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Libros antiguos y modernos

Tommasi, Giugurta.

Dell'Historie di Siena. Del Signor Giugurta Tommasi Gentiluomo Sanese.

1980,00 € 2200,00 €

Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico

(Rosignano Solvay, Italia)

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Detalles

Autor
Tommasi, Giugurta.
Materia
Storia locale, guide e regionalismo - (Toscana, Siena)

Descripción

Volume in 8vo, comprendente due parti in unico tomo (opera completa). Parte Prima (contiene i primi cinque libri). In Venetia, presso Gio. Batt. Pulciani Sanese, 1625. Front. con marca tipografica (stemma mediceo a sei palle sormontato da corona e con quattro figure allegoriche), dedicataria al Serenissimo Don Ferdinando Secondo de Medici Gran Duca di Toscana, scritta dalla seconda consorte del Fu Tommasi, signora Livia Cinuzzi, datata 10 agosto 1625, e in cui si spiega la volontà di offrire il lavoro del marito, prematuramente scomparso, prima di aver compiuta l'opera (al verso un sonetto scritto all'Autore, in Persona della Signora Livia Cinuzzi sua Consorte, "Sonetto del Signor Giulio Piccolomini Accademico Filomato"), antip. con bel ritratto finemente inciso a piena pagina del Tommasi (con monogramma VS), pp. 12 n. n. con la "Tavola delle Cose più Notabili", pp. 338 (segnatura A - X5); Parte seconda (contiene il libri dal sesto al decimo). In Venetia, presso Gio. Batt. Pulciani Sanese, 1626. Front. con marca tipografica (stemma mediceo a sei palle sormontato da corona e con quattro figure allegoriche), dedicataria al Serenissimo Don Ferdinando Secondo de Medici Gran Duca di Toscana, scritta dalla consorte del Fu Tommasi, signora Livia Cinuzzi, datata 20 dicembre 1626 e in cui si offre questa seconda parte delle Historie sperando che, animata dal favore, prenderà animo di presentare ancora la terza (al verso un sonetto scritto dall'Autore Alla Signora Livia Cinuzzi, in persona dell'Autore suo Marito, "Sonetto del Signor Giulio Piccolomini Accademico Filomato") antip. con bel ritratto finemente inciso a piena pagina del Tommasi (con monogramma VS), pp. 12 n. n. con la "Tavola delle Cose più Notabili, Errori e Correzioni", pp. 340 + (3) ("Lo Stampatore a' benigni Lettori - Errori e correzioni) (segnatura A – X5). Legatura originale in piena pergamena floscia con titolo manoscritto al dorso e riportato al taglio inferiore. L'opera contiene, cosa assai rara, entrambi i ritratti in calcografia (Cfr. Lozzi, II, 5128; Moreni, II, 399; Piantanida, 3734 per il secondo volume). La stesura delle "Historie" occupò gli ultimi anni della sua vita e la ricostruzione dell’attività di ricerca documentale ci mostra la sua presenza in archivio per il decennio che va dal febbraio del 1592 a tutto il dicembre del 1602 (Lisini, 1896). La morte lo colse prima della rifinitura dell’opera, e in particolare della sua seconda deca, e cadde in una fase di perdita di vitalità dell’editoria senese. La prima deca, che tratta la storia della città dalle origini al 1355, fu pubblicata a Venezia dal tipografo senese Giovanni Battista Pulciani in due volumi nel 1625 e nel 1626. Entrambi sono dedicati dalla vedova, la seconda moglie Livia Cinuzzi, al granduca Ferdinando II, con le date 10 agosto 1625 e 20 dicembre 1626. Nella seconda dedica la vedova prometteva al granduca: «animata dal suo favore, prenderò l’animo di presentarle ancora la terza, quando dalle mie deboli forze ciò mi sia conceduto». E, in effetti, fu la morte, il 28 maggio 1628, a impedire il completamento del progetto. La seconda deca delle "Historie", che tratta del periodo 1355 - 53, ha visto la luce a stampa, a cura di Mario De Gregorio, suddivisa in quattro volumi (2002 - 2007). Prima ancora della pubblicazione, postuma, e fino ai contributi storiografici più recenti (Ascheri, 2000), la Storia di Tommasi è stata messa in parallelo, e a confronto, con quella di Orlando Malavolti, in considerazione della opposta affiliazione delle due famiglie al Monte dei nove e al Monte dei grandi, e della comprensibile, opposta partigianeria dei due storici. A dare avvio a questo filone interpretativo, proseguito fino al presente, è stata la ricostruzione della stessa genesi dell’opera di Tommasi da parte di Ugurgieri Azzolini (1649): «Havendo egli letto l’Istoria di Siena stampata dal Malvolti, e parendogli, che egli attribuisse troppo d’honore alle famiglie Grandi, e che havesse abbassato l’altre, ed in particolare quelle del Monde de’ Nove, delle quali è la consorteria de’ Tommasi.» (p. 636). Per quanto Tommasi non citi mai l’opera di Malavolti, non nasconde certo le proprie simpatie "novesche" che emergono fin dalle prime righe della seconda deca, riferite al violento cambio politico del 1355: "Così variò il governo, e lo stato di Siena né passò dalla servitù alla libertà, come il minuto populo s’era persuaso, e s’andava vantando, ma dal governo di pochi (tal’era divenuto il reggimento de’ Nove) alla licenza della plebe condotta la prima volta dall’ambizione de’ Grandi al governo della Repubblica" (Dell’historie di Siena., a cura di M. De Gregorio, 2002 -2007, I, p. 1). La struttura annalistica, l’inaffidabilità di alcune fonti per le epoche più antiche già rilevata da Giovanni Niccolò Bandiera, il ricorso a una documentazione archivistica meno ampia di quella di Malavolti e senza riferimenti puntuali (Cammarosano, 1988) se non rendono le "Historie di Siena " di Tommasi un’opera metodologicamente innovativa non cancellano però il suo interesse e la sua utilità per la riflessione moderna sulla storia della città (Bibliogr. "Treccani" on line). Un piccolo lavoro di tarlo, a circa sette cm dal basso, interessa i primi tre fogli (front. e dedicataria) facendo mancare solo poche sillabe, alcune antiche annotazioni e cancellature al front., ritratti ottimamente impressi, ben impresso anche tutto il testo che presenta solo alcune pagine leggermente più schiarite, leg. in parte allentata ma distesa e ben conservata. Nell'insieme un bell'esemplare.
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