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Libros antiguos y modernos

de MUSI, Agostino

Cleopatra

Firenze, 1515, 1530

1500,00 €

Pregliasco Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1530
Autor
de MUSI, Agostino
Páginas
pp.
Editores
Firenze, 1515
Materia
Stampe
Conservación
Bueno
Encuadernación
Tapa dura
Condiciones
Usado

Descripción

>Incisione a bulino ( mm 217x135), datata 1515. La prova, monogrammata e datata, forte di un bell'effetto chiaroscurale, nell'unico stato conosciuto, è impressa su carta databile ai primi decenni del Cinquecento. L'opera, tratta da un disegno di Baccio Bandinelli, si documenta tra le prime opere dell'autore. Cleopatra con l'aspide in mano è raffigurata nuda, risalta su un drappo scuro che scende da un arco, sullo sfondo un villaggio gotico su un lago. Appoggia il piede destro su cubo con l'iscrizione "Bacio Fi/orenti/no/ (invenit)".  Le opere di questo breve periodo fiorentino rivelano un graduale superamento dei modi veneti in favore di un più accentuato plasticismo, pienamente conseguito nella presente lastra che anticipa i risultati artistici del periodo romano. Esemplare privo di margini, antico restauro di 2mm visibile al verso dell'estremo angolo superiore bianco.
Agostino de Musi detto Veneziano (1490 ca. � Roma, 1540 ca.) dopo un periodo trascorso a Firenze si trasferì a Roma, dove conobbe Marcantonio Raimondi che gli fu maestro (Baldinucci, 1686). Il De Musi che generalmente contrassegnò le sue stampe con il monogramma "A. V." (Agostino Veneziano), in quattro intagli firmò per esteso come "Agustino di Musi" (S. Margherita, B. 119; Il vecchio pastore, B. 409; Gli animali, B. 414; La Vergine dalla scimmia, B. VII, 42) e in un quinto in latino: "Augustinus venetus de Musis ..." (Gli scheletri, B. 424). La sua produzione incisoria - spesso di soggetti inusuali - fu assai vasta, soprattutto se rapportata al breve arco di tempo in cui fu realizzata, all'incirca tra il 1514 e il 1536. Ricevette la sua prima formazione artistica prendendo come modello Campagnola e Dürer. Insieme a Marco Dente da Ravenna, contribuì con grande abilità alla prima vera e propria impresa artistico-commerciale impegnata nella riproduzione di soggetti raffaelleschi.    Bartsch, n. 193; Passavant, n. 33; D'Amico, n. 39
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