Detalles
Lugar de impresión
Lausannae et Genevae
Editores
Supt. Marci - Michaelis Bousquet & Sociorum
Descripción
In 4° (mm 245 x 200); pagg. (4), XXXI, 363, (1), ritratto dell'A. in antiporta all'età di 84 anni nel 1726, ingr. Jean-Louis Daudet da Vanderbank; frontespizio in rosso e nero con vignetta calcografica, eleganti testatine, finalini e capolettera parlanti, disegnate da Papillon, entro grandi vignette silografiche.<BR>12 tavole incise finemente in rame di schemi ottici riguardanti i telescopi e riflettori newtoniani, più volte ripiegate. Mezza pelle testa di moro coeva con angoli e piatti decorati in cartone verde a stampa, titolo impresso in oro al dorso con cinque nervi e fregi a piccoli ferri dorati. Filetti in oro ai piatti.<BR>Bell'esemplare che presenta le prime 10 carte e l'antiporta, arrossate come di consueto, fino alla prefazione e poi saltuarie lievissime bruniture a talune pagine a metà del volume. <BR>Seconda edizione latina (prima edizione in inglese, 1704, con titolo: "Opticks, or, a Treatise of the Reflections, Refractions, inflections and Colours of Light"), a cura del discepolo di Newton, Samuel Clarke, del completo resoconto delle ricerche ottiche, fondato su ragione e sperimentazione e non sulle ipotesi, scoperte definite "miracoli" dallo scettico Voltaire.<BR>Newton dichiarò notoriamente che non è compito della scienza formulare ipotesi; questa sua posizione, fu formulata nel mezzo di un'aspra disputa con Robert Hooke, che aveva criticato gli scritti di Newton sull'ottica quando furono comunicati per la prima volta alla Royal Society nei primi anni del 1670. L'essenza della tesi di Newton era che la luce bianca è composta da una miscela di luce di diversi colori elementari, che spaziano attraverso lo spettro visibile, cosa che aveva dimostrato scomponendo la luce bianca nei suoi colori separati e quindi riassemblando quei componenti per produrre di nuovo luce bianca. <BR>Nella sua descrizione dei fenomeni del colore, Newton originariamente includeva alcune osservazioni sulla sua concezione corpuscolare della luce (forse simile agli ingranaggi e ai volani in termini dei quali James Maxwell avrebbe poi concepito dei fenomeni dell'elettromagnetismo). <BR>Hooke interpretò l'intero lavoro ottico di Newton come un tentativo di legittimare questa ipotesi corpuscolare, e replicò con varie obiezioni. Newton si rese subito conto del suo errore nell'associare la sua teoria dei colori a una qualsiasi ipotesi particolare sulla natura fondamentale della luce, e tornò subito sui suoi passi, sostenendo che il suo intento era stato solo quello di descrivere i fenomeni osservabili, senza considerare alcuna ipotesi sulla causa dei fenomeni. <BR>La prima edizione di The Opticks (1704) conteneva solo 16 queries, mentre questa edizione è completa di tutte le 31 queries formulate da Newton nel tempo. <BR>