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Libros antiguos y modernos

Magalotti, Gregorio

Gregorii Magalotti patri. Ro. episcopi Clusini, ju. v. consultissimi Securitatis ac salui conductus tractatus perutilis & quotidianus

Blado,

3000,00 €

Pettini Antonio Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Lugar de impresión
Roma
Autor
Magalotti, Gregorio
Editores
Blado
Materia
sicurezza salvacondotti diplomazia legge giurisprudenza prima, edizione originale edition first security diplomacy law, safe-conduct safeguard
Idiomas
Italiano

Descripción

In-4°; cc. (40); frontespizio xilografico in cornice architettonica alle armi di papa Paolo III Farnese (1534-1549); capilettera incisi su legno. Legatura in cartonato semplice tagli in azzurro. Dedica a Paolo III firmata a Roma da Benedictus de Valentibus che è il curatore dell’opera, in cui si parla dell’Opusculum “de securitate” scritto da Magalotti e dedicato allo stesso de Valentibus. Benedetto Valenti, amico dell’autore, era Procuratore fiscale, anche noto per la sua collezione di statue antiche. Segue ancora una lettera al pontefice dei Quaranta riformatori di Bologna, e una di Magalotti al curatore. Edizione originale e postuma di un interessante trattato sulla sicurezza e sui salvacondotti opera di Magalotti, giureconsulto e letterato, morto nel 1537. L'opera, preceduta da una lettera dedicatoria di Valenti a Paolo III, dalla lettera al papa dei Quaranta riformatori di Bologna del 7 dic. 1537 e da una lettera dedicatoria del M. al Valenti, si divide in quattro parti e ventiquattro “declarationes”: nella prima si definiscono le tipologie di persone e di sicurezze e salvacondotti che possono essere dati; nella seconda dei vari casi in cui deve essere osservata la protezione data; nella terza del significato e del valore del salvacondotto; nella quarta della revoca di un salvacondotto, della sua perdita di validità e delle pene a cui sono assoggettati coloro che lo infrangono. Seguono, in altra veste tipografica, alcuni componimenti poetici indirizzati a Magalotti, scritti tra gli altri da Francisco de Monte Franco, Lattanzio Giovio, Mario Favonio, alcuni brani dall’epitaffio di Magalotti, un singolare dialogo tra Tumulus e Aurifices, e, prima dell’Errata, i versi di Bartutius Gualdensis al lettore. Gregorio Magalotti, già legato a Clemente VII, fu dal ’32 vescovo di Lipari e poi di Chiusi, governatore di Roma e con Paolo III ottenne la carica di legato a Bologna, città dove morì. Nel periodo in cui fu governatore di Roma, Magalotti scrisse una breve opera giuridica sul salvacondotto: Securitatis ac salvi conductus tractatus perutilis et quotidianus, dedicata all'amico Benedetto Valenti (nato a Trevi nell'Umbria nel 1486), giurista, governatore in Umbria e nelle Marche, procuratore fiscale della Camera apostolica dal 1528 alla sua morte, nel 1541. Fu proprio Valenti a provvedere, nel 1538, alla stampa postuma del trattato presso Antonio Blado a Roma. DBI ad vocem: “Come governatore ebbe a trattare, tra gli altri, con Benvenuto Cellini, che, tra la fine del 1533 e l'inizio del 1534, non avendo ancora portato a termine un calice d'oro commissionatogli da Clemente VII e rifiutandosi di consegnare l'opera incompiuta, fu condotto davanti al M. e al procuratore fiscale Benedetto Valenti per essere diffidato e minacciato di gravi sanzioni. L'artista, dopo aver sostenuto le sue ragioni - sottolineando di avere più volte reclamato l'oro necessario alla lavorazione senza mai riceverlo - decise di tenere per sé l'opera non finita e restituì l'anticipo di 500 scudi già percepito. Nell'autobiografia non mancò di rimarcare nell'atteggiamento del governatore "certi sua birreschi atti e parole" e il suo "birresco sguardo". Woodcut title page in an architectural frame at arms of pope Paulus III Farnese. Woodcut initials. A dedication to Paulus III signed in Rome by Benedictus de Valentibus, the editor of the book. Valenti, an author’s friend, was a finance lawyer, even known as a classic art collector. A letter to the pope from the fourty Bologna reformers is following, and one from Magalotti to the editor. Original and post-mortem edition of an important work about safety and safeguards, written by Magalotti, a litterate and law scholar, dead in 1537. The work, divided in four parts, is followed, in a different typefacing, by some poetic compositions addressed to Magalotti, written by many litterate contemporary men. Gregorio Magalotti, already linked to Clemente VII, was Lipari’s and the Chiusi’s bishop, then governor in Rome and with Paolo III he was sent to Bologna, where he died. He wrote a small work on safeguards when in Rome, dedicated to his friend Benedetto Valenti, who provided to print this work after Magalotti’s death. Magalotti’s also mentioned in Benvenuto Cellini’s biography, as a “birresco” i.e. ‘bully’ man: as Rome governor he had to prosecute Cellini since the artist had failed to consign a work to the Holy See.