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Fotografías

Fotografia originale formato tessera raffigurante il musicista Giuseppe Verdi.

1858

300,00 €

Pera Studio Bibliografico

(Lucca, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1858
Lugar de impresión
Naples / Florence
Editor
Alphonse Bernoud
Formato
Brossura
Materia
FOTOGRAFIA, FOTOGRAFIE E CARTOLINE
Conservación
Aceptable
Copia autógrafa
No
Condiciones
Usado

Descripción

Nitida fotografia originale all'abumina, applicata su cartoncino in formato cm.10x6, raffigurante il Maestro a figura intera in bella posa, elegantemente vestito con cappotto e cilindro in mano. La fotografia è leggermente rifilata, per circa 2 cm. nella parte superiore, senza che ciò infici minimamente la figura del maestro. Al verso, a matita, la notazione "Giuseppe Verdi a Napoli, 1858". "All'inizio del gennaio 1858, insieme alla Strepponi, Verdi si recò a Napoli per lavorare con Antonio Somma sul libretto dell'opera "Gustave III, ou Le Bal masqué", tratto a sua volta da quello di Eugène Scribe per Daniel Auber, che nel corso di un anno sarebbe diventato "Un ballo in maschera". Il libretto si scontrò con i severi requisiti della censura napoletana, che rifiutava l'assassinio di un capo di Stato e la rappresentazione dell'adulterio di Amelia (il censore suggerì di farla diventare sorella piuttosto che moglie di Riccardo), tanto che Verdi affermò: «Sto affogando in un mare di guai. È quasi certo che i censori proibiranno il nostro libretto». Non avendo speranza di vedere il Gustavo III inscenato così come scritto, il compositore ruppe il suo contratto. Il gesto provocò alcune controversie giuridiche, che però alla fine si risolsero, e l'opera fu presentata al Teatro Apollo di Roma cambiando il titolo in "Un ballo in maschera". Nonostante le traversie, ebbe notevole successo; in essa Verdi mescolò sapientemente elementi del teatro tragico e di quello leggero dell'Opéra-comique. Creazione musicalmente e drammaturgicamente raffinata, stilisticamente elegante, "Un ballo in maschera" rappresenta un'umanità vagamente inquieta, non esente da ambiguità, che trova nella relazione fra i due protagonisti i suoi momenti liricamente più elevati. In questo periodo Verdi iniziò a chiamare la Strepponi «mia moglie», mentre lei si firmava Giuseppina Verdi" (da Wikipedia). La foto si deve al fotografo francese Alphonse Bernoud (Meximieux, 4 febbraio 1820 – Lione, 24 novembre 1889), artista dapprima girovago con il suo dagherrotipo, che poi aprì la sua impresa a Firenze, a Livorno e a Napoli. Membro della "Société Française de Photographie" dal 1855 al 1864, fu uno dei primi in assoluto a sperimentare in Italia le nuove forme fotografiche, tra cui la visione stereoscopica, e a dedicarsi ai ritratti e alle carte da visita. Codice libreria 172386.