Detalles
Lugar de impresión
Firenze
Autor
Bartoli Leandro Maria, Contorni Gabriella.
Descripción
116 p. : ill. ; 24 x 17 cm. Giardini, città, territorio, 2. Il volume racconta la genesi e lo sviluppo degli Orti Oricellari, un giardino monumentale nell'omonima via vicino a Santa Maria Novella, a Firenze. Il giardino di quello che oggi è chiamato palazzo Venturi Ginori, precedentemente appartenuto alla famiglia Rucellai, della quale "Oricellari" è una variante del nome di famiglia. Il giardino risale addirittura alla fine del Quattrocento, da un’idea di Bernardo Rucellai e Nannina dè Medici, sorella di Lorenzo il Magnifico, che volle costruire qui un palazzo con uno spazio aperto annesso presso il quale ospitare le riunioni dell‘Accademia Platonica di Firenze della quale fecero parte alcuni tra i più grandi artisti e pensatori italiani come Niccolò Machiavelli (dove lesse per la prima volta i suoi Discorsi sulla Guerra) e Jacopo Nardi. Dato che le discussioni tra i membri dell’Accademia ricadevano spesso su questioni inerenti la politica, in favore della Repubblica, questa fu fatta chiudere nel 1523 dopo numerosi arresti e il giardino cadde in disuso per un lungo periodo. Verso la fine del Cinquecento la nobildonna Bianca Cappello decise di stabilirvisi e lo riportò agli antichi splendori, apportando anche numerose modifiche sostanziali come l’utilizzo di giochi d’acqua e l’installazione di numerose statue dalle figure mitologiche come quella di “Polifemo che beve dall’otre”. L’acqua utilizzata per le fontane del giardino proveniva, grazie ad un ingegnoso sistema di irrigazione, da Boboli, dove era presente un altro grande e famoso giardino. Il giardino subì delle profonde modifiche nei primi anni dell’Ottocento quando il Marchese Giuseppi Stiozzi Ridolfi affidò all’architetto Luigi Cambray Digny il compito di trasformarlo in un giardino romantico, come consuetudine dell’epoca e come avvenuto in diversi altri importanti giardini della città di Firenze, come ad esempio il Giardino Torrigiani. Nel giardino vennero quindi creati dei piccoli sentieri, installati dei laghetti e creata una piccola collina artificiale mentre le statue più importanti vennero trasferite in un tempietto creato per l’occasione. Dopo l’unità d’Italia il giardino passò alla Principessa Olga Orlof che incaricò Giuseppe Poggi di apportare alcune modifiche in modo da ripristinare lo stile classico originario: la statua del Polifemo venne quindi installata dentro uno dei laghetti, nella stessa posizione dove si trova tuttora. Brossura editoriale, coperta illustrata a colori in cartoncino flessibile plastificato lucido con alette. All'interno numerose illustrazioni in b/n su carta patinata lucida. Codice libreria 6580.