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Libros antiguos y modernos

Labriola, Arturo (Napoli 1873-1959)

POLEMICA ANTIFASCISTA.

Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1925

27,00 €

Bosio Dedalo M. Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1925
Lugar de impresión
Napoli
Autor
Labriola, Arturo (Napoli 1873-1959)
Editores
Editrice Vedova Ceccoli & Figli
Materia
Antifascismo, politica
Descripción
Buono stato, ordinari segni del tempo, alcune sottolineature e segni a margine a matita. Ex libris al verso del piatto anteriore.

Descripción

Brossura editoriale a stampa con titoli e piccolo fregio in blu su cartoncino grigio marmorizzato, cm 19x14, pp 218 (6), ritratto dell'autore all'antiporta. Stampa: Tipografia Elzevira, 10 aprile 1925; composto da Gaetano La Bruno e Ignazio Pellegrino, impresso da Giuseppe Iterar. Buono stato, alcune sottolineature e segni a margine a matita. Ex libris al verso del piatto anteriore. Primo volume della collana Pagine Politiche curata da Renato Angiolillo (Ruoti 1901 - Roma 1973), che ne firma l'introduzione. Il libro raccoglie, nelle sezioni Etica del fascismo e Critica Liberale, alcuni articoli apparsi su La Critica Sociale e altri periodici, cui si aggiungono due discorsi parlamentari dell'11 luglio 1923 (Gerarchie della rappresentanza, Etica della rappresentanza, Dittatura) e del 30 maggio 1924 (Fine della democrazia parlamentare), riuniti In morte del regime rappresentativo. I testi sono legati da brevi note di Angiolillo, e Labriola aggiunse una Conclusione e una lunga Introduzione. Pochi ebbero il coraggio di stampare un libro che portasse nel titolo la parola «antifascista» durante il regime (oltre a questo ricordiamo il Pensiero Antifascista di Luigi Sturzo, per Gobetti); nel novembre del 1926 Labriola, già allontanato dall'insegnamento, vide revocato il mandato parlamentare (era deputato socialista e partecipò alla secessione dell'Aventino) e l'anno successivo si unì alle fila dei fuoriusciti in Francia. Dall'estero portò avanti posizioni antifasciste che diffuse attraverso un'intensa attività di conferenziere in Europa e America per circa un decennio fino a quando, nel 1935, espresse il suo sostegno alla guerra d'Etiopia, rientrò in Italia e riallacciò, pur senza aderire al partito fascista, i rapporti col regime, arrivando a collaborare con Il Merlo e La Tribuna d'Italia, giornali italiani stampati in Francia marcatamente polemici con gli oppositori del fascio in esilio. Le edizioni Ceccoli, pubblicarono nel biennio 1925-1926 un totale di cinque titoli nella collana, tra questi La crisi dello stato di Gustavo Ingrosso e Fascismo e Finanza di Massimo Rocca; Ettore Ceccoli, succeduto al padre Gaetano, ebbe nella sua libreria editrice di via Tommaso Caravita uno dei centri dell'antifascismo napoletano, pubblicando clandestinamente opuscoli e manifesti anarchici e socialisti. Ostacolato perché non assimilabile e infine entrato in aperto conflitto col regime, allontanato dal giornalismo e dall'editoria, alla fine degli anni '20 Ranato Angiolillo si trasferì a Bari dove lavorò in pubblicità prima di rientrare a Roma nel 1939; qui riprese l'avventura giornalistica dapprima rilevando la testata «l'Italia», poi pubblicando un bollettino clandestino durante l'occupazione e infine fondando con Leonida Repaci, nel 1944 «Il Tempo», giornale di cui restò direttore tutta la vita.