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Lugar de impresión
Milano
Descripción
322 p. ; 22 x 14 cm. La biografia di Valpreda fu segnata dall’attentato alla Banca nazionale dell’agricoltura di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Convocato in questura a Milano dal giudice Antonio Amati per la vicenda del «Bollettino degli iconoclasti» e per «offesa al papa», e impossibilitato ad arrivare in tempo, perché a Roma, Valpreda concordò il colloquio per il giorno 15. Un’ora prima del colloquio si era presentato in questura il tassista milanese Cornelio Rolandi, affermando che nel pomeriggio dell’attentato aveva accompagnato con il suo taxi, in un luogo poco distante dalla Banca nazionale dell’agricoltura, un uomo con una borsa, e di averlo poi ripreso privo di borsa. All’uscita dal colloquio con Amati, Valpreda fu arrestato dalla polizia e trasferito a Roma, nel carcere di Regina Coeli, dove fu messo a confronto con Rolandi, che lo identificò pronunciando le parole «è lui». La frase fu rapidamente e largamente ripresa dalla stampa, in quella che si manifestò subito come una massiccia campagna di colpevolizzazione mediatica. Benché l’identificazione di Valpreda da parte di Rolandi fosse ritenuta inattendibile – nel 1985 la Corte d’appello di Bari l’avrebbe definita «al limite della credibilità» (Boatti, 1993, 1999, p. 142) – la gran parte della stampa non si pose dubbi sulla responsabilità di Valpreda e degli anarchici. La sera del 16 dicembre, a poche ore dall’arresto di Valpreda, al telegiornale Bruno Vespa lo presentò come «un colpevole, uno dei responsabili della strage di Milano e degli attentati di Roma» (Dondi, 2015, p. 181). La colpevolizzazione di Valpreda fu costruita enfatizzando in senso negativo la sua condizione di disoccupato, la sua professione di ballerino e una presunta frustrazione dovuta alla patologia di Bürger, che l’avrebbe instradato verso una psicologia stragista (cfr. M. Cervi, «La propaganda del terrore», in «Corriere della sera», 17 dicembre 1969). Dal 15 dicembre 1972 iniziò la lunga vicenda giudiziaria di Valpreda, che si sarebbe conclusa solo nel 1987, con l’assoluzione per insufficienza di prove pronunciata dalla Corte di appello di Bari e confermata dalla Cassazione. Rimase in carcere per tre anni, durante i quali pubblicò tre libri: «Lettere dal carcere del sistema» (1972), con introduzione della sorella Maddalena; «Poesie dal carcere: versi d’amore e di rabbia di un uomo che accusa» (1973), con prefazione di Adele Cambria; «È lui! Diario dalla galera 1969-1972. Quello che può capitare a un cittadino italiano con idee un po’ diverse» (1974), con prefazione di Camilla Cederna. Brossura editoriale, coperta illustrata a colori in cartoncino flessibile plastificato lucido. Codice libreria 9392.