Detalles
Editores
per Marc'Antonio Pandolfo Maltesta stampatore reg.
Materia
Economia, Dazi e tasse
Impresión bajo demanda
No
Descripción
In folio (287 x 195 mm), pp. [12], 312; 38, stemmi xilografici ai frontespizi, legatura coeva in piena pergamena, dorso a 5 nervi, titolo in oro su tassello. Bella copia in affascinante legatura coeva, assai fresco. Raro, solo tre copie censite nelle biblioteche italiane. Verri nel libro 'Memorie sulla economia pubblica dello Stato di Milano più volte cita questa opera, di seguito alcuni punti salienti: 'Le tariffe non erano più considerate come una parte essenziale della legislatione, ma semplicemente si risguardavano come un espediente per cavare il danaro dalle mani del Popolo. S’è veduto come nel secolo antecedente si accrescessero i tributi delle tariffe più d’una volta e senza distinzione alcuna si aggravassero le interne manifatture; in questo secolo XVII sempre più s’accrebbe questa rovina. Una gabella s’impose all’uscita de’ nostri panni e un’altra gabella s’impose alla introduzione della seta in Città. Così si ferirono i principj più limpidi della economia politica e sulla manifattura perfezionata e sulla materia prima. Nuove gabelle s’eressero col nuovo monopolio dell’indigo, droga di cui si fa tanto uso nella tintura, e col dazio della vallonia che serve alla preparazione de’ cuoj. Si accrebbero tutti in un colpo i dazj di tutte le mercanzie di un terzo, cosicchè la mercanzia che pagava 9 si aggravò del peso di 12. Ciò avvenne nel 1614, epoca veramente funesta la quale i scritti de’ nostri Commercianti molto dolorosamente hanno rammentata dappoi. Ma sebben grandi fossero questi errori delle tariffe e rovinosi, d’un altro ancora più fatale mi resta da far menzione. Il disordine giunse a segno che le tariffe non furon più un codice conosciuto dal Popolo, divennero un arcano, e gl’Impresarj e Gabellieri furono fatti dispotici Legislatori ed esecutori delle estorsioni che arbitrariamente facevano al passaggio di tutte le mercanzie.'. 'Qualche buona operazione che si fece in que’ tempi, tale si fu l’abolire il monopolio della vallonia, droga inserviente a preparare i cuoj,161 che s’era voluto erigere 27 anni prima. Ordinò la Corte che si abolisse il dazio sulla introduzione della seta greggia: ciò fu con Reale Dispaccio del 1681 21 aprile, al quale ordine si diede esecuzione poi 58 anni dopo,162 tanta era la lentezza con cui si ubbidirono gli ordini più benefici del Sovrano. Si pose qualche freno alla licenza de’ Gabellieri, stampandosi finalmente nel 1686 un libro di tariffe intitolato Dati e tasse diverse. Ma questi lenti e poco vigorosi provvedimenti non potevano ridare la vita all’industria d’un popolo oppresso radicalmente dalla legislazione e dal disordine d’ogni politica economia'. 'L’industria nazionale non più restò protetta dalle tariffe. Si accrebbero replicatamente i tributi delle gabelle prima del 1555, poi nuovamente nel 1558.60 Indistintamente si aggravarono i panni fabbricati in Paese e tutte le manifatture nostrali: «Plus on se ruine plus il devient indispensable de se mieux ruiner», dice il Sig.r Marchese di Mirabeau,61 e la sperienza lo dimostra'.