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Libros antiguos y modernos

Pansaers, Clément

Le Pan-Pan au Cul du Nu Nègre avec une gravure par l’auteur

Éditions Alde (Collection AIO),, 1920

850,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1920
Lugar de impresión
Bruxelles,
Autor
Pansaers, Clément
Páginas
pp. [32], con due illustrazioni dell’autore.
Editores
Éditions Alde (Collection AIO),
Formato
in 16°,
Edición
Edizione originale.
Materia
Surrealismo e Dadaismo Avanguardie internazionali
Descripción
brossura originale color grigio-azzurro legata a punto metallico, etichetta con titoli in cornice tipografica al piatto anteriore,
Primera edición

Descripción

LIBRO Edizione originale. Esemplare n. 365 dei 375 tirati in carta simil Japon (tiratura complessiva di 515 esemplari). Lievemente sbiadito ai margini della brossura e al dorso, uno strappetto di pochi mm sul margine di c. [5], lontano dal testo, nel complesso un ottimo esemplare. Punta più alta e insieme manifesto del Dadaismo belga, «Le Pan Pan au cul du nu nègre» fu composto da Pansaers nel 1919 e vide la luce nel 1920 a Bruxelles. Era l'opera prima dell'autore di origini fiamminghe, che negli anni dell'occupazione tedesca aveva fondato la rivista «Résurrection», di taglio fortemente antimilitarista, internazionalista e schierata a favore della rivoluzione russa (venne per questo presto censurata). L'opera è suddivisa in due parti: la prima, intitolata «Le Nu Nègre», è composta interamente in prosa, con un susseguirsi di aforismi, frasi brevi e spezzate, parole affastellate in rapida successione, a volte evidenziate graficamente dall'uso del bold, incuranti della sintassi. «L'Aphorisme est un cataplasme de consolation: Vivre est une maladie imaginaire», annuncia in apertura Pansaers, chiarendo immediatamente l'intonazione del libro. --- Nella seconda parte, intitolata «Pan-Pan», irrompere invece la poesia: ma Pansaers impiega il verso solo in funzione ritmica, riducendolo a espressione onomatopeica che riproduce il suono dei tamburi che scandiscono il ritmo serrato di una danza: «Une bonne finale se danse. Avis aux amateurs: Ici commence le / Pan-Pan / avec les absents / Pan-pan / qui le dansent ailleurs à cette même heure / Pan-pan-Pan-pan / Pan-pan / pan». La sperimentazione formale, pur portata all'estremo, non offusca però le idee politiche dell'autore, il suo anticapitalismo, l'avversione al colonialismo e la forte denuncia dell'omicidio di Rosa Luxemburg: è così che i tonfi del tamburo che invita alla danza si tramutano nei colpi di pistola sparati dall'assassino: «Pan-pan – Pan-pan / Rosa la rouge / Pan-pan / Pan-pan-rouge!». L’opera fu accolta con grande favore, e permise a Pansaers di essere riconosciuto come uno dei campioni dei Dadaisti: «Depuis longtemps je n'avais pas été à pareille fête», scrisse André Breton dopo aver letto «Le Pan Pan». --- Per dare conto della personalità, non solo sul piano artistico, di Pansaers (1885-1922), basti il ritratto che ne fece un altro grande esponente del Dadaismo, Philippe Soupault: «Sa personnalité était extrêmement forte. Et je me souviens que, par exemple, il a beaucoup impressionné un homme qui était difficile à impressionner, qui était Picabia. Picabia avait le sens de cette espèce de force qu'il y avait chez Pansaers. Il avait un côté tragique, c'est extraordinaire. Il s'appelait Clément, ce qui était insensé quand on pense à son personnage, c'était une sorte de contradiction. C'était un révolté. Il avait cette espèce de puissance de la révolte qui n'existait pas chez beaucoup de gens mais qui chez lui était quelque chose de vital» («Contre l’oubli: un dadaïste, Clément Pansaers», RTB, 16 juin 1968). --- La figura di Pansaers venne per anni dimenticata: a partire dagli anni ‘70 del Novecento si è assistito a una decisa riscoperta dell'autore, oramai collocato tra i grandi esponenti del Dadaismo europeo. Nell'ambito della rivalutazione del suo lavoro, tutte le sue opere sono state ristampate, compresi i numeri di «Résurrection». Ornano l'edizione due belle tavole incise dall'autore, una in antiporta, l'altra all'ultima carta.
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