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ESTE, Maria Beatrice d'' (Mary of Modena, 1658-1718)
Lettera autografa, firmata e datata, indirizzata alla zia Maria Francesca dello Spirito Santo, nata Giovanna Eleonora d'Este (1643-1722). Manoscritto cartaceo. Saint-Germain-en-Laye, 15 aprile 1717.
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Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italia)
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Detalles
Descripción
Interessante lettera autografa indirizzata da Maria di Modena alla zia, la suora carmelitana Maria Francesca dello Spirito Santo, nata Giovanna Eleonora d'Este, sesta figlia del duca di Modena e Reggio Emilia Francesco I d'Este e di Maria Farnese, figlia del duca di Parma Ranuccio I. Ella fu anche sorella di Rinaldo d'Este (1655-1737), cardinale dal 1686 e duca di Modena dal 1695 alla sua morte.
In questa lettera, Maria loda con toni affettuosi la zia per il suo zelo religioso e la sua santità, menziona il figlio Giacomo Francesco Edoardo Stuart, che chiama re, lo zio Rinaldo I e i cugini. Sembra anche accennare a un recente incontro tra Giacomo e Rinaldo, dal quale entrambi avrebbero ricevuto molta gioia.
Maria Beatrice d'Este, figlia di Alfonso IV e Laura Martinozzi e nipote di Mazzarino, sposò Giacomo II Stuart e dal 1685 al 1688 fu regina consorte d'Inghilterra, Scozia e Irlanda. Dopo la deposizione del marito, visse il resto della sua vita asiliata in Francia, nel castello di Saint-Germain-en-Laye che Luigi XIV aveva ceduto all'esiliato Giacomo II, cercando invano di recuperare il trono per il figlio Giacomo Francesco Edoardo, detto il “Vecchio Pretendente”. Fin dall'infanzia aveva fatto voto di farsi monaca ma, su insistenza della madre, del re di Francia Luigi XIV e persino del papa, la principessa quindicenne aveva acconsentito al matrimonio.
Suo figlio, Giacomo Francesco Edoardo Stuart (1688-1766), ricevette un'educazione cattolica nell'Europa continentale. Dopo la morte del padre, nel 1701, rivendicò la corona inglese, scozzese e irlandese come Giacomo III d'Inghilterra e Irlanda e Giacomo VIII di Scozia, con il sostegno dei suoi seguaci giacobiti e di Luigi XIV di Francia, cugino del padre. Quattordici anni dopo, nel 1715, tentò nuovamente, ma senza successo, di conquistare i troni d'Inghilterra e d'Irlanda. Un ultimo tentativo di restaurazione fu condotto nel 1745 dal figlio maggiore Carlo Edoardo Stuart, noto come il “Giovane Pretendente”. Nel periodo in cui fu scritta la presente lettera, Giacomo viveva nel territorio pontificio a Pesaro e Urbino. Successivamente, Papa Clemente XI gli offrì come residenza il Palazzo del Re a Roma, che egli accettò. Anche Papa Innocenzo XIII, come il suo predecessore, gli dimostrò molto sostegno e gli concesse un vitalizio di 12.000 scudi romani.