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Libros antiguos y modernos

[Botteghe Oscure] [Caetani, Marguerite E Bassani, Giorgio]

Botteghe Oscure

Botteghe Oscure (Quaderno I: Tipografia Arigianelli - quaderni successivi: Istituto Grafico Tiberino),, 1948-1960

750,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1948-1960
Lugar de impresión
Roma,
Autor
[Botteghe Oscure] [Caetani, Marguerite E Bassani, Giorgio]
Páginas
numero di pagine variabile (circa 400-500 pagine a volume).
Volúmenes
23 voll.,
Editores
Botteghe Oscure (Quaderno I: Tipografia Arigianelli, quaderni successivi: Istituto Grafico Tiberino),
Formato
240 x 140 mm,
Edición
Edizione originale.
Materia
Poesia Italiana del '900 Narrativa Italiana del '900
Descripción
brossure color crema con titoli neri al piatto, fascette rosse e sovracoperte bicolori,
Primera edición

Descripción

PERIODICO Edizione originale. Collezione composta da 23 quaderni su 25 totali. Volumi con normali tracce d’usura e fioriture, carte e tagli leggermente bruniti, ma complessivamente in ottimo stato. Presenti gli estratti dei quaderni III, IV, V e VI e l’«Indice 1948-1952» e la fascetta editoriale rossa e bianca nei volumi X-XII-XIV-XV e XVI. Volumi XVII, XVIII, XIX, XX, XI, XXII e XXIII con sovracoperta. Importante collezione della rivista letteraria «Botteghe Oscure» (1948 - 1960) fondata a Roma nell’omonima via da Marguerite Gilbert Chapin Caetani. Letterata, collezionista d’arte e mecenate statunitense – originaria di Waterford, Cunnecticut - naturalizzata italiana in seguito al matrimonio con il compositore Roffredo Caetani, Marguerite Caetani era già stata creatrice della rivista «Commerce» nel 1924 a Parigi, pubblicata - come sarà poi anche per «Botteghe Oscure» - in francese, inglese e italiano fino alla chiusura nel 1932. Stabilitasi a Roma con il marito dopo la fine della seconda guerra mondiale, qui la Caetani fonda - con Elena Croce - il circolo «Il Ritrovo», luogo di incontri di scrittori e artisti in cui si fa largo l’idea di dare forma a una nuova rivista sul modello della precedente «Commerce». Nasce così, nel 1948, «Botteghe Oscure», periodico semestrale che prende il nome della via romana in cui si trovava il palazzo della coppia votato alla pubblicazione di testi e versi inediti di scrittori - almeno nella maggior parte dei casi - emergenti o semplicemente sconosciuti, pur non mancando contributi di romanzieri e poeti già affermati del panorama nazionale e internazionale. Priva di recensioni e di letteratura critica, la rivista intende lasciare che la parola possa esprimersi liberamente, senza mediazioni, forzature, pregiudizi o linee poetiche, teoriche e/o ideologiche da seguire o da cui essere condizionati. Francese, inglese e italiano - e, successivamente, anche tedesco, spagnolo, polacco, olandese, filippino . – diventarono, in proporzioni diverse e variabili da un fascicolo all’altro, le lingue di «Botteghe Oscure», originando non una Babele letteraria, ma uno spazio realmente e armoniosamente internazionale (benché a nutrirlo fosse stato e fosse il fermento culturale italiano del secondo dopoguerra). E così Ungaretti, Svevo, Pasolini, Calvino, Bertolucci, Sbarbaro, Saba, Ginzburg, Cassola, Tomasi di Lampedusa sono solo alcuni dei nomi che, tra prosa e poesia, si accompagnano a Valéry, Camus, James Spencer, Bertolt Brecht, Dylan Thomas, René Char, Truman Capote, Maria Zambrano, Marianne Moore . Un luogo di scoperta, nonché un atto d’amore per gli autori coinvolti e per i lettori che, attraverso «Botteghe Oscure», potevano – e ancora possono – prendere contatto con il libero fluire e con il libero darsi e imporsi di parole e mondi, come già si diceva, non costretti, non tradotti (fatta eccezione per poesie coreane, olandesi, filippine, indiane, polacche e pakistane presentate in inglese e considerando gli estratti con alcune traduzioni), non oppressi da giudizi, spesso fin lì trascurati dalla critica e lì, finalmente, portati alla luce. Nel «Congedo» - unico “saggio” pubblicato nei 25 quaderni - posto a chiusura dell’ultimo fascicolo della primavera 1960, Giorgio Bassani - storico e raffinatissimo redattore capo della rivista – scriveva giustamente che Marguerite Caetani aveva: «avvertito con esatta intuizione il clima, la fertilità del momento», decidendo di creare uno spazio che «accoglieva di preferenza, per non dire in modo esclusivo, contributi di persone niente affatto famose: persone oscure, appunto, cioè scarsamente conosciute nei loro stessi Paesi, e perfino nel ristretto ambito dei cenacoli letterari. Giovani, per lo più. “Botteghe oscure” non ha mai stampato saggi critici, recensioni, inchieste [.] Per ciò che riguarda la sezione italiana ritengo che i criteri di scelta del materiale siano bastevoli a esercitare un’influenza critica notevolmente incisiva sul corso della letteratura italiana del dopoguerra e sull’orientamento del gusto del nostro Paese […] Il fatto è, bisogna dirlo, che molti degli scrittori più largamente ospitati da “Botteghe oscure” in quegli anni – scrittori allora ignoti o quasi – ci hanno poi dato parecchi libri importanti, senza menzionare i quali nessun discorso serio sarebbe possibile, oggi, sulla nostra letteratura». S. Valli (a cura di), «La rivista “Botteghe Oscure” e Marguerite Caetani. La corrispondenza con gli autori italiani, 1948 - 1960, L’Erma di Bretschneider, Roma 1999; G. Bassani, «Congedo», in «Botteghe oscure», XXV, primavera 1960, pp. 434-439.
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