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Libros antiguos y modernos

Pirandello, Luigi.

I vecchi e i giovani. Romanzo di Luigi Pirandello (in due volumi).

72,00 € 80,00 €

Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico

(Rosignano Solvay, Italia)

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Detalles

Autor
Pirandello, Luigi.
Materia
Letteratura italiana - (Teatro, Novecento)

Descripción

Milano, Fratelli Treves Editori, 1918. Terzo migliaio. (seconda edizione). In 8vo, pp. 298 + 16 in appendice con la lista dei Romanzi Italiani; 279 + 16 in appendice con la lista dei Romanzi Italiani. Bross. edit. in carta con titoli in r/n al piatto ant. e la Lista dei Nuovi Romanzi Italiani al piatto post. Scritto nel 1899, all’indomani dello scandalo della Banca Romana del 1893 - un esempio di malgoverno - e sei anni dopo il drammatico epilogo dei Fasci Siciliani, I vecchi e i giovani si sviluppa intorno ad alcuni episodi che appartengono alla biografia e al periodo di Luigi Pirandello: la crisi mineraria zolfara, la malattia della moglie, l’impatto con la vita e la mondanità romana, i moti che sfociarono nella repressione e nel sangue. Pubblicato dapprima nel 1909 sulla Rassegna Contemporanea, e quindi nel 1913 dall’Editore Treves, I vecchi e i giovani sfugge a una facile collocazione nella produzione pirandelliana, rappresenta una prova a sé stante che esaurisce un’esigenza personale dell’autore di venire a capo del proprio vissuto, storico e autobiografico. Si tratta di un romanzo con forti valenze sociologiche, in cui l’occhio penetrante di Pirandello, sulle condizioni socio - economiche dell’isola e dell’Italia, descrive non soltanto i vizi della Sicilia, ma degli italiani in genere, parlandoci anche della realtà attuale, cosicché il lettore può trovare coscienza delle cause e della sostanza di alcuni difetti nazionali: l’arrivismo, il piccolo cabotaggio della politica, fatto di meschine trame, la corruzione (“la corruzione era sopportata come un male cronico”), il malgoverno, l’incapacità delle classi dirigenti, sia di destra che di sinistra, le mafie, i gruppi di pressione, l’affarismo, il potere economico che condiziona pesantemente quello politico, il parassitismo, i fessi che lavorano e i furbi che campano agiatamente sul lavoro degli altri. Pirandello fa dire a un suo personaggio: “Mangia il Governo, mangia la Provincia; mangia il Comune e il capo e il sottocapo e il direttore e l’ingegnere e il sorvegliante. Che può avanzare per chi sta sotto terra e sotto di tutti e deve portar tutti sulle spalle e resta schiacciato?.” E sembra voler dimostrare che il caos (la pazzia) predomina sui progetti, nobili e meno nobili, e sulle aspirazioni, legittime o inconfessabili, di tutti: nel microcosmo della famiglia come nel macrocosmo della politica, negli ambienti dell’aristocrazia come in quelli della borghesia e della plebe, e persino a livello della fisiologia e dei sentimenti. Il “romanzo della Sicilia dopo il 1870, amarissimo e popoloso romanzo, ov’è racchiuso il dramma della mia generazione” (Pirandello), è un romanzo “accorato”, “ l’opera più vasta e complessa di Luigi Pirandello” (Spinazzola), “dove l’identità unificante del passato è opposta alla politica, categoria negativa del presente” (Guglielmetti - Joli). Di non comune reperibilità. Volumi in barbe, in parte intonsi e in ottime condizioni.
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