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Prints

FLORIMI Matteo

La Nobiliss.a Citta di Piacenza

1600

2500.00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italy)

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Details

Year of publication
1600
Place of printing
Siena
Size
505 X 380
Engravers
FLORIMI Matteo

Description

In alto al centro, sotto il bordo superiore, è inciso il titolo: LA NOBILISS.A CITTA DI PIACENZA. In basso a sinistra si trova l’imprint editoriale: Matteo florimi for. Lungo il bordo inferiore, disposta su dodici colonne, una legenda numerica composta da 118 rimandi. Pianta prospettica della città basata sul modello di Paolo Ponzoni (1572) come dimostra la presenza della legenda numerica di 118 rimandi, assente nella pianta edita da Orlandi. Scompare, tuttavia, la colonna che divideva i possedimenti dei domenicani di San Giovanni da quelli dei Templari, presente sia nel Ponzoni che nella sua prima copia. La pianta del Florimi, come dimostra anche il discreto numero di esemplari che oggi sono conosciuti, ebbe un buon successo editoriale e costituì il modello per le successive opere a stampa sulla città. L’ANTICHISSIMA E NOBILISSIMA CITTÀ DI PIACENZA di Paolo Ponzoni, viene alla luce nel 1571 dalla tipografia di Francesco Conti. Si tratta della “prima pianta prospettica a stampa a raffigurare completamente la città di Piacenza. Opera del piacentino Paolo Bolzoni (o Ponzoni), incisore e cartografo, è dedicata “alli suoi benigni et amorevoli piacentini”, e rappresenta il punto di riferimento obbligato per le successive piante della città sia del XVII che del XVIII secolo. Che le repliche successive non siano il risultato dell’analisi dello stato di fatto ma la rielaborazione del Ponzoni, è comprovato dalla ripetizione di alcuni particolari della pianta che, invece, dovevano essere corretti o aggiornati. È il caso di palazzo Farnese che, iniziato nel 1561, nella pianta del Ponzoni appare concluso, nonostante i lavori fossero in corso; nelle repliche è ancora raffigurato a corte chiusa, nonostante i lavori fossero stati interrotti nel 1604. Allo stesso modo, il torrazzo della Piazza, costruito nel 1339, sebbene sia stato abbassato nel 1607, nelle incisioni successive a questa data rimane ancora il segno distintivo della piazza. Della pianta si era persa ogni traccia fino al ritrovamento recente, nel 2012, dell’unico esemplare oggi noto. Già Leopoldo Cerri in “Cartografia piacentina del secolo XVI” ne lamenta la scomparsa e l’assenza di citazione nei cataloghi. Nel 1926 Emilio Nasalli Rocca considera come “pianta madre”, ignorando anche la stampa di Giovanni Orlandi, l’incisione di van Schoel. Ad un certo momento, un esemplare della pianta si ritrova nel Fondo di Emilio Malchiodi, che la conservava molto gelosamente. Nel 2000 un particolare della topografia appare sulla copertina della prima edizione de “La chiesa e il convento di San Giovanni in Canale” di Natalia Bianchini che ringrazia Malchiodi per averle concesso la fotoriproduzione del particolare. Tre anni dopo, un’altra notizia dell’esistenza dell’esemplare è pubblicata in “Piacenza incisa”: gli autori ottennero da Malchiodi il permesso di visionare la pianta ma non di fotografarla, neanche parzialmente. Infine, nel 2012, un esemplare – forse lo stesso del fondo Malchiodi – è venuto alla luce grazie alla generosità del collezionista privato che fieramente lo possiede e che ha voluto restituire ai piacentini la “pianta madre” della loro città, autorizzandone la riproduzione che è esposta nel complesso di Santa Margherita di Piacenza” (cfr. Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo p. 2304). Matteo Florimi (Polistena 1540 circa – Siena 1613) fu editore e commerciante di libri e di stampe. Di origini calabresi, si stabilì a Siena nel 1581, con un negozio in Banchi. L’attività calcografica di Matteo Florimi fu più volte affiancata da veri e propri maestri incisori come Cornelis Galle, Arnoldo degli Arnoldi, Pietro de Iode, Jan Sadeler e artisti come Francesco Vanni, Ventura Salimbeni e Alessandro Casolani, con i quali lo stampatore ha collaborato per la preparazione di soggetti sacri. L’attività cartografica del Florimi produsse stampe di moltissime città e territori di tutto il mon. In the upper center, below the top edge, is the engraved title: LA NOBILISS.A CITTA DI PIACENZA. At lower left is the editorial imprint: Matteo florimi for. Along the lower border, arranged in twelve columns, a numerical legend consisting of 118 key-references. Perspective plan of the city based on the model by Paolo Ponzoni (1572) as evidenced by the presence of the numerical legend of 118 key-references, absent in the map edited by Orlandi. Disappearing, however, is the column dividing the possessions of the Dominicans of San Giovanni from those of the Templars, present in both Ponzoni and his first copy. Florimi's map, as is also shown by the fair number of examples that are known today, was a good editorial success and was the model for later printed works on the city. Paolo Ponzoni's ANTICHISSIMA E NOBILISSIMA CITTÀ DI PIACENZA came to light in 1571 from the printing press of Francesco Conti. It is the “first printed perspective plan to completely depict the city of Piacenza. The work of the Piacenza-born Paolo Bolzoni (or Ponzoni), an engraver and cartographer, it is dedicated "al suoi benigni et amorevoli piacentini," and is the obligatory reference point for subsequent plans of the city in both the 17th and 18th centuries. That the later replicas are not the result of the analysis of the state of affairs but Ponzoni's reworking, is proven by the repetition of some details of the plan that, instead, had to be corrected or updated. This is the case with Palazzo Farnese, which, begun in 1561, appears to be finished in Ponzoni's plan, despite the fact that work was in progress; in the replicas it is still depicted with a closed court, despite the fact that work had been stopped in 1604. Similarly, the torrazzo of the Piazza, built in 1339, although it was lowered in 1607, in engravings after this date still remains the hallmark of the square. All trace of the plan had been lost until the recent discovery in 2012 of the only example known today” (see Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2304). Etching and engraving, a strong impression on contemporary laid vpaper with unreadable watermark, with margins, in excellent condition. Rare work, surveyed for only 13 institutional examples according Bifolco-Ronca (see Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2204). For quality of impression and state of preservation the best example ever seen. Matteo Florimi (Polistena c. 1540 - Siena 1613) was a publisher and merchant of books and prints. Of Calabrian origin, he settled in Siena in 1581, with a store “in Banchi”. Matteo Florimi's chalcographic activity was several times joined by master engravers such as Cornelis Galle, Arnoldo Arnoldi, Pieter de Iode, Jan Sadeler and artists such as Francesco Vanni, Ventura Salimbeni and Alessandro Casolani, with whom the printer collaborated in the preparation of religious subjects. Florimi's cartographic activity produced prints of many cities and territories around the world, which were never drawn for him, but were manipulations of already existing reliefs, or of maps published by other printers. In the second half of the sixteenth century, Florimi was far-sighted in devoting himself to the production of bird's-eye views of cities as faithfully as possible. ' Florimi copied some maps by Antonio Lafreri, Claude Duchet, Abraham Ortelius. As far as map engraving work was concerned, in 1600, Matteo Florimi called the Flemish engraver Arnoldo degli Arnoldi to work in his workshop with the promise of greater compensation than that bestowed upon him by Giovanni Antonio Magini, with whom the artist was working. This offer by Florimi triggered the wrath of Magini, who, though not naming him, called him an "envious counterfeiter" for stealing such a skilled cartographer from him. The collaboration between Florimi and Arnoldi lasted only two years (1600-1602), but it was quite productive: together they printed the Stato di Siena, ' la ' Choronografia Tus. Cfr.
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