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Libros antiguos y modernos

Joni Icilio Federico, UMBERTO BALDINI

MEMORIE DI UN PITTORE DI QUADRI ANTICHI (LE) con alcune descrizioni sulla pittura a tempera e sul modo di far invecchiare i dipinti e le dorature

SANSONI, 1984

90,00 €

Pleiades Società Cooperativa

(Siena, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1984
Lugar de impresión
FIRENZE
Autor
Joni Icilio Federico
Páginas
X-282
Editores
SANSONI
Curador
Materia
ARTE '900 – MEMORIE
Prologuista
UMBERTO BALDINI
Traductor
Ilustrador
Descripción
Br. con bandelle; cop. ill.ta
Sobrecubierta
No
Conservación
Nuevo
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa dura
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Nuevo
Primera edición
No

Descripción

cm 13x19,5; pref. di Umberto Baldini; 15 tavv. b/n f.t. IN OTTIMO STATO. RARO Icilio Federico Joni (Siena, 1866 – 1946) è stato un pittore italiano, specializzatosi come contraffattore di dipinti antichi (soprattutto di scuola senese) e caposcuola dei "falsari" della stessa città. Fu noto anche col nomignolo di PAICAP. Fu abbandonato, dopo la nascita, alla ruota dei gettatelli presso lo spedale di Santa Maria alla Scala a Siena. La riscoperta dei pittori primitivi italiani del Tre-Quattrocento e il conseguente sviluppo di un cospicuo mercato antiquario internazionale sono all'origine del fenomeno della produzione di "quadri antichi". Fra i centri italiani che tra diciannovesimo e ventesimo secolo si dedicarono alla realizzazione di oggetti d'arte "antica", Siena ebbe un ruolo importante. Le falsificazioni, destinate a una larga clientela di facoltosi collezionisti stranieri, soprattutto americani, ebbero talvolta esiti qualitativi tali da farle considerare oggi autentiche opere d'arte. Il dominatore della "scuola dei falsari" fu appunto Joni, un "gettatello", come si definivano a Siena i trovatelli dell'ospedale di Santa Maria della Scala e che divenne notissimo per le sue Madonne, riproduzioni di quelle dell'antica scuola senese. Questi, in vecchiaia, raccolse e pubblicò la propria autobiografia, Le memorie di un pittore di quadri antichi (1932) che ebbe una immediata traduzione in inglese e che contribuì ad accrescere i sospetti che dietro ogni tavola proveniente da Siena e circolante in quegli anni sul mercato antiquario si nascondesse in realtà il lavoro dell'ormai celebre Joni. Il suo nome divenne il ricettacolo attributivo di ogni antica tavola a tempera su fondo oro sospetta e finì per diventare sinonimo di falso. Così, spesso indebitamente, finirono per essergli attribuiti decine di dubbi "fondi oro" apocrifi. Intorno a Federico Joni si formarono e gravitarono numerosi restauratori e "pittori di quadri antichi": da Igino Gottardi a Gino Nelli, da Arturo Rinaldi detto "Pinturicchio" a Bruno Marzi a Umberto Giunti.
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