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Libros antiguos y modernos

Giorgio Baroni, Giulio Firpo

La poetica di Camillo Sbarbaro (A cinquant'anni dalla morte del poeta 1967-2017). Atti del Convegno (Arezzo, 11 novembre 2017)

Cesati, 2019

20,90 € 22,00 €

Franco Cesati Editore

(Firenze, Italia)

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Detalles

Año de publicación
2019
ISBN
9788876677564
Páginas
157
Serial
Quaderni della Rassegna (150)
Editores
Cesati
Formato
220×153×12
Curador
Giorgio Baroni, Giulio Firpo
Materia
Sbarbaro, Camillo, Studi letterari: 1900–2000 ca., Studi letterari: poesia e poeti, Italiano
Conservación
Nuevo
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa blanda
Condiciones
Nuevo

Descripción

Nel cinquantenario della morte del poeta Camillo Sbarbaro un incontro di italianisti ad Arezzo (nel 2017) presso l’Accademia Petrarca ne ha ripercorso la storia umana e letteraria. Ligure, di Santa Margherita, Sbarbaro a soli ventisei anni pubblica la raccolta di poesie Pianissimo e nello stesso anno si reca a Firenze dove incontra Ardengo Soffici, Giovanni Papini, Dino Campana, Ottone Rosai e altri artisti e letterati che ruotavano intorno alla rivista «La Voce». Richiamato alle armi nel 1917 il poeta scrive al fronte la raccolta poetica Trucioli, pubblicata da Vallecchi nel 1920. Sarà proprio Trucioli a fargli conoscere, un altro “grande ligure”: Eugenio Montale. Tra il 1928 e il 1933 Sbarbaro viaggia soprattutto in Europa cogliendone i nuovi venti letterari e politici. Al 1933 risale il nuovo libro Calcomanie che, a causa della censura, circolerà solo nel 1940 in una ventina di copie dattiloscritte. Nel 1945 Sbarbaro inizia un’intensa attività di traduzione di autori francesi e greci. Gli ultimi anni di lavoro letterario dopo il denso volume Fuochi fatui del 1956 lo vedono impegnato solo in piccole raccolte di prosa: Gocce (1963), Il “Nostro” e nuove Gocce (1964), Contagocce 1965), Bolle di sapone (1966), Vedute di Genova (1966) e Quisquilie pubblicato poco tempo prima della sua scomparsa (1967). Sbarbaro, pur nella sua produzione “misurata” e nel suo vivere appartato, ha rappresentato una delle voci più limpide e alte della lirica italiana del Novecento.
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