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Prints

ROSSINI Luigi

Veduta posteriore delli Santi Quattro

1817

225.00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italy)

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Details

Year of publication
1817
Place of printing
Roma
Size
292 X 205
Engravers
ROSSINI Luigi

Description

Veduta tratta dalla rara ' Raccolta di cinquanta principali vedute di antichità tratte dai scavi fatti in Roma in questi ultimi tempi. “L'opera è la riedizione di una precedente raccolta intitolata ' Frontespizio delle Antichità di Roma divise in 40 vedute ' edita nel 1817 alla quale Rossini aggiunge dieci nuove tavole. La presenza di alcune incisioni datate al 1819 induce a ritenere che l'effettiva pubblicazione dell'opera risalga a questa data piuttosto che al 1818, anno del frontespizio. Con questa raccolta Rossini esordisce nell'attività di incisore, dopo l'abbandono degli infruttuosi tentativi di affermarsi come architetto; nel 1830 ne rievocherà, nell'autobiografia, il discreto successo, pur considerandola opera di secondaria importanza, tanto da non menzionarla nei suoi cataloghi e da tralasciarla nella ristampa delle sue raccolte, personalmente curata nel 1856. Tuttavia, le vedute di antichità presentano non pochi motivi di interesse documentario per la storia dei lavori di scavo e di restauro intrapresi nella città fra l'occupazione francese e i primi anni della restaurazione. In particolare, attraverso le tavole relative al Foro Romano e ai suoi monumenti vengono documentati i lavori alle pendici del Campidoglio per l'isolamento dei templi di Vespasiano e di Saturno; i primi interventi intorno all'Arco di Settimio Severo, lo scavo promosso dalla Duchessa di Devonshire alla Colonna di Foca e lo sterro del basamento delle colonne del Tempio dei Castori. Delle grandi trasformazioni urbanistiche previste dall'Amministrazione francese, l'opera documenta l'isolamento del tempio di Vesta e l'inizio dei lavori a Piazza del Popolo. In queste prime tavole, se da un lato è evidente una certa immaturità compositiva e tecnica, dall'altro è già presente quella che poi sarà una delle costanti del Rossini: l'accuratezza e la precisione dell'esposizione finalizzata all'intento documentario, che probabilmente gli derivano dal suo tirocinio di architetto e disegnatore. La costruzione dell'immagine si avvale di schemi già collaudati ed è organizzata secondo linee semplificate che tendono a contrarre lo spazio verso il primo piano. L'inquadratura è generalmente frontale e colta dal basso verso l'alto, mentre la riduzione del campo visivo evita la necessità di articolare diversi piani in successione; anche i pochi esemplari in diagonale o a veduta panoramica non si sottraggono a questi limiti. Non sfugge ad una certa elementarità neppure il gioco luministico costituito da netti contrasti di luci ed ombre ottenuti impiegando probabilmente una sola morsura che non permette la resa di gradualità tonali. Anche il segno, duro e schematico, condotto secondo linee rette e parallele, di derivazione architettonica, tende ad accentuare l'effetto di rigidezza. Nell'esecuzione delle figure, fuori scala rispetto al monumento, già si riconosce, in alcune tavole, la maniera di Bartolomeo Pinelli. Dell'opera esistono alcuni disegni preparatori, raccolti nell'Album di 52 vedute acquerellate e 27 disegni a matita di fregi e capitelli antichi, conservato nella biblioteca Civica di Forli” (cfr. ' M. E. Tittoni in ' Luigi Rossini incisore, ' p. 42). Acquaforte, leggere ossidazioni nei margini, per il resto in ottimo stato di conservazione. Bibliografia M. E. Tittoni in ' Luigi Rossini incisore, Vedute di Roma 1817-1850, ' pp. 42-53. View taken from the rare early work by Rossini, entitled Frontespizio delle antichità di Roma divise in 40 vedute disegnate dal vero dall'architetto Luigi Rossini e da esso incise nel 1817. “L'opera è la riedizione di una precedente raccolta intitolata ' Frontespizio delle Antichità di Roma divise in 40 vedute ' edita nel 1817 alla quale Rossini aggiunge dieci nuove tavole. La presenza di alcune incisioni datate al 1819 induce a ritenere che l'effettiva pubblicazione dell'opera risalga a questa data piuttosto che al 1818, anno del frontespizio. Con questa raccolta Rossini esordisce nell'attività di incisore, dopo l'abbandono degli infruttuosi tentativi di affermarsi come architetto; nel 1830 ne rievocherà, nell'autobiografia, il discreto successo, pur considerandola opera di secondaria importanza, tanto da non menzionarla nei suoi cataloghi e da tralasciarla nella ristampa delle sue raccolte, personalmente curata nel 1856. Tuttavia, le vedute di antichità presentano non pochi motivi di interesse documentario per la storia dei lavori di scavo e di restauro intrapresi nella città fra l'occupazione francese e i primi anni della restaurazione. In particolare, attraverso le tavole relative al Foro Romano e ai suoi monumenti vengono documentati i lavori alle pendici del Campidoglio per l'isolamento dei templi di Vespasiano e di Saturno; i primi interventi intorno all'Arco di Settimio Severo, lo scavo promosso dalla Duchessa di Devonshire alla Colonna di Foca e lo sterro del basamento delle colonne del Tempio dei Castori. Delle grandi trasformazioni urbanistiche previste dall'Amministrazione francese, l'opera documenta l'isolamento del tempio di Vesta e l'inizio dei lavori a Piazza del Popolo. In queste prime tavole, se da un lato è evidente una certa immaturità compositiva e tecnica, dall'altro è già presente quella che poi sarà una delle costanti del Rossini: l'accuratezza e la precisione dell'esposizione finalizzata all'intento documentario, che probabilmente gli derivano dal suo tirocinio di architetto e disegnatore. La costruzione dell'immagine si avvale di schemi già collaudati ed è organizzata secondo linee semplificate che tendono a contrarre lo spazio verso il primo piano. L'inquadratura è generalmente frontale e colta dal basso verso l'alto, mentre la riduzione del campo visivo evita la necessità di articolare diversi piani in successione; anche i pochi esemplari in diagonale o a veduta panoramica non si sottraggono a questi limiti. Non sfugge ad una certa elementarità neppure il gioco luministico costituito da netti contrasti di luci ed ombre ottenuti impiegando probabilmente una sola morsura che non permette la resa di gradualità tonali. Anche il segno, duro e schematico, condotto secondo linee rette e parallele, di derivazione architettonica, tende ad accentuare l'effetto di rigidezza. Nell'esecuzione delle figure, fuori scala rispetto al monumento, già si riconosce, in alcune tavole, la maniera di Bartolomeo Pinelli. Dell'opera esistono alcuni disegni preparatori, raccolti nell'Album di 52 vedute acquerellate e 27 disegni a matita di fregi e capitelli antichi, conservato nella biblioteca Civica di Forli” (cfr. ' M. E. Tittoni in ' Luigi Rossini incisore, ' p. 42). ' Etching, slight oxidation in the margins, otherwise in excellent condition. Cfr.
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