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Libros antiguos y modernos

[Stendhal (Henri Beyle)]

De l’Amour. Par l’auteur de l’Histoire de la peinture en Italie, et des Vies de Haydn, Mozart et Métastase

Librairie Universelle, de P. Mongie,, 1822

12000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1822
Lugar de impresión
Paris,
Autor
[Stendhal (Henri Beyle)]
Páginas
pp. [4] III [1] 232; [4] 330.
Volúmenes
2 voll. in uno,
Editores
Librairie Universelle, de P. Mongie,
Formato
in 12°,
Edición
Edizione originale.
Materia
Narrativa Straniera dell' 800
Descripción
legatura coeva in mezza pelle marrone con angolini; nove filetti oro al dorso, titolo in oro al secondo quadrante, fioroni impressi a secco negli altri; piatti in carta marmorizzata; risguardi in carta marmorizzata; tagli marmorizzati; cuffie in seta bianco-azzurra;
Primera edición

Descripción

LIBRO Edizione originale. Ottimo esemplare in gradevole legatura strettamente coeva (piccolissime mancanze al dorso e perimetrali); le carte misurano 165 x 97 mm. Prima opera letteraria di Stendhal, apparsa dopo la serie delle monografie pubblicate tra 1814 e 1817, grazie alle quali l’autore — non ancora Stendhal — s’era guadagnato qualche soldo, poca fama e alcune polemiche. L’opera, tirata in soli 150 esemplari non dichiarati, è di leggendaria rarità. In uno scritto poco noto, appena riproposto in cauda all’edizione francese di «Adorabile Stendhal» (Parigi 2020, a cura di Domenico Scarpa), lo ricordava, alla sua maniera, uno stendhaliano DOC come Leonardo Sciascia: « Chi frequenta l’antiquariato librario, e particolarmente chi ricerca le prime edizioni stendhaliane, sa che uno dei libri più introvabili, e quindi di più alto prezzo quando lo si trova, è il «De l’amour», pubblicato da Stendhal a Parigi nel 1822. E questa difficoltà a trovarlo, che diventa difficoltà ad averlo quando non si è assistiti da una condizione che permetta dispendio, pare sia da ascrivere al successo che, grazie al titolo, questo libro di Stendhal ebbe presso un pubblico non dedito all’acquisto di libri, e prevalentemente femminile, che approssimativamente possiamo assomigliare a quel più vasto pubblico che oggi consuma, di ritorno, come tra le due guerre, letteratura “rosa” e in più, e più massicciamente, programmi televisivi di uguale estrazione. Un pubblico, insomma, non abituato a conservare libri e nelle cui case non c’è posto per una libreria: ma decisiva sarà stata, alla non conservazione del libro di Stendhal, la delusione per come era scritto: come da un medico che si fosse inoculato un virus e ne annotasse minuziosamente, con ansietà e con freddezza insieme, di momento in momento, gli effetti, i sintomi, i progressi» (Sciascia, De l’amour, in: Alfabeta 69, feb. 1985, pp. 13-14). In realtà, il libro vendette assai poco; due anni dopo l’edizione, il libraio Monge lamentava di non averne vendute nemmeno quaranta, di copie. La maggior parte della pur già esigua tiratura fu rimessa in commercio nel 1933, in una seconda emissione interpolata con il frontespizio del nuovo editore, Bohaire. -- «E perciò questo libro di Stendhal resta come la cosa più “scientifica”, e al tempo stesso come la più appassionata, la più febbrile, la più lirica, che mai sia stata scritta sull’amore. Tutto quello che dopo Stendhal è stato scritto a descrivere e a definire l’amore, in effetti altro non è stato che uno scrivere sul “De l’amour”; sicché [.] possiamo dire che tutto quel che in un secolo e mezzo, fino a noi, è stato scritto sull’amore, non è che un’annotazione in margine a Stendhal» (Leonardo Sciascia). Bibl. Carteret, Le Trésor du bibliophile, vol. II, p. 346; Catalogo del fondo Stendhal Primoli, n. 2.2