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Libros antiguos y modernos

Pagano, Vittorio

I privilegi del povero (1939 - 1959) [Mitologia del Sud; In un astro crudele; Trobar concluso; Residui di un album di guerra]

«Il Critone» (Editrice Salentina, Lecce - Galatina),, 1960

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1960
Lugar de impresión
S. l.,
Autor
Pagano, Vittorio
Páginas
pp. 184 [8]; 243 [9]; 239 [9]; 142 [9].
Volúmenes
4 voll.,
Editores
«Il Critone» (Editrice Salentina, Lecce - Galatina),
Formato
in 24° (143 mm altezza),
Edición
Edizione originale.
Materia
Poesia Italiana del '900
Descripción
brossura color crema stampata in nero e ocra, volumi conservati in cofanetto editoriale color ocra,
Primera edición

Descripción

LIBRO Edizione originale. Ottimo esemplare (minimi e normali segni del tempo), con il volume 1 n. 367 / 500, e i restanti volumi n. 378 / 500. Rarissimo, tanto più con il cofanetto editoriale conservato (lieve segno da urto all’angolo posteriore). Scarsamente conosciuto e capito, a lungo condannato alla marginalità all’interno del panorama del secondo Novecento letterario italiano, Vittorio Pagano è stato un poeta tenacemente fedele allo spirito ermetico in un tempo più facilmente segnato dall’adesione a diverse forme di neorealismo o dalla ricerca sperimentale “novissima” o neoavanguardista. Natio di Lecce, Pagano ha costruito la propria esistenza e il proprio immaginario poetico avendo come punti di riferimento e orizzonti ideali la terra d’origine e Parigi. Un’oscillazione testimoniata dall’impegno all’interno di esperienze e comunità intellettuali fortemente legate alla Puglia – a cominciare dalla partecipazione all’Accademia Salentina di Girolamo Comi e alla presenza all’interno della redazione della rivista a essa collegata, «L’Albero» - insieme a quella, non meno importante, di traduttore degli amati “poète maudit”, che Pagano avrebbe celebrato nella preziosa antologia da lui curata nel 1960 per le Edizioni dell’Albero. Schivo e disinteressato al riconoscimento ma ciononostante pubblicamente attivo, dal giugno del 1956 il poeta leccese diresse il supplemento letterario del periodico «Il Critone» dando vita, nel 1958, alla collana editoriale «I Quaderni del Critone» per cui uscirono, nell’arco di nove anni, diciotto volumetti tirati in poche centinaia di esemplari che ospitarono traduzioni o nuove versioni di poeti medievali francesi, raccolte d’ispirazione ermetica - come la silloge di Carlo Betocchi «Il vetturale di Cosenza» (1959) – e opere di narrativa tra cui si segnalano, per sottolineare la feconda relazione di Pagano con grandi autori a lui contemporanei, «Una città» (1958) di Romano Bilenchi, «Il caso e il caos» (1961) di Piero Bigongiari o ancora «Trame» (1963) di Mario Luzi. Ed è proprio all’altezza del periodo stretto tra il 1958 e la metà degli anni Sessanta che è possibile collocare anche la fase più intensa della sua produzione personale, a cui appartiene il rarissimo «Il privilegio del povero» qui presentato. Pubblicati nel 1960 per i tipi di «Il Critone» nel caratteristico formato in 24° con tiratura limitata a cinquecento esemplari numerati, nei quattro volumi che compongono l’opera trovano spazio le suite «Mitologia del Sud», «In un astro crudele», «Trobar concluso» e «Residui di un album di guerra», componendo un paesaggio che in tutto dichiara l’attaccamento di Pagano alla cifra ermetica e al Sud come luogo non soltanto geografico. Un legame, quest’ultimo, pagato con l’incomprensione se si presta fede a ciò che Oreste Macrì - grande tessitore del legame tra il Salento e Firenze, culla dell’ermetismo - affermò in «Nuova poesia del Salento europeo», saggio apparso nel 1980 sulle pagine del numero 63-64 di «L’Albero»: «Vittorio Pagano rimase [nella sua terra] e la pagò cara con l’ipertrofia barocco-simbolista, il maledettismo provincializzato, l’ermetismo negativo e misticheggiante, le velleità populiste, la morte disperata per nulla consolata dalla sicura gloria futura. Giacché con ogni difetto, o forse anche per esso, la poesia di Pagano sarà scoperta e resterà». Scritto un anno dopo la morte del poeta, queste parole tratteggiano tanto l’ostinata e peculiare chiusura di Pagano rispetto a qualsivoglia concessione al gusto o alle seduzioni del tempo quanto la futura riscoperta – anzi, “scoperta” – che pure gli sarebbe stata riservata. Una scommessa, quella di Macrì nel 1980, che infine si sarebbe rivelata almeno parzialmente vinta, grazie all’interesse che la poesia e l’attività intellettuale ed editoriale di Pagano hanno ricevuto negli ultimissimi anni, a partire dall’antologia «Poesie» pubblicata nel 2020 da Musicaos con la curatela di Simone Giorgino.
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