Detalles
Lugar de impresión
Tusculano
Autor
PETRARCA, Francesco.
Editores
Impresso in Tusculano appresso il Laco Benacense, per Alessand
Descripción
>in-24, (100x55 mm), ff. 160 ??158 su 162 (num I- CLXI, mancando il f. k8 , V3, V4 e V6 ), legatura coeva in pergamena con nodi impressi ai piatti entro bordura, tagli cesellati (ampi restauri alle cuffie e agli angoli dei piatti e al dorso); elegante astuccio di dimensione maggiore nel cui spessore è incassato del volumetto, racchiuso in uno scomparto rivestito di velluto blu; dorso in pelle screziata blu. Elemento distintivo (e vincente) dei Paganini furono senz'altro le loro collane di pubblicazioni con caratteristiche editoriali unitarie: Petrarca era stato l'autore con cui nell'aprile del 1515 il Paganini aveva scelto di inaugurare a Venezia la propria collezione in “picciola formetta di novo e bellissimo carattere di letere, le quali alla penna assomigliano”. Anche questa riedizione di Toscolano fu dedicata a Isabella d'Este: il Canzoniere era un classico amato dalle dame colte e alcune, come l'Eleonora di Toledo ritratta dal Bronzino, vollero farsi ritrarre con il leggiadro petrarchino fra le dita. Secondo Angela Nuovo “La collezione in ventiquattresimo è uno dei nodi dell'editoria di Alessandro: le è affidato un programma preciso e coerente… converrà tenere presente le invenzioni e gli spunti fecondissimi di Aldo e da questi ricostruire un disegno che, con mira più modesta, tempestivamente rispondeva alle nuove esigenze dei lettori, e quindi anche all'innegabile ridimensionamento della grande scuola umanistica italiana" (A.Nuovo). Dopo alcuni esperimenti di stampa a Salò, nel 1517 si trasferì a Toscolano e sulle rive del Garda pubblicò ancora una decina di edizioncine e, proprio nella nuova dedica a Isabella d'Este del Petrarca del 1521, scrisse che licenziava la nuova edizione perché «con ogni ingegno mio, ogni sapere operando, credo haver migliorato di sorte che senza ammenda e con più vaghezza dell'opera leggere si potrà». Luigi Balsamo aveva esaltato l'elevato sperimentalismo di Alessandro e questo minuscolo carattere da molti definito 'bizzarro'. Paganino ebbe un'enorme richiesta per il Petrarchino e ne fece un'alta tiratura, ma i volumi di picciola formetta furono letteralmente consumati dai lettori. La rarità delle copie rimaste fa sì che sia censita in sole 5 biblioteche italiane e sia mancante alla BNF. Esemplare completo del colophon al verso di T2, prima dell'indice e di versi di vari autori tra cui Cino, Cavalcanti e Dante, ma mancante del foglio K8 e di metà dell'ultimo quaderno (firma abrasa al titolo). Hortis 42; Bologna 351. Fiske/Fowler, 91. Marsand, 349. Ley, f. 118. Angela Nuovo, La parte veneziana della collezione in 24esimo di A. Paganino p. 37-62 e 81-106 "In questa innovativa veste, stampò alcuni testi fondamentali della letteratura volgare coeva: Petrarca, gli Asolani di Bembo, l'Arcadia di Sannazaro. È evidente l'ispirazione manuziana dell'operazione, principiata nello stesso anno della morte di Aldo (1515) e imitata nel costume umanistico dell'aggiunta di dediche e testi introduttivi al lettore" . Catalogo "Senza ammenda e con più vaghezza", Mostra 2008: "Dopo le edizioni di autori latini, il Paganini inserì nella collezione benacense il Petrarca volgare". Speck n.202 "Erste kleinformatige Ausgabe der Rime".