In-8° (185x122mm), pp. VI, 7-220, cartonatura marmorizzata coeva con titolo manoscritto su tassello cartaceo al dorso. Bella copia in barbe. Accompagna il volume un foglietto ottocentesco con annotazione coeva del proprietario riprendente il Gamba. Prima edizione, rara, impressa due secoli dopo la morte del novelliere a Firenze, con indicazione fittizia di Istanbul. 'La Seconda Cena - acclara il Gamba - ha un suo particolar frontispizio colla data di Stambul (Firenze) 1743, continuando però la prima segnatura e numerazione.' Essa, assai rara, pubblicata per le cure dell'abate Bonducci, fu a sua volta fatta oggetto di una contraffazione (la presente edizione genuina si distingue dalla contraffazione per il numero delle pagine); 'la originale edizione deesi alle cure dell'ab. Andrea Bonducci, da cui è stata fatta eseguire in Firenze l'anno 1743. È cagione della sua rarità l'essersi in tempo della nunziatura in Firenze del card. Vitaliano Borromeo fatti consumare dal fuoco nella pubblica piazza tutti gli esemplari che si sono potuti raccogliere' (Gamba). Malgrado la disomogeneità cronologica e la strana successione temporale delle edizioni, la Prima Cena vide la luce soltanto 13 anni dopo la Seconda Cena. Un'ulteriore novella, 'La giulleria', uscì solo nel 1815. Composte attorno alla metà del Cinquecento, le 22 novelle rimasteci del Lasca (1503-1584), inquadrate da una struttura narrativa di ascendenza boccacciana (i racconti di cinque giovani e cinque donne in tre sere di carnevale), rappresentano un vivido specchio della vita sociale nella Firenze del tempo attraverso le innumerevoli burle qui descritte, ai danni di uomini di chiesa e di lettere, specchio di una visione del mondo ridanciana e beffarda, scevra da macerazioni interiori e redatta in prosa di grande immediatezza popolana. 'Artista il Lasca è certo, anzi artista così schietto come nessun altro novelliere del Cinquecento e porta in quel suo novellare popolaresco qualcosa di suo proprio, di originale, una sua fantasia estrosa, che si compiace di situazioni bizzarre e di macchiette singolari, e ha una particolare predilezione per certi effetti di macabra comicità' (Mario Fubini in Dizionario Bompiani d. opere, II, 197-98). Il loro autore, fra i fondatori dell'Accademia degli Umidi (in cui prese come pseudonimo il nome di un pesce di acqua dolce) e di quella della Crusca, oltre a queste novelle, certo il suo capolavoro, scrisse rime bernesche, sette commedie, diverse farse. Gamba, 538-39. Brunet, II, 1720. Gay-Lemonnyer, III, 851. Papanti, I-187. Passano, II, 346-47. Graesse, III, 142. Parenti, Falsi luoghi di stampa, p. 117 e Prime edizioni italiane, pp. 277-78. Olschki, 12771 (riconferma la rarità dela 'Seconda cena' a causa del rogo cui la condannò il Borromeo).
Anno di pubblicazione: dell' Egira 122