Terza scena Giardino di Venere

Acquaforte, 1637, firmata in lastra in basso a sinistra. Da un soggetto di Alfonso Parigi. Dalla serie "Le nozze degli Dei". Buona prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame o con sottilissimi margini, nel complesso in ottimo stato di conservazione.<BR>Firenze 1610 - 1664<BR>Stefano della Bella fu uno degli incisori più interessanti e originali nella Firenze del XVII secolo e può considerarsi l'unico geniale continuatore dell'opera del Callot. La sua educazione artistica ebbe inizio a Firenze nella bottega degli orafi Gasparo Mola e Orazio Vanni ad una precisione di segno tipica dell'orafo resterà caratteristica del suo stile. Studiò poi presso Giovanni Battista Vanni e forse anche presso il Cantagallina e Cesare Dandini, ma ben presto, come afferma il Baldinucci "posta da parte la pittura, si diede tutto all'intaglio". Il suo vero maestro può considerarsi Jacques Callot, l'incisore francese che soggiornò a lungo a Firenze lasciando una forte impronta nel panorama artistico della città.<BR>Lorenzo de' Medici prese a proteggere il piccolo Stefanino,e dal 1633 al 1636 lo invitò a Roma, dove l'artista studiò realizzando numerose copie dall'antico,da Polidoro e dove incise la sua prima opera importante: l'Entrata a Roma dell'ambasciatore di Polonia Giorgio Ossolinsky nel 1633.<BR>Nel 1639 Stefano partì per Parigi, con una pensione di Lorenzo dè Medici, e dove si trattenne fino al 1650 circa.<BR>Questi sono gli anni più importanti della sua carriera durante i quali lavorò insieme ad Israel Sil vestre, con gli editori Langlois, Ciartres e Pierre Mariette.<BR>Intorno al 1647, durante un viaggio in Olanda, dove eseguì le acqueforti con le vedute del porto di Amsterdam, incontrò Rembrandt e da quella data notiamo una eco profonda dell'arte dell'olandese nella grafica del Della Bella. <BR>De Vesme - Massar 921<BR>290 x 200 mm