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Fondazione CISAM
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Bross., cm 24x17, pp XIX-322. ISBN: 978-88-7988-369-6. Il Polipticum quod appellatur Perpendiculum del vescovo di Vercelli Attone (924-960 ca.) è una fonte nota a chi si occupa della storia del regno italico nel periodo post-carolingio principalmente per la fama di enigmaticità quasi insolubile che grava su di essa. Il suo testo ci è stato conservato in un unico manoscritto (oggi all’interno della Biblioteca Apostolica Vaticana) che lo riporta in due versioni: la prima è cifrata tramite la tecnica della scinderatio e il ricorso costante a vocaboli estremamente desueti. La seconda consiste nello scioglimento della prima: l’ordine delle parole è parzialmente ricomposto e i termini sono glossati con sinonimi più comuni. È il contenuto del testo, tuttavia, più ancora della sua singolare forma, a destare i maggiori interrogativi: attraverso una lunga serie di oscure allusioni l’autore ci racconta la lotta tra re legittimi, re usurpatori e aristocrazie di diverso rango per il controllo del regno, senza però fare mai alcun nome né alcun riferimento specifico. A questo intricato racconto di complotti e tradimenti reciproci segue una riflessione teorica di difficile interpretazione su quanto ci è mostrato nella prima parte. A complicare il quadro è la presenza di una “lettera dedicatoria” anteposta al testo, e come esso cifrata, dal contenuto estremamente enigmatico; con essa l’autore invia il suo scritto a un ignoto destinatario. L’obiettivo di questo libro è rispondere ai quesiti di base ancora insoluti sull’opera del vescovo Attone: che cos’è il Perpendiculum? In quali circostanze e per quali fini è stato scritto? Perché il suo autore ha voluto cifrarne il testo? Chi è il destinatario anonimo dell’opera? L’analisi della struttura retorica e del lessico permette di riconoscere nel testo un’oratio a fine politico con la quale il vescovo, utilizzando una sottile retorica profetica (già implicita nella scelta del titolo), intende convincere l’ignoto destinatario dell’errore, politico oltre che morale, insito in ogni usurpazione di una corona già legittimamente detenuta. L’usurpazione che il vescovo vuole scongiurare con il suo elaborato appello è quella che riporterebbe sul trono italico Ottone di Sassonia, scacciando una seconda volta Berengario II: i riferimenti interni al testo permettono infatti di datarne la composizione alla metà degli anni ’50 e di cogliere la visione politica del vescovo sugli avvenimenti che vanno dal 924 ca. al 953. Il Perpendiculum, oltre a essere una delle pochissime voci anti-ottoniane conservate, fornisce anche un punto di vista originale sullo stravolgimento dei ranghi delle aristocrazie di cui Attone è stato testimone, in particolare durante gli anni del regno di Ugo di Arles, protagonista della prima parte dell’opera. Il testo, posto in dialogo con le altre fonti coeve e analizzato alla luce degli ultimi risultati della storiografia italiana ed europea, consente la ricostruzione di un ampio quadro della storia politica del regno italico nella prima metà del secolo X, dei suoi meccanismi e dei suoi protagonisti. Nelle conclusioni è avanzata una proposta di identificazione del destinatario dell’opera, nelle appendici si fornisce la trascrizione delle glosse inedite del manoscritto vaticano e una traduzione interpretativa della fonte.Indice: PRIMA PARTE - CHE COS’È IL PERPENDICULUM? 1. MANOSCRITTO E ATTRIBUZIONE : Un unico testimone - La biblioteca di Attone - L’evidenza materiale - L’arrivo alla Biblioteca Apostolica Vaticana - La diatriba de Attonibus e i dubbi sulla paternità dell’opera. 2. STRUTTURA RETORICA: Argumentum e dispositio dell’opera - Exordium - Narratio - Argumentatio e conclusio - Struttura retorica e struttura logica. 3. CONTESTO E FINALITÀ : Il primo usurpatore - Il re presente - Il nuovo usurpatore - L’usurpazione da scongiurare - Contesto e finalità. SECONDA PARTE - IL FILO A PIOMBO - 4. NARRATIO: L’ORIGINE DEL CHAOS: L’usurpazione: cronaca, paradigma, prefigurazione - Le conseguenze dell’usurpazione: il regno di Ugo di Provenza - La debolezza iniziale - Da re di nome a tiranno di fatto - L’eliminazione di Anscario II - L’apoteosi dell’usurpatore - La struttura della prima parte della narratio - Il ‘nuovo ordine’ e la caduta dell’usurpatore - La caratterizzazione attoniana dell’usurpatore 5. NARRATIO: LA QUAESTIO POLITICA : L’annullamento dell’autorità: l’assenza di Lotario II - Maiores e minores - La giusta repressione: Berengario II - La caratterizzazione del ‘re presente’ - L’illusione dei proceres: Ottone di Sassonia - La caratterizzazione dell’usurpatore futuro. 6. ARGUMENTATIO E CONCLUSIO : Percontatio: la parola agli avversari - Invettiva - Confutazione - Un’estensione significativa: la perdita della legittimità - La legittimità come modello assoluto - La cornice escatologica: gloria mondana e gloria ultraterrena - L’ordine ideale: la preghiera finale - La cessazione del chaos. TERZA PARTE - ARISTOCRAZIE, RE, VESCOVO 7. LESSICO POLITICO: I PROTAGONISTI DELLA LOTTA PER LA GLORIA MONDANA: Il lessico - L’uso dei termini connotanti. 8. ARISTOCRAZIE E RE: L’eliminazione dei tribuni - I milites traditori - La genuina prosapia - La fine di re Ugo - Maiores e minores. 9. IL RUOLO POLITICO DEL VESCOVO ATTONE: Il De pressuris ecclesiasticis - Le lettere. CONCLUSIONI – APPENDICI - BIBLIOGRAFIA - INDICE ANALITICO.