Classe operaia e rivoluzione industriale a Milano, 1859-1892.

509 p. ; 22 x 13 cm. Saggi, 237. Arrivata in ritardo all'appuntamento con la rivoluzione industriale, negli ultimi decenni dell'Ottocento, l'Italia vi arrivò peraltro per una via sua particolare, segnata paradossalmente da un atteggiamento antiindustrialista dei ceti imprenditoriali, timorosi degli sconvolgimenti sociali che negli altri paesi si erano visti connessi all'industrializzazione. La lentezza, la discontinuità e la diseguaglianza nello sviluppo, la tendenza al decentramento industriale, l'arretratezza tecnologica e il larghissimo ricordo all'occupazione di forza lavoro marginale sono le caratteristiche rilevanti di questa «via italiana all'industrializzazione». Questo originale percorso non è stato riconosciuto da gran parte della storiografia, che ha situato l'avvio dell'età industriale in Italia allo scadere del secolo, con il sorgere delle grandi fabbriche e dell'industria pesante; ma rimaneva così da spiegare come un paese industrialmente arretrato abbia viceversa avuto un movimento operaio tra i più avanzati. Prendendo come termine ultimo il 1892, l'anno che vide la nascita del Partito dei lavoratori italiani, Volker Hunecke ricostruisce - attraverso uno studio dell'evoluzione demografica, della creazione di un mercato del lavoro, dal tenore di vita delle classi lavoratrici in quella che si usava chiamare la «capitale morale» - il sorgere del proletariato milanese nei primi tre decenni unitari, mostrando come industrializzazione e nascita del movimento operaio siano in realtà andate di pari passo, e come il peculiare carattere dell'una sia strettamente legato a quello dell'altra. Titolo originale dell'opera: «Arbeiterschaft und Industrielle Revolution in Mailand, 1859-1892». Traduzione di Giuseppina Panzieri. Brossura editoriale, coperta in cartoncino flessibile plastificato e colorato. Codice libreria 8539.