LIBROPrima edizione della raccolta.Seconda ampia raccolta pubblicata dall’autore, con numerosissime modifiche testuali e paratestuali e sette componimenti inediti. Tiratura di 500 esemplari fuori commercio, numerati a mano. Le straordinarie poesie di Giuseppe Ungaretti, l’impaginato elegantissimo, la carta di gran pregio, il formato quaderno e gli ornamenti xilografici di Francesco Gamba contribuiscono a rendere questo uno dei più bei libri del Novecento italiano. -- Il «Porto sepolto» del 1923 è un libro composto con grande gusto da Ettore Serra e disegnato da Francesco Gamba. Le poesie della raccolta sono riprese, ridisposte e notevolmente modificate, da «Allegria di naufragi» 1919 e dal «Porto sepolto» 1916, nelle omonime sezioni. La prima parte, «Elegie e madrigali», si compone invece principalmente di poesie inedite (eccetto tre già in «Allegria di naufragi», e «Paesaggio» in «La Ronda» gen.-feb. 1921): «Le stagioni» (a R. Bacchelli, a é. Bourges), datata Parigi febbraio 1920 e Roma ottobre 1922; «Alla noia» (a E. Cecchi, a P. Valery), datata Roma 19 luglio 1922; «Trame lunari» (a A.E. Saffi), Roma 29 giugno 1922; «Silenzio in Liguria» (a E. Serra, ad A. Spadini), Roma 31 maggio 1922; «O Notte» (a A. Breton, ad A. Gargiulo), Parigi dicembre 1919; «Odo la primavera» (a A. Savinio), Milano 1919. Sei poesie che, con l’introduttiva «Sirene» (datata Roma 15 aprile 1923), vanno a comporre il nucleo di inediti attorno a cui disporre materiale già edito, ma profondamente lavorato: le varianti d’autore sono tali e tante da indurre a privilegiare, per questo libro, la qualifica di prima edizione in luogo a quella — diffusa ma semplicistica — di seconda. -- A percorrere l’elenco dei dedicatari (spesso aggiunti ad hoc in questa edizione) si ha come l’impressione di scorrere il «Chi è?» del milieu modernista italo-francese: Aragon, Carrà, Breton, Rebora, Viani, De Chirico, Montano, Cecchi, Valery, Savinio, Paulhan, Cardarelli, Marone, Papini, Soffici, Prezzolini, De Robertis, Apollinaire. Ci sono tutti, dalla Voce a Lacerba passando per La Diana e chiudendo con la Nouvelle revue française. C’è una precisa strategia in atto da parte del poeta a presentarsi come esponente rilevante della cultura europea, e in questo quadro va collocata la «Presentazione» di Mussolini: «Ungaretti era in ottimi rapporti con Mussolini, perché era stato corrispondente da Parigi del quotidiano del Duce, Il popolo d’Italia. In rapporti ancora migliori lo era Ardengo Soffici, l’unico che si permettesse di dare del “tu” a Mussolini. E perciò si presentarono tutti e tre — Serra, Soffici e Ungaretti — a Palazzo Chigi, dove l’usciere annullò tutte le visite del Duce perché i tre potessero parlare con lui a loro agio» (Mughini, I 51 libri italiani più belli degli ultimi cento anni, p. 200s.). La prefazione del Duce suona semplice ed essenziale, ma non priva di una certa forza: «Il mio compito non è di recensir[e]: coloro che leggeranno queste pagine si troveranno di fronte ad una testimonianza profonda della poesia fatta di sensibilità, di tormento, di ricerca, di passione e di mistero».Bibl.: Barenghi, Da un porto all’altro: Ungaretti 1923 (in Id., Ungaretti: un ritratto e cinque studi, Modena: Mucchi, 1999, pp. 131ss.); Corvi, Giuseppe Ungaretti: Il porto sepolto (1922): Un libro inedito (Milano: Biblioteca di via Senato, 2005); Cupo, Ungaretti poeta organico? Per una lettura ideologica delle varianti del Porto sepolto (1923) (in Filologia italiana 8, 2011, pp. 209-229); Gambetti, Preziosi del Novecento, Alai 3, 2017, p. 21; Mughini, Da Italo Svevo a Maurizio Cattelan: i 51 libri italiani più belli degli ultimi cento anni (in Una casa romana racconta, Milano: Bompiani, 2013, pp. 181-255)