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Prints

BLAEU Willem Janszoon

Patria del Friuli olim Forum Iulii

1640

550.00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italy)

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Details

Year of publication
1640
Place of printing
Amsterdam
Size
520 X 415
Engravers
BLAEU Willem Janszoon
Inscription description
Keoman Bl 38A , 29; C. Rossit, Theatrum Fori Iulii, 1988, pp. 38-39.

Description

Carta geografica tratta dal ' Toonneel des aerdrijcx oft Nieuwe Atlas ' edizione olandese del 1642. ' Willem Janszoon Blaeu, started in 1599 his business as a builder of globes and astronomical instruments in Amsterdam. In 1630, after buying some plates of the Mercator atlas from Jodocus Hondius II, he was able to publish a volume of 60 maps under the title ' Atlantis Appendix. Five years later, he published the first two volumes of his atlas ' Atlas Novus ' or ' Theatrum Orbis Terrarum, in six books. After his death, Joan (Johannes) continued his father's work, completing the entire six-volume ' Atlas Novus ' series around 1655. He was also the author of an ' Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumes published in 1662 -72, one of which was devoted to Italy. La carta compare per la prima volta nel terzo volume del ' Theatrum. ' Secondo Koeman viene pubblicata in primis nell'edizione francese del 1640, dal titolo ' Le Theatre du Monde ou Nouvel Atlas, ' Mis en lumiere par Guillaume & Jean Blaeu. ' Troisieme partie. A Amsterdam, Chez Iean & Corneille Blaeu MDCXL. Il terzo volume del ' Theatrum ' contiene 58 carte dell'Italia e 4 della Grecia (cfr. Koeman, ' Atlas Neerlandici, pp. 160-162, Bl 35A). Le carte dell'italia derivano tutte dall'opera di Giovanni Antonio Magini. Tuttavia, sembra più probabile che il Blaeu si basi sue quelle di Hendrick Hondius e Johannes Janssonius pubblicate nel ' Theatrum Italiae in quo Eius Regna, Domina, Ducatus, Et Speciatim Illorum Provinciae, Tabulis Accuratissimis, Iam, De Novo in Lucem Editio, Describunter, Quorum Sequens Pagina Indicabit, stampato ad Amsterdam da Hendrick Hondius nel 1636. ' “Il Theatrum dell'Ortelio e l'Atlas del Mercatore (inspiegabile è la scomparsa dello Speculum) - ci segnala il Baldacci "si contendono il primato cartografico durante i primi decenni del secolo XVII; ma ben presto gli editori proprietari rinunziano a questa gara, scientificamente nobile ma commercialmente logorante. Il Theatrum passa in proprietà di Guglielmo Janszoon Blaeu (Blauw, Blaeuw), che omette il patronimico Janszoon per evitare pericolose omonimie commerciali con la ditta concorrente intestata a Giovanni Jansson. È opportuno dir subito che questi, invece (prima insieme con Enrico Hondius), era diventato il proprietario dell'Atlas. Il Blaeu proseguì la pubblicazione col titolo Theatrum Orbis Terrarum, sive Atlas Novus; lo Jansson prosegui la pubblicazione col titolo Atlas Novus sive Theatrum Orbis Terrarum. Si noti la significativa diversità dei titoli. Ma la Ditta Blaeu finirà con l'adottare la designazione Atlas (sembra dopo il 1664 e cioè dopo la morte del rivale Jansson), collegandola con la chiarificazione sive cosmographia blaviana. Evidentemente la floridezza della situazione finanzia- ria di ambedue le ditte e qualche segreto accordo commerciale hanno condotto verso il gigantismo editoriale, sia come dinamismo di pubblicazioni che come grandezza di formati. Infatti gli atlanti, moltiplicandosi di carte ed in maniera eccessiva di testo descrittivo, di orpelli decorativi e di varia colorazione, con rilegature meravigliose, diventano opere monumentali, più di pesante ornamento che di agevole consultazione. L'originario scopo, sia dell'Ortelio che del Mercatore, diretto a giovare agli studi e agli studiosi, va travisandosi anche per la sovrabbondanza del testo descrittivo (per cui l'atlante effettivamente diventa una cosmographia). Le tavole aggiunte, inoltre, non sempre sono scientificamente all'altezza delle altre; lo stesso dicasi per le tavole sostituite. La concorrente rapidità di emissione di edizioni aggiornate ha fatto sì che l'uno e l'altro editore, più o meno sistematicamente, applicassero nel frontespizio, incollandolo, il titolo e la data di pubblicazione. Scandalistico non è tanto il complessivo scadimento scientifico della copia (atlanti regionali interamente imitati, ad esempio dal Magini per l'Italia, o ripresi da proprie precedenti pubblicazioni, ad esem. Geographic map, from the Toonneel des aerdrijcx oft Nieuwe Atlas Dutch edition of 1642. The map first appears in the third volume of the ' Theatrum. According to Koeman it is first published in the French edition of 1640, entitled ' Le Theatre du Monde ou Nouvel Atlas, Mis en lumiere par Guillaume & Jean Blaeu. Troisieme partie. In Amsterdam, Chez Iean & Corneille Blaeu MDCXL. The third volume of the ' Theatrum ' contains 58 maps of Italy and 4 of Greece (see Koeman, ' Atlas Neerlandici, pp. 160-162, Bl 35A). The maps of Italy are all derived from the work of Giovanni Antonio Magini. However, it seems more likely that Blaeu relies on those of Hendrick Hondius and Johannes Janssonius published in ' Theatrum Italiae in quo Eius Regna, Domina, Ducatus, Et Speciatim Illorum Provinciae, Tabulis Accuratissimis, Iam, De Novo in Lucem Editio, Describunter, Quorum Sequens Pagina Indicabit, ' printed in Amsterdam by Hendrick Hondius in 1636. Although published after the death of Willem Janszoon Blaeu (1638) the maps often bear his imprint. It is not known whether they were all ready-made or if his sons Johannes and Cornelis completed them posthumously. “Il Theatrum dell'Ortelio e l'Atlas del Mercatore (inspiegabile è la scomparsa dello Speculum) - ci segnala il Baldacci "si contendono il primato cartografico durante i primi decenni del secolo XVII; ma ben presto gli editori proprietari rinunziano a questa gara, scientificamente nobile ma commercialmente logorante. Il Theatrum passa in proprietà di Guglielmo Janszoon Blaeu (Blauw, Blaeuw), che omette il patronimico Janszoon per evitare pericolose omonimie commerciali con la ditta concorrente intestata a Giovanni Jansson. È opportuno dir subito che questi, invece (prima insieme con Enrico Hondius), era diventato il proprietario dell'Atlas. Il Blaeu proseguì la pubblicazione col titolo Theatrum Orbis Terrarum, sive Atlas Novus; lo Jansson prosegui la pubblicazione col titolo Atlas Novus sive Theatrum Orbis Terrarum. Si noti la significativa diversità dei titoli. Ma la Ditta Blaeu finirà con l'adottare la designazione Atlas (sembra dopo il 1664 e cioè dopo la morte del rivale Jansson), collegandola con la chiarificazione sive cosmographia blaviana. Evidentemente la floridezza della situazione finanzia- ria di ambedue le ditte e qualche segreto accordo commerciale hanno condotto verso il gigantismo editoriale, sia come dinamismo di pubblicazioni che come grandezza di formati. Infatti gli atlanti, moltiplicandosi di carte ed in maniera eccessiva di testo descrittivo, di orpelli decorativi e di varia colorazione, con rilegature meravigliose, diventano opere monumentali, più di pesante ornamento che di agevole consultazione. L'originario scopo, sia dell'Ortelio che del Mercatore, diretto a giovare agli studi e agli studiosi, va travisandosi anche per la sovrabbondanza del testo descrittivo (per cui l'atlante effettivamente diventa una cosmographia). Le tavole aggiunte, inoltre, non sempre sono scientificamente all'altezza delle altre; lo stesso dicasi per le tavole sostituite. La concorrente rapidità di emissione di edizioni aggiornate ha fatto sì che l'uno e l'altro editore, più o meno sistematicamente, applicassero nel frontespizio, incollandolo, il titolo e la data di pubblicazione. Scandalistico non è tanto il complessivo scadimento scientifico della copia (atlanti regionali interamente imitati, ad esempio dal Magini per l'Italia, o ripresi da proprie precedenti pubblicazioni, ad esempio, dello Speed per la Gran Bretagna), che perde persino il nome del suo autore, ma che i due editori di Amsterdam, con qualche variante, offrano al pubblico senza dichiararlo - materiale all'incirca identico. Ortelio e Mercatore sono traditi e la loro memoria e il loro insegnamento risultano profanati". Aggiungiamo, per documentare meglio quanto avverrà nel nostro campo regionale, che delle rappresentazioni cartografiche prese a modello, questi stampatori nordici talora si limitavano a . Cfr.
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