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Libros antiguos y modernos

Flavio Giuseppe

Di Flavio Giuseppe della Guerra de Giudei, libri VII. Libri due contra Apione; e dell'Imperio della Ragione; tradotti nuovamente per M. Francesco Baldelli.

Appressio Gio. e Gio. Paolo Gioliti de' Ferrari, 1581

380,00 €

Bosio Giovanni Studio Bibliografico

(Magliano Alpi, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1581
Lugar de impresión
In Vinegia
Autor
Flavio Giuseppe
Editores
Appressio Gio. e Gio. Paolo Gioliti de' Ferrari
Materia
cinquecentine, giudaica
Sobrecubierta
No
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición
No

Descripción

In 8° (cm 14,8 x 19,6), legatura piena pergamena coeva, pp (16), 525, (1), grande impresa con la fenice rivolta al sole su fiamme che si sprigionano da globo alato, in cornice figurata al frontespizio, testatine, grandi iniziali figurate, finalini; Registro al verso dell'ultima pagina. Esemplare genuino in discrete condizioni, bruniture, ingialliture, gore diffuse non gravi, tarletti negli spazi bianchi superiori e inferiori per le prime 200 pagine, antiche firme di possesso al frontespizio. Graziosa giolitina con interprete il Baldelli, letterato, accademico e traduttore di testi latini, nato a Cortona, della celebre opera dello storico Giuseppe Flavio, profeta, soldato, erudito (30?-100 d. C.), diplomatico alla corte di Nerone, comandante in capo in Galilea durante le Guerre Giudaiche, mediatore tra giudaismo e paganesimo, cittadino romano e figlio adottivo di Vespasiano. Nelle 'Guerre Giudaiche' narra la rivolta contro l'Impero Romano negli anni 66-74 d. C., cui partecipò con ruoli di rilievo; 'Versione dei Settanta' e tradizione orale, le ricche fonti documentarie a sua disposizione confermate da citazioni da autori greci e quindi pagani i cui testi sono ora perduti, costituiscono, per quanto riguarda l'epoca pre-cristiana e il primo secolo d. C., l'unica fonte documentaria superstite di cui disponiamo, oltre al Nuovo Testamento e ai Rotoli di Qumran, attendibile per fatti e date, benchè anticamente rimaneggiata dai Padri della Chiesa, in particolare S. Ambrogio. L'A. scrisse in aramaico e greco.