenverein Scarpone Imprese Letteratura Viaggio Tempo libero Celebri Illustri Trekking Alpinistica Appigli Arrivo Bivacco Camino Canale Cengia Courmayeur Crepaccia Crestina Diedro Fessura Freddo Furggen Gradini Capucin Lastrone Lionel Terray Liscia Lotta Lunghezza Mattino Metri Moschettoni Nebbia Nevaio Notte Passaggio Pendio Piantare Chiodo Piccozza Piedi Pietre Placche Ramponi Ripido Ritorno Roccia Roccioso Sassi Scendere Scivolare Sosta Superare Traversata Valle Verticale Vuoto Walter Bonatti Climbing Mountaineering Climbs Ascents Mountains collectibles Twentieth Century 1910s Twenties Thirties Climbers Biographies Memories Illustrations Photographs Pioneers Peaks Summits Conquests Walls Matterhorn Winter ascent Hiking Outdoor activities Falls Gully Peak Ridge Guides Adventures Running Fall Wall Summit Routes Yellow edge Sixth grade Solo Italians Bibliography Reference Anthologies Collections Consultation Anecdotes Stories Nineteenth Records Oxygen Alpine style Clothing Historical Mont Blanc Slope Roped party Crevasse Sunset Nature High altitude Eight-thousanders Hut Tents Rock Modern technique Ice Glaciers Snow Overhanging Landscape Spire Passages Grades Difficulty Dead Missing Acclimatization climber Refuge Descent Double rope Roof Summer Attempts Tragedies Drawings Climate Weather conditions Catastrophes Patriarchal Abyss Companions Avalanche Avalanches Alps Bulletin Youth Bag Hikers Boot Enterprises Literature Travel Free time Famous Illustrious Holds Arrival Bivouac Chimney Channel Dihedral Crack Cold Steps Slab Smooth Fight Length Morning Meters Carabiners Fog Snowfield Night Passage Plant Nail Axe Feet Stones Slabs Crampons Steep Return Rocky Descend Slip Stop Overcome Traverse Valley Vertical Empty