Decadenza e caduta dell'Impero romano.

6 v. (508; 494; 476; 474; 504; 791 p.) ; 19 x 12 cm. Paperbacks storici, 10-15. La storia della decadenza dell'impero romano in una celebre, grandiosa opera della storiografia razionalistica, esemplare per limpidezza di stile. Le idee fondamentali di Gibbon, politiche, morali e religiose, sono quelle di Voltaire. Ma Gibbon era ben conscio che a scrivere storia occorrono i fatti. Qui i fatti sono raccolti, vagliati, rianimati, da un uomo che non aveva dubbi su che cosa amare e che cosa odiare, ma sapeva anche descrivere, misurare gli effetti, tracciare una linea di separazione tra le testimonianze buone e le cattive. L’orizzonte intellettuale del secolo XVIII era davvero ampio. L’Europa era troppo piccola per contenerlo. La curiosità e le simpatie andavano alle nazioni e alle religioni extra europee, compreso l’Islam. Lo studio della religione e del diritto assumevano un nuovo significato. La scoperta della nuova città celeste dei filosofi, per usare la terminologia di CarI Becker, dava un criterio secondo cui giudicare la città terrestre dei preti, dei monaci, dei filosofi scolastici e dei signori feudali. In potenza questa nuova storia era già esistente prima di Gibbon. Ma solo Gibbon ebbe la scienza e la fantasia per metterla insieme e farla vivere. Così il suo Decline and Fall è insieme un quadro vivace e complesso del Medioevo secondo un dato punto di vista e un autoritratto eccezionale della mentalità settecentesca». (Arnaldo Momigliano). Titolo originale dell'opera: «The history of the decline and fall of the Roman Empire». Introduzione di Piero Angarano. Brossura editoriale, coperta illustrata a colori in cartoncino flessibile plastificato. Titolo impresso al piatto e al dorso. Cofanetto illustrato a colori in cartoncino flessibile. Qualche leggero segno del tempo alla coperta dei volumi, cofanetto con alcuni strappi riparati da nastro adesivo, per il resto libri integri. Codice libreria 6468.