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Libros antiguos y modernos

Gorani Giuseppe

Les Preédictions de Jean [sic] Gorani, Citoyen Français sur la Révolution de France

Chez W. Thompson, 1797

200,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1797
Lugar de impresión
à Londres
Autor
Gorani Giuseppe
Editores
Chez W. Thompson
Materia
Storia e pensiero politico, Rivoluzione Francese, Falsi luoghi di stampa
Sobrecubierta
No
Conservación
Excelente
Idiomas
Francés
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición
No

Descripción

In-8° (220x140mm), pp. 192, legatura moderna m. pelle e angoli con titolo e filetti in oro su dorso a nervetti. Piatti e sguardie marmorizzate. Bella copia in barbe. Rara edizione con falso luogo di Londra (l'edizione originale era apparsa a Parigi nel 1793 col titolo Lettres aux Souverains de l'Europe sur la Révolution Française; la presente, pubblicata in realtà in Svizzera o in Austria, è la terza assoluta) di queste lettere sulla Rivoluzione Francese indirizzate a vari sovrani europei dal famoso riformatore lombardo Giuseppe Gorani. Accesosi di entusiasmo allo scoppio della Rivoluzione Francese, e simpatizzante per i moderati Girondini, il Gorani andò poi stemperando il suo fervore dopo i sanguinari eccessi del Terrore, che lo indussero a un volontario esilio in Svizzera. Le presenti missive, rivolte al re di Prussia, al duca di Brunswick, al re di Sardegna, a Pio VI, al re di Napoli, al re d'Inghilterra, e allo Stathoulder d'Olanda, si propongono di dissuadere quei sovrani dalla prospettiva di un conflitto con la Francia, attuando invece una accorta politica di riforme economiche e costituzionali. 'Lo scoppio della Rivoluzione francese rappresentò per il Gorani l'inizio d'una nuova epoca e di un'intensa attività politica e letteraria. Stabilitosi nuovamente a Nyon nell'estate del 1788, seguì con grande interesse e crescente partecipazione le notizie che giungevano dalla Francia, fino a quando nell'agosto 1790, insofferente del clima poliziesco che le autorità andavano instaurando nel Cantone di Berna, si trasferì a Parigi, impaziente di osservare in prima persona i progressi di una rivoluzione nella cui forza rigeneratrice riponeva grandi speranze. Nella capitale francese incontrò uomini politici e intellettuali, partecipò alle riunioni dei club più influenti, presentò diverse memorie all'Assemblea costituente, scrisse articoli e opuscoli poi pubblicati anonimi. Conquistato dalla personalità di H.-G. Riqueti, conte di Mirabeau, alla cui scomparsa attribuì poi la svolta estremistica e, a suo giudizio, fallimentare della rivoluzione, svolse per lui alcune missioni nelle province francesi e a Milano, dove nel marzo del 1791 fu raggiunto dalla notizia della di lui morte. Ritornato a Parigi il G. si legò a J.-P. Brissot e ai girondini, dedicandosi alla loro causa con un coinvolgimento crescente, soprattutto a partire dal dicembre 1791, quando fu promulgato un decreto che lo espelleva dagli Stati asburgici. Scrisse opuscoli e articoli, tra i quali le celebri Lettres aux souverains, raccolte in volume nel 1793. Il 26 ag. 1792 gli fu solennemente conferita la cittadinanza francese per aver servito la causa della ragione e della libertà, unico italiano insieme, tra gli altri, con Th. Paine, J. Bentham, J.H. Pestalozzi e G. Washington. Il processo e l'esecuzione del re e l'inasprirsi del regime del Terrore provocarono tuttavia nel G. una progressiva presa di distanza dagli ideali per i quali si era infiammato, che si sarebbe di lì a poco trasformata in una condanna senza appello, alla luce della quale rileggerà poi l'intera parabola rivoluzionaria. Già critico nei confronti della Costituente e della Convenzione (nel primo caso perché aveva eccessivamente limitato le prerogative del sovrano e istituito una sola Camera, nel secondo per l'unione del potere legislativo con il giudiziario), egli era rimasto sostanzialmente fedele all'orientamento politico maturato ed esplicitato negli scritti fin dall'inizio della rivoluzione.' (Elena Puccinelli in D.B.I., LVIII, 2002, pp. 4-8). Cfr. D.B.I., cit. Venturi, Illuministi Italiani, III, pp. 479 e sgg.