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Libros antiguos y modernos

Stecchini Alberto, Melich Georg, Guarguante Orazio

Avvertimenti nelle compositioni de' Medicamenti per uso della Speciaria con un diligente essame di molti Semplici di Giorgio Melichio Augustiano già Speciale allo Struzzo di Venezia: et hora ristampati in miglior forma,

Appresso Giovanni Guerigli, 1627

1200,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1627
Lugar de impresión
In Venetia
Autor
Stecchini Alberto, Melich Georg, Guarguante Orazio
Editores
Appresso Giovanni Guerigli
Materia
ERBORISTI PARMACUTICA BOTANICA VENEZIA CHIMICA IATROCHIMICA

Descripción

In 4°; (28), 522, (2) pp. Legatura coeva in pergamena semi-rigida che presenta restauri ed integrazioni di pelle. Sguardie sostituite con carte antiche. Lievi restauri con sottile integrazione di con carta di riso al margine basso bianco delle prime 3 carte e delle ultime tre carte . Lievissimo consolidamento agli angoli superiori bianchi delle prime dieci carte e di 8 altre carte (questi restauri sono sempre minimi). Alcuni angoli esterni arrotondati e alcune carte tagliate in modo diseguale, ininfluente. Gli abili restauri, riguardano, sempre i margini esterni bianchi. I volumi di spezieria e farmacia, proprio per il tipo di utilizzo che ne veniva fatto, sono spesso soggetti a segni d'usura. Nel complesso, all'interno, l'esemplare si presenta in più che discrete condizioni di conservazione. Terza rara edizione, più rara sia della prima che della seconda, di questo importante trattato di farmacia che contiene, alla fine, il trattato della Theriaca. Gli autori dell'opera, in quest'edizione, notevolmente aumentata da Stecchini, rispetto alle due edizioni precedenti (questa è la prima edizione curata e con le aggiunte di Stecchini), tanto che molte pagine sono qui presenti in prima edizione, furono tutti speziali della celeberrima Farmacia dello Struzzo di Venezia, la più celebre farmacia veneziana dell'epoca. Nell'opera sono raccolti centinaia di ricette farmaceutiche per la preparazione di medicine e preparati erboristici. Scrive la dottoressa Sabrina Minuzzi nella sua tesi di laurea dal titolo “Sul filo dei segreti medicinali: praticanti e professionisti del mercato della cura a Venezia, Università degli Studi di Verona”: “"Oltretutto, con gli anni, Paolo Romani accresceva fama e notorietà per sé e per la spezieria nella quale operava, probabilmete anche grazie alla brevettazione dei suoi sciroppi solidificati, tanto che all’altezza del 1627 Alberto Stecchini, lo speziale autore degli Avvertimenti nelle composizioni de’ medicamenti per uso della speciaria, potrà dire della farmacia allo Struzzo: “E si come gli anni passati fu famosa & honorata per la rara virtù & valor de gli huomini che la regevano, & particolarmente per l’intelligenza grande che M. Georgio Melichio B.M. havea delle cose appartenenti alla spetiaria, così al tempo d’hoggi è nel maggior colmo che sia mai stata per l’ingegno & bontà singolare del signor Paolo Romani, che al presente ne è pattrone, allievo e successore del sudetto M. Giorgio”. Così nel 1595 tra gli speziali veneziani e Paolo Romani si era ingaggiata una lite destinata a durare oltre due anni: al priore e ai consiglieri vengono affiancati sei aggiunti “per consultar, comparar, sollicitar, et deffender la predetta lite contro il predetto messer Paulo dal Struzzo”. Un tentativo del 1596 di comporre la questione in modo “che ogn’uno di essi spitieri medicinali possi far quello li parerà nelle sue botteghe in materia della loro professione de spetiari medicinali” viene respinto sul nascere dai membri dell’arte, con un solo voto favorevole e 39 contrari".””. Prosegue poi la studiosa ““gli “Avvertimenti nelle compositioni medicinali di Giorgio Melliquio augustano”, ci prepariamo ad entrare a pieno titolo in una delle spezierie medicinali più attive di Venezia: quella allo Struzzo sul ponte dei Baretteri, a pochi passi da piazza San Marco, gestita da Georg Melich augustano, naturalizzato Giorgio Melichio. In un certo senso è la bottega medicinale che dà continuità alla tradizione iatrochimica dei suoi titolari, inaugurata appunto dal tedesco Melichio “huomo dottissimo & nella sua professione è unico […], grandissimo distillatore.” Stabilitosi a Venezia dopo aver approfondito le sue conoscenze farmaceutiche viaggiando fra la Grecia e l’Italia, nel 1565 Melichio è tra i maestri fondatori del collegio degli speziali, ben inserito nell’ambiente lagunare, in relazione con medici, speziali e distillatori. I suoi Avvertimenti nelle compositioni de’ medicamenti per uso della spetiaria escono per la prima volta a Venezia nel 1575, e da allora saranno ininterrottamente riproposti in una dozzina di edizioni veneziane fino al 1720, e per un pubblico europeo nella traduzione latina del medico Samuel Keller, compiuta nel 1586, in diverse edizioni di Francoforte.44 La peculiarità degli Avvertimenti è la presenza di numerose ricette di distillati – dal regno vegetale, animale e anche minerale – e soprattutto di un nucleo di rimedi chimici che di edizione in edizione va accrescendosi e contemperando armoniosamente le ricette di impianto più tradizionale. Il tutto esposto con piglio didascalico, senza oscurità di sorta. Potremmo prendere l’opera quasi a metafora della realtà veneziana: la nuova tradizione chimico-spagirica si innesta silenziosamente nella più antica galenica imperante e la trasforma dall’interno, senza grandi sussulti esteriori. Scomparso Melichio nel 1585, dal 1627 gli Avvertimenti saranno accresciuti, anche della loro componente chimica, da Alberto Stecchini, lo speziale che subentrò nella gestione dello Struzzo dopo Paolo Romani, che in pochi anni l’aveva ampliata “magnificamente con nove inventioni di secreti”. Spezieria allo Struzzo: Antonio de Sgobbis. Alla morte di Stecchini, nel 1631, la spezieria allo Struzzo passò ad Antonio de Sgobbis, speziale originario di Montagnana ."””. In fondo al volume l'importante scritto dedicato al “miracoloso” preparato farmaceutico della teriaca. Questa è un prepatrato farmaceutico antichissimo. Il nome deriva dal greco ?a? theriak?, cioè antidoto, oppure dal sanscrito táraca, dove tár significa “salva”, è quello che oggi verrebbe definito un “polifarmaco” ed è forse il primo ed il più antico oggi conosciuto e venne prodotto fino all’inizio del novecento. La Terica si credeva che fosse un medicinale miracoloso capace di curare un innumerevole numero di malattie derivanti dai “veleni” prodotti dal corpo umano. La versione italiana del farmaco deriva probabilmente da epoca romano quando vennero a conoscenza dell’antidoto universale di Mitridate. La Terica è un miscuglio di 54-57 ingradienti fra i quali la carne di vipera (o il veleno della stessa), incenso, mirra, oppio, pepe nero, anice, cannella, genziana, valeriana, finocchio ecc. fatti cuocere in olio, vino e aceto. Scrive Antonio Corvi a pagina 12, del suo studio “L’officina Farmaceutica due secoli di storia” (1999) dove sono riprodotte anche due tessere per la teriaca simili a quelle presentate qui: “Non mancò, come vedremo, qualcuno che tentò di rilanciare un proprio specifico, prendendo magari spunto dalla tecnica usata dai ciarlatani sulle pubbliche piazze; ma si accorse che era alquanto difficile imporre un nome e dare continuità a simili iniziative. Prevalse allora un disegno più generale, ispirato forse dal collegio degli “Speziali Medicinali” e condiviso da qualche Provveditore alla Sanità attento al bilancio import-export della Serenissima. Invece di creare un prodotto e scegliergli un nome, parve più conveniente il cammino opposto, una tecnica che gli esperti del mercato farmaceutico imitano oggi, tenendo in vita alcune affermate specialità che non hanno più nulla del contenuto originario (vedi Streptomagma, Streptosil ecc.),. Occorreva contare sulla qualità, sul focolare della parata espositiva, sul rituale della fase preparatoria, divenuta, tra colori e canti, molto simile alla festa dei gondolieri sul Canal Grande. Probabilmente tra la Teriaca della Spezieria dello Struzzo e quella della Spezieria all’Ercole di Santa Fosca esisteva solo qualche piccola differenza di esecuzione dato che sulla qualità ed idoneità dei semplici vegliavano i “Provveditori alla Sanità”. Sta di fatto che con un unico messaggio ripetuto in varie lingue e diffuso ovunque arrivassero le galee della Repubblica, le accurate confezioni con bossoli di peltro, involte nei caratteristici foglietti d’istruzione, andavano a ruba.”. Rara opera, nessun esemplare censito in ICCU di questa edizione. Non si sono trovati riferimenti bibliografici per questa edizione.