“Il pericolo”. Brano in prosa autografo firmato. Non datato.

AUTOGRAFO«[…] Non votate per gl’impiegati dello Stato! Questo rifiorire di candidature burocratiche indica non solo la povertà della nostra vita politica, ma il penetrare di una corruzione nuova negli ordini amministrativi. […] In tante cose che muoiono, in tanto mutare di uomini, la burocrazia rimane come una forza salda e durevole […]. Ciò che noi dovremmo fare per essa [la burocrazia] è ridurla di numero e migliorarla di condizioni: dovremmo renderla più moderna e più colta […]. Chi è a capo di una grande amministrazione ha molti modi per far parlare e molti per far tacere. […] Il direttor generale deputato non soltanto è un non senso, ma è una corruzione […]. Perché noi dobbiamo mentire sempre? […]». Questo brano, una importante testimonianza di Nitti sulla burocrazia di Stato, venne pubblicato sulla «Riforma sociale» (n. 5, anno 1900) con il titolo «Quali regioni danno un maggior numero d’impiegati?». Stefano Sepe, oggi docente all’Università Luiss di Roma, riassume con queste parole il pensiero di Nitti relativo alla burocrazia di Stato: «Nitti aveva un’idea completamente innovativa del ruolo dello Stato. Egli pensava — e qui sta tutta la sua modernità — non ad uno Stato […] che tutto fa e a tutto provvede, ma ad un sistema amministrativo in grado di sorreggere la società nelle sue esigenze di sviluppo favorendo la capacità competitiva del suo sistema produttivo e tutelando, nel contempo, le fasce sociali più deboli». L’ideale nittiano di un’amministrazione di «pochi e ben pagati» è, evidentemente, il problema di bruciante attualità di fronte alla competizione globale, che va affrontata migliorando la qualità dell’azione pubblica.

Anno di pubblicazione: s. d.