Details
Description
Acquaforte e bulino, 1608, firmata e datata in basso a sinistra [Io]annes [M]aggius [R]omanus [In]cideba A. D. [M]. DC. VIII. Iscritto al centro: ANNO DOMINI MDCVII. PAVLVS V BORGHESIVS ROMANVS PONT. MAX. PONT. III. Iscritto in basso: FACCIATA DE S PIETRO IN VATICANO. Esemplare nel terzo stato (di tre), con lâimprint di Hendrick van Schoel aggiunto in basso a destra sopra abrasione del precedente indirizzo di Giovanni Orlandi. Bellissima prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana âscudo con santo inginocchiatoâ (cfr. Woodward n. 25), con sottili margini, lievi abrasioni al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione. Questa rarissima incisione raffigura il progetto di Carlo Maderno per la facciata di San Pietro, che la letteratura (cfr, Hibbard, 1970) data a circa il 1607. Nel luglio 1603 il Maderno e G. Fontana furono chiamati a succedere a Della Porta nella direzione del cantiere della Fabbrica di S. Pietro. Nel 1605, poco dopo la sua elezione, Paolo V, aderendo alla decisione della congregazione cardinalizia, ordinò la distruzione dell'antico corpo, demolizione che iniziò il 29 marzo 1606, e bandì il concorso a inviti per la trasformazione a croce latina del progetto michelangiolesco. Fra tutti venne scelto il progetto del Maderno e un modello ligneo molto elaborato fu subito dopo realizzato da Giuseppe Bianchi da Narni. Le complesse vicende costruttive relative agli interventi del Maderno in S. Pietro sono state ricostruite da Hibbard attraverso l'analisi dei disegni e dei documenti. Una prima serie di progetti elaborata dal Maderno è testimoniata dai fogli conservati agli Uffizi; il più vicino a quanto effettivamente realizzato, si compone di due fogli, quello superiore raffigura la pianta michelangiolesca, quello inferiore il progetto del Maderno, con il prolungamento della navata, le cappelle laterali e il portico. La soluzione delineata in quest'ultimo foglio deve essere stata molto simile a quella che servì da base per il modello ligneo di Bianchi, il che ha fatto supporre a Hibbard di poter considerare l'aprile 1607 il terminus ante quem per la datazione del disegno (il modello fu infatti eseguito tra l'aprile e il novembre del 1607; il primo pagamento a Bianchi è dell'aprile 1607). Delle diverse fasi del progetto per la facciata rimangono alcune testimonianze, tra cui un disegno, derivato da questa incisione di Giovanni Maggi e conservato al Victoria and Albert Museum di Londra, in cui vediamo una soluzione simile a quella effettivamente realizzata. https://collections.vam.ac.uk/item/O735058/facciata-di-s-pietro-in-architectural-drawing-unknown/ Dopo aver progettato la facciata il Maderno fu incaricato di aggiungere i campanili, non come li aveva originariamente concepiti (sopra le cappelle orientali), ma come torri ai fianchi della facciata. Il prospetto finale è documentato da un'incisione di Mattheus Greuter, della metà del 1613, che restituiscono in maniera sostanzialmente esatta il progetto del Maderno. Questa incisione di Giovanni Maggi sembra essere di estrema rarità ; oltre allâesemplare della collezione di Cassiano dal Pozzo (Londra, British Library, Templa Diversa Romae, documentato da Mc Donald, privo della parte inferiore), non abbiamo trovato altri esemplari âistituzionaliâ. Lâopera appartiene allo Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. Lo Speculum ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo.