In-8 (22x16 cm), pp. VIII, 324, brossura editoriale figurata. 94 illustrazioni n. t. e 14 f.t. (anche a colori) di artisti come Carrà, Casorati, Parigi, Manzù, Rosai, Viani, Carena, Tosi, Morandi, Soffici, Annigoni, ecc. Pubblicità figurate. Ottimo stato. Scritti di vari autori, fra i massimi esponenti della letteratura italiana del tempo, riaguardanti vari argomenti e ripartiti secondo le varie ore della giornata, dall'alba alla notte, sino alle atemporali 'ore. senza ora'. Fra gli autori degli scritti: Papini, Trilussa, Malaparte, Gatto, Bo, Govoni, Soffici, Pavolini, Marinetti ('L'ora della velocità'), Pratolini, Bargellini, Sanminiatelli, Lucio D'Ambra, Lisi, Baldini, Ramperti, Yambo, Moravia, Gatto, Palazzeschi, Cecchi, Rosai, Linati, Barbarani, Moscardelli, ecc. Il nome dell'almanacco, pubblicato per quattro annate a partire dal 1937, deriva dalla nota trattoria 'dei Visacci'. 'La storia dell«Almanacco» nasce e si sviluppa attorno alla figura di Enrico Barfucci, ideatore e promotore di iniziative destinate ad esaltare la civiltà fiorentina, il quale, insieme alla famiglia dei Vallecchi, realizza le Cene dei Visacci, tenute nellOsteria di Giovacchino e alle quali partecipano i più autorevoli esponenti della cultura. Si tratta di riunioni conviviali destinate a chiamare a raccolta gli «uomini di pennello e di penna» che, proprio rinnovando un banchetto di sapore neorinascimentale, scoprono il piacere di agevolare lo sviluppo delle lettere e delle arti in genere, «rasserenando» i loro ingegni in un ambiente rilassato e disteso. Proprio dalle dispute, dalle discussioni e dalle collaborazioni create a tavola da questi artisti, divenuti un gruppo di amici sempre crescente, nascono i quattro volumi dellAlmanacco denominato dei Visacci, definizione che intende rimarcare uno spirito fraterno, schietto e leggero, supportato dallironia e dallimpronta tipicamente sagace della natura toscana. La compilazione dellannuario intende infatti dare grande rilievo alla fiorentinità, celebrando la città toscana per la ricca vita artistico-letteraria passata e contemporanea, per letica di unarte che le consente di vantare il primato intellettuale, nonché per un bagaglio di tradizioni locali particolarmente caratteristico e denso di inimitabili e genuini elementi della storia popolare del paese. Attraverso i contributi offerti dai numerosi collaboratori si definiscono le linee di una pubblicazione poco legata al genere dellalmanacco tradizionalmente inteso, ma piuttosto paragonabile ad una vera rivista letteraria, nonostante la presenza del Calendario e di unimpronta volutamente poco patinata. Nei fascicoli proposti da Vallecchi si ritrovano i nomi di Papini, Bontempelli, Soffici, Pratolini, Savinio, Bo, Moravia, Betocchi, Gatto, Luzi e molti altri letterati che tramite prose, resoconti, saggi critici e recensioni forniscono valore e dignità artistica ad un almanacco particolarmente curato dal punto di vista grafico. A partire dalle copertine, infatti, lannuario dei Visacci propone una ricca serie di illustrazioni, disegni, caricature dei migliori artisti dellepoca tra i quali spiccano Settala, De Chirico, Rosai, Soffici, Maccari, Carrà, Casorati e Tosi. Accanto allo sviluppo di temi come le memorie di guerra, i viaggi, la descrizione delle ore del giorno, la celebrazione di illustri personaggi del passato, lalmanacco si distingue inoltre per la serie di pagine dedicate alle feste popolari e alle tradizioni tipiche della regione e per la rubrica curata dallOste dei Visacci. In questultima si propongono le antiche ricette della cucina tipica toscana e si traccia un bilancio scanzonato dellattività culturale del tempo vista da dietro le quinte, ovvero da una prospettiva non ufficiale, ma più vera, quale quella che la pubblicazione di Vallecchi intende far emergere, celebrando Firenze e i suoi ingegni. I quattro corposi volumi di circa trecento pagine ciascuno intendono così offrire un caposaldo della cultura italiana, celebrando e facendo emergere le sue più autentiche componenti, pur rimanendo legati ai condizionamenti della storia del tempo. Tra le pagine dei Visacci si trova infatti un chiaro schieramento filofascista che sebbene non intenda farsi strumento di propaganda politica, rispecchia la necessità di accettare un compromesso pur di promuovere uno sviluppo culturale, obiettivo a cui il convito dei Visacci non intende affatto rinunciare.' (CIRCE, Catalogo Informatico Riviste Culturali Europee).