In 8°; (2 b.), (2), 102, (2 b.) pp. e una grande c. di tavola della Crimea più volte ripiegata. Qualche lieve traccia di foxing, dovuta alla qualità della carta e nel complesso, in buone-ottime condizioni di conservazione, ancora in barbe e in bellissima ed importante brossura coeva. La magnifica legatura coeva in brossura in bianco e amaranto con motivi floreali e intarsi, è firmata nel margine esterno dall'autore della stessa, quel famoso Carlo Bertinazzi, che a Bologna, nel 1760, fondò una notissima ditta di carta per per rilegare i libri, per avvolgere i mazzi di fiori, per il retro delle carte da gioco, per le pareti delle case, per rivestire mobili e scatole ed altri vari servizi. La ditta stampava in Via Venezia (oggi via Caduti di Cefalonia 3-5) al numero 1749-1750 fino alla seconda metà dell'ottocento. A Carlo Bertinazzi, susseguì il nipote, Carlo Bruera che già verso gli anni 80' del settecento, aveva iniziato a lavorare con Carlo che aveva cambiato il nome della ditta in Fabbrica dellantica Ditta cantante Carlo Bertinazzi e Nipote. Carlo Vittorio Bertinazzi era originario di Torino dove nacque nel 1731. Intorno al 1750 era Parigi dove aveva raggiunto lo zio attore, Carlo Antonio Bertinazzi (1710-1783) che era in Francia, una vera e propria celebrità come uno dei più grandi interpreti di Arelcchino nella Commedia dell'arte. Fu qui che Carlo Vittorio apprese l'arte tipografica, specializzandosi nei papiers peints che all'epoca, era un'arte in forte ascesa in Francia ma ancora poco conosciuta in Italia. Come scrive G.P. Tomasina nella sua monografia All'uso di Francia dalla moda all'industria. Carte decorate, papier peint e tessile stampato nel sec. XVIII: la Bottega Bertinazzi (Bologna 1760-1896)", Bologna, 2001, pp. 150-151: La piccola arte del dipingere le carte a fiori, a drappo, a marmo e in tutte le fogge alla francese' porta infatti a Bologna un'abilità fino ad allora ignorata, proprio negli anni in cui l'illusione di una bellezza altrimenti inaccessibile segna l'età d'oro del papier peint in Europa. Inserendosi nella produzione italiana vasta ed articolata di questo settore, la bottega Bertinazzi replica le novità che giungono d'oltralpe, ovvero carte decorate di ogni tipo, marmorizzate, dorate, goffrate, silografate, a colla
. Le brossure identificabili a Bertinazzi direttamente su libri, sono pochissime. Prima rara edizione di questa celeberrima storia della Crimea, una seconda edizione, uscì nel 1785, lavoro del celebre poligrafo, storico e giornalista, Francesco Becattini (Firenze, 1743 (?) - Livorno, 1813). Poco si sa della sua vita, tanto che alcuni dati sono ambigui e discordanti. Quello che si sa è che fu un poligrafo di inesauribile vitalità, pubblicando numerosissime opere. Sicuramente si sa che fosse un uomo dagli scarsi mezzi finanziari e che scrivere, per lui era un mezzo per sostenersi. Le sue descrizione storiche sono spesso ricche anche di narrazioni di fatti curiosi, scandali e misteri nella descrizione dei quali, la sua vena letteraria, si esprimeva in tutto il suo potenziale. Proprio le difficili condizioni economiche lo portarono a cambiare spesso città e a scrivere dei temi più disparati, oltre a collaborare con diversi giornali. Come narra, Gian Franco Torcellan nella voce dedicata a Beccatini, nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 7 (1970): "Tra il 1782 e il 1783, dunque, il B. dovette lasciare senza troppi indugi la Toscana, e finì per stabilirsi poi a Napoli. In questa città usciva infatti in quell'anno una sua compilazione storico-geografica, la Storia della Piccola Tartaria, penisola di Crimea ed altre provincie circonvicine, per le stampe del Pianese; l'opera, di discreta fortuna, ebbe una seconda edizione, che è quella più comunemente nota e diffusa, pubblicata a Venezia nel 1785 col titolo di Storia della Crimea, Piccola Tartaria ed altre provincie circonvicine soggetto delle recenti vertenze tra la Russia e la Porta Ottomana, con un esatto ragguaglio delle usanze, costumi di que' popoli, ultime loro vicende e produzioni del paese inservienti al commercio d'Europa. La piatta andatura della compilazione era interrotta soltanto nel finale dell'opera, nel quale si esprimeva una sentita partecipazione all'avanzata vittoriosa di Caterina II. Curiosamente, accanto al titolo da lui sempre ambito e prodotto su tutti i frontespizi di "accademico apatista", in quest'operetta il B. si designava, non sappiamo su quale base concreta, "professore di geografia e di storia nella sua patria". L'opera rappresenta una dei primi testi italiani, dedicati in modo monografico alla Crimea e alla sua storia, alla presenza dei Tartari, dei Cosacchi, alle guerre e dominazioni che si sono susseguite, nel corso dei secoli. Prima rara edizione in importante brossura coeva. Rif. Bibl.: IT\ICCU\UFIE\005136