Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libros antiguos y modernos

Govoni, Corrado

Gli Aborti. Le poesie di Arlecchino. I cenci dell’anima

Tipografia Taddei-Soati,, 1907

1500,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

Este vendedor ofrece el envío gratuito
con una compra mínima de 100,00€

Habla con el librero

Formas de Pago

Detalles

Año de publicación
1907
Lugar de impresión
Ferrara,
Autor
Govoni, Corrado
Páginas
pp. 267 [1] in bella carta avorio con filigrana Fabriano, in barbe.
Editores
Tipografia Taddei-Soati,
Formato
in 8°,
Edición
Edizione originale.
Materia
Poesia Italiana del '900 Futurismo
Descripción
brossura in carta rosa stampata al solo piatto anteriore in inchiostro lilla (dorso e copertina posteriore muti);
Primera edición

Descripción

LIBRO Edizione originale. Ottimo esemplare completo del rarissimo foglio di errata corrige, che conta una ventina di voci; pecetta blu stampata in bianco «“Poesia”. Organo del futurismo. Direttore F.T. Marinetti. Via Senato, 2 - Milano» applicata al piede del piatto anteriore; firma d’appartenenza coeva elegantemente vergata al frontespizio («ex libris Attilio Piovano 6. VI. 1910»); dorso e taglio superiore normalmente scoloriti, con una sigla a lapis blu all’angolino alto esterno del piatto superiore. Rara quarta raccolta di Corrado Govoni, opera culminante e insieme terminale della «prima fase», sospesa tra simbolismo crepuscolare e impennate “futuriste”. Impaginata nello stesso formato elegante delle «Fiale», e stampata in una carta simile, di pregio, a spese dell’autore. Alle soglie del 1909, contemporaneamente alla nascita del futurismo, Govoni sceglieva Marinetti come suo editore di riferimento, e gli consegnava anche le rese della produzione precedente (come presto fece anche Aldo Palazzeschi), da quel momento messa in commercio sotto l’egida di «“Poesia” organo del futurismo». «La quarta raccolta di Govoni risistema il repertorio esplorato nei primi libri e anticipa, anche solo attraverso squarci fulminei (come quello, già così pienamente futurista, che occupa la parte centrale di “Amo”), gli sviluppi più innovativi delle raccolte a venire [.]» (F. Targhetta, Corrado Govoni 1903-1907, tesi di dottorato 2008 Uni Padova, p. 5). Cammarota, Futurismo, 249.4 e 249.7