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Libros antiguos y modernos

Guglielmotti Paola

GENOVA. Il Medioevo nelle città italiane n.6.

Fondazione CISAM, 2013

15,00 €

Editoriale Umbra

(Foligno, Italia)

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Detalles

Año de publicación
2013
ISBN
9788868090241
Autor
Guglielmotti Paola
Editores
Fondazione CISAM
Materia
OPERE IN DISTRIBUZIONE

Descripción

Bross., cm 21x12, pp IX-262, 35 ill. a colori f.t. Il fascino di Genova dipende anche da una particolarità: è possibile rintracciare gli stratificati segni di quanto la città è stata e di quanto ha fatto almeno dal secolo XI fino ai nostri giorni, in età ormai pesantemente postindustriale. Tra cancellazioni, trasformazioni, abbandoni e nuovi inserimenti, molti segni medievali sono ancora ben riconoscibili, come questo libro si propone di mostare fornendo una più larga cornice. Innanzitutto, chi guardi da una delle alture – da un’appropriata postazione come quella dove è stato eretto a fine Ottocento il Castello De Albertis, un vistoso edificio in stile neomedievale – l’esteso tratto vicino al mare, noterà uno skyline tipico di tante città italiane, che tuttavia è sicuramente meno aguzzo e militare rispetto a qualche secolo fa: ai giorni nostri, infatti, campanili e torri quasi si eguagliano per numero, dal momento che le seconde sono state per lo più ribassate perdendo la capacità di offesa e difesa e anche la possibilità che si scrutassero arrivi e partenze dal porto. Chi guardi il centro storico dall’alto ricaverà, allo stesso tempo, un’impressione di chiarore, grazie alla prevalenza di tetti in pietra di Lavagna, che conferiscono a Genova una qualità tutta mediterranea, benché con qualche luminosità nordica. Chi invece osservi la città più “medievale” dal basso, attraversandola a piedi, dovrà innanzitutto abituarsi a prospettive quasi sempre strette, per la persistente densità di edifici che rende buie le strette vie ma apre a squarci di sorprendenti bellezza e suggestione. Per comprendere come Genova, dopo avere impiantato nei primi decenni del secolo XII le basi di un impero coloniale nel Levante mediterraneo, abbia inserito nella sua vita religiosa i frutti delle conquiste, potrà ammirare sia una meravigliosa cattedrale, che nella facciata duecentesca riprende fra tante esperienze decorative anche quelle del mondo islamico, sia i pezzi del suo tesoro, ciascuno con una vicenda e una provenienza singolarissime, che hanno acquisito significato anche sotto il profilo civico. All’interno della maestosa chiesa, mentre sarà colpito dalla magnificenza complessiva e dalla ricchezza degli apparati decorativi, potrà farsi allo stesso tempo una realistica idea dell’asprezza e della violenza del conflitto politico, se sarà consapevole che a fine Duecento un incendio appiccato dai sostenitori di una delle fazioni in lotta interessò addirittura parte di questo tempio, l’edificio più sacro della città. Nel percorrere l’area di antico sviluppo urbano, il visitatore più curioso sarà forse appagato dal sapere che si può disporre di una mappatura di tutte le unità immobiliari cittadine nel primo Quattrocento, con tanto dei nomi di proprietari e abitanti, ma che sarebbe possibile estenderla a ritroso, grazie a una disponibilità documentaria che non ha pari in tutto l’Occidente medievale, per moltissimi edifici, in qualche caso anche fino al secolo XII: tanto da avvicinarsi, quasi tangibilmente, anche alla trama delle relazioni di vicinato e delle preferenze per specifici luoghi di culto e da pervenire a una concreta comprensione delle dinamiche economiche, sociali e politiche. E dovrà cercare di visualizzare, con la consapevolezza del molto che è stato rimosso, anche quella ricchezza di particolari che caratterizzavano diffusamente gli alzati e non solo quelli che adesso presentano un aspetto monumentale o i palazzi rinascimentali per cui il centro ligure è famoso. In questa città, che senza perdere la sua animosità ha saputo accogliere e rimettere in circolazione uomini, merci di ogni genere e conoscenze contabili all’avanguardia, dovrà per esempio immaginare l’onnipresenza delle significantissime e prosaiche maglie delle catene che impedivano alle imbarcazioni nemiche l’accesso a Porto Pisano: asportate dai genovesi nel corso dell’impresa del 1290 che il cronista, senza tanti giri di parole, descrive organizzata pro dicto porto dimolendo, ostentate come trofei e restituite alla rivale tirrenica solo nel 1860, quando si pervenne all’Unità d’Italia. Per quasi sei secoli queste catene rimasero appese sulle facciate di nove chiese, del più famoso palazzo pubblico, delle due principali porte delle mura cittadine e addirittura di una casa privata. Se chi passeggia per Genova sarà colpito, per esempio, da un bel palazzo quattrocentesco, dovrà essere avvisato che questo secolo è connotato non solo da una marcatissima conflittualità politica interna (che non lo distingue dai precedenti), ma anche da ricorrenti governi stranieri: e ciò non ha la minima incidenza sulla capacità di attuare investimenti edilizi da parte delle ricche e potenti famiglie cittadine che sapevano accortamente disseminare i propri investimenti per tante regioni dell’Europa e del Mediterraneo. Chi guardi ai numerosi manufatti edilizi pervenuti dai secoli XI-XV dovrà infine mentalmente cercare di liberarli da una quota, anche parecchio consistente, di “medioevo immaginario”, aggiunto con i restauri tardo ottocenteschi e primo novecenteschi; ma dovrà riconoscere anche questi ultimi come interessanti documenti che intendono esaltare proprio quel periodo risolutivo della storia cittadina, conferendogli nuovo significato nel clima della vicenda postunitaria e di un crescente vigore industriale e portuale. Indice: Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d’arte - Bibliografia - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788868090241
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