Detalles
Lugar de impresión
Firenze,
Descripción
In 8° (22x13,5 cm); 8 tomi: XXVIII, 318, (2) pp. e una c. di tav. in antiporta con ritratto di Villani disegnato da Ferdinando Moutier e inciso da Lasinio Figlio; 406, (2) pp.; 222, (2) pp.; 372, (2) pp.; 312 pp.; 285, (2) pp.; 288 pp.; CXXXIII, 130 pp. Qualche ininfluente macchiolina di foxing, tarlo al margine bianco del sec. vol. per una ventina di cc., ininfluente, nel vol. 5 errori nella rilegatura delle pp., ma completo. Belle legature coeve in mezza-pelle verde con titolo e numero del volume su fascetta in pelle chiara e ricchi fregi in oro al dorso (qualche minima strofinatura e difetto praticamente ininfluente). Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Edizione completa della celebre "Cronica" del grande storico, cronista e mercante fiorentino, Giovanni Villani. La fama di Giovanni Villani è legata soprattutto alla sua Nuova Cronica, immenso resoconto che partendo dalla torre di Babele arriva fino ai suoi tempi. La Nuova Cronica fu ideata nel primo decennio del Trecento, anche in seguito alle suggestioni delle letture di Virgilio, Sallustio, Lucano, Livio e di un viaggio a Roma per il Giubileo del 1300, e probabilmente fu scritta a partire dal 1322. Venne lasciata incompiuta a causa della morte dell'autore, per peste, nel 1348. In dodici libri racconta la storia di Firenze dall'antichità agli anni quaranta del Trecento. I primi sei libri, che arrivano fino all'anno 1265, hanno un andamento leggendario e favoloso e trovano la loro principale ragione d'essere nella orgogliosa rivendicazione delle origini romane di Firenze. Gli ultimi sei, dedicati alle vicende del periodo 1265-1348, sono i più nuovi ed interessanti, sia per la ricchezza di informazioni anche statistiche che contengono, sia per la tendenza dell'autore a cogliere i nessi fra i fatti storici e a spiegarli nella loro dinamica e nei rapporti di causa-effetto. Questa razionalizzazione borghese è un altro segno della modernità di Giovanni Villani: ne deriva una capacità di osservazione e di documentazione dei fatti - fra l'altro, anche attraverso l'analisi e la trascrizione di atti ufficiali e di testi d'archivio - che non viene intaccata dai parametri moralistici del buon senso un po' scontato con il quale egli li giudica. Anche nel ritratto di Dante del X libro, gli elementi polemici del giudizio ideologico, pur non nascosti (Dante era legato ai Bianchi, mentre Villani, come già detto, era più vicino ai Neri), sono lasciati ai margini, per far prevalere invece i dati dell'informazione e la soddisfazione municipale di poter annoverare fra i fiorentini un così grande poeta. Buon esemplare in bella legatura coeva.